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martedì 14 settembre 2010

TRANI : Un tabù che resta tabù




Nel ventunesimo secolo, nella civile Trani, sembra ancora difficile superare la barriera culturale che divide i diversamente abili dai normodotati. Si discute ormai da anni di parcheggi agevolati e di aree specificamente preposte per i portatori di handicap. Chiese, uffici e luoghi pubblici sono invece interdetti al transito e alla fruizione attiva da parte di cittadini portatori, per definizione, di diritti, e impossibilitati all'esercizio effettivo degli stessi. La nostra non è una città a misura dell'eguaglianza. In paesi come la Svizzera e la Svezia, problemi come l'occupazione di scivoli e la permanenza di barriere architettoniche, così come la mancanza di posti appositamente riservati a disabili in occasione di concerti o di spettacoli teatrali o su treni e autobus, sono del tutto superati. Inoltre, provvedimenti speciali tutelano la sessualità dei portatori di handicap. In Svezia, Germania, Olanda, Danimarca e Svizzera, esiste la figura socialmente utile e, pertanto, retribuita dallo stato, dell'operatrice sessuale, vera e propria professionista che, dopo aver seguito corsi di formazione, offre prestazioni sessuali a disabili psichici e motori. Si tratta di un provvedimento radicale, eppure le persone con handicap, spesso ritenute asessuate, conservano come tutti desideri e pulsioni sessuali. Occorre, piuttosto, operare nella direzione della tutela affettiva del diversamente abile, con specifici interventi di natura medica, psicologica e psicopedagogica. Occorrono politiche sociali che tutelino la persona nella sua interezza e integrità fisiche, psichiche e socio-relazionali.




Paco Francesco Cosentino

Antonio Russo

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