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venerdì 23 luglio 2010

Castel del Monte: la storia e le leggende (intervista con Donato Altomare) reportage storico-fantastico sul Castello tra i più misteriosi del mondo.





Federico e il Castello nella rilettura di un celebre autore del fantastico pugliese



Il mistero del Castel del Monte è una “Sinfonia per l’Imperatore”


Non c’è stagione in cui il Castel del Monte non torni agli onori della cronaca per qualche scoperta, rivelazione, libro o reportage tv. È il caso di “Sinfonia per l’imperatore”, l’ultimo libro di Donato Altomare, ingegnere pugliese, poeta (La Vallisa), e da trent’anni prosatore del fantastico tra i più prolifici e apprezzati, con un produzione sterminata che gli ha valso traduzioni all’estero e riconoscimenti quali il premio Urania e il premio Italia. Sulla celebre costruzione medievale e la leggendaria figura di Federico II, Altomare ha imperniato il nuovo romanzo edito dalla bolognese Elara.


Monumento nazionale dal 1936, Castel del Monte fu inserito, sessant’anni più tardi dall’Unesco, nella lista dei Patrimoni dell'umanità. Coacervo unico di elementi architettonici classici, gotici e mediorientali, l’imponente maniero è considerato emblema di confronto tra popoli e culture. Un’idea questa che nel libro di Altomare si impregna di fantastico, abbracciando una dimensione cosmica. Il protagonista di “Sinfonia per l’imperatore” è lo stesso Federico II che, come un semidio, ha attraversato i secoli gingendo fino ai noi per realizzare il sogno di una pace universale. Al fulcro dell’intreccio, forte di un segreto musicale nascosto tra le sue pietre, Castel del Monte si erge come crocevia di scontro tra le civiltà, non solo terrestri. Il conflitto tra culture di mondi diversi, trasfigurato dall’autore nella dimensione del gioco, colora d’infinito una emozionante vicenda corale per tutte le età, ricca di personaggi ed eventi che scorrono paralleli tra Puglia, Sicilia e tutti i luoghi misteriosi della terra, tra un passato remoto e il prossimo futuro, inseriti in un implacabile meccanismo ad orologeria. Altomare allestisce una fantasia utopica di assoluta attualità che, nell’affrontare tematiche importanti (il dialogo fraterno che Federico instaura col sultano d’Egitto meriterebbe un posto nelle antologie scolastiche non solo italiane), fonde il senso del meraviglioso di opere quali “Il fuoco e il silenzio” e “Vladimir Mei” (Premio Italia 2008) con l’intrigo e l’epica del romanzo storico contemporaneo, impregnando di solida e visionaria materia narrativa i buchi che puntellano una storia, quella di Federico di Hoenstaufen e del Castel del Monte, che di segreti anche nella realtà sembra custodirne diversi.

Da decenni infatti la celebre costruzione a base ottagonale continua ad attrarre l’attenzione di romanzieri e studiosi, che nelle sue proporzioni e nel denso simbolismo che lo intride, cercano la chiave di origini a tutt’oggi irrisolte. Nella realtà pare sia stato lo stesso Federico di Svevia a predisporne la costruzione, nel 1240, forse sulle rovine di una fortezza normanna o longobarda. Ne scaturì un edificio unico, mirabile sintesi di nozioni matematiche, astronomiche ed esoteriche che sfugge a ogni classificazione. La mancanza di fossati e una posizione strategicamente non determinante fanno scartare l’ipotesi della fortezza difensiva. Molti rifiutano l’idea di una residenza di caccia, per la mancanza di locali da adibire a stallaggi e canili. Per alcuni, Castel del Monte fu un una sorta di tempio del sapere. Secondo Altomare, che sul castello federiciano aveva già realizzato un documentario, l’Imperatore non visitò mai la fortezza…

Non vogliamo rovinarvi la sorpresa, vi invitiamo pertanto a leggere il libro (non distribuito in libreria ma ordinabile direttamente dal sito www.elaralibri.it/) e a visionare l’intervista che l’autore ha gentilmente concesso, per il blog di Bat Comunica, a completamento di questo articolo.



Riccardo Falcetta

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