
Comincia lo spoglio delle schede per i quattro referendum abrogativi per i quali si è votato domenica 12 e lunedì 13 giugno. Alle 15 si sono chiuse le operazioni di voto e tutte le attenzioni sono verso il raggiungimento del quorum.
Nella BAT in tempo reale vi aggiorneremo sui dati. Si parte da Andria che ha superato il 50% con un 51,67 di media per i 4 referendum. Canosa di Puglia ha raggiunto il 51,11 % mentre a Spinazzola si è raggiunto il 53,47.
La città di Barletta sale ancora nelle percentuali sino al 55,12 % in media per i 4 referendum, ma a raccogliere il maggior numero di consensi in percentuale è Minervino Murge con il 55,72 %. Di contro Margherita di Savoia è per ora la maglia nera con il 43,55 % delle preferenze.
Anche Bisceglie supera il quorum con il 50,84 %. Percentuali negative dai comuni di San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli dove il referendum non ha superato il quorum ed i due comuni si attestano rispettivamente su: 44,42 % e 44,60 %. Trani si attesta al 52,82 %.
E così, se fino a ieri i quattro quesiti sembravano solo una questione di quorum, oggi il dato politico non è solo l’alta partecipazione (ha votato il 57 per cento degli aventi diritto), ma l’abrogazione delle nuove norme volute dal governo. Oltre 27 milioni di italiani, il 95 per cento dei votanti, si è espresso per il “sì”. Sì all’acqua pubblica, all’energia senza centrali atomiche, ma soprattutto sì al concetto di “legge uguale per tutti”. Il quesito sul legittimo impedimento, contro una legge ad personam voluta dal premier, ha avuto sostanzialmente lo stesso successo degli altri. Gli elettori di centrodestra che sono andati a votare (secondo le stime diffuse dal Tg La7 oltre il 40 per cento dell’elettorato di Pdl e Lega) non hanno rifiutato di ritirare la scheda verde, quella appunto in cui si chiede agli elettori se vogliono che il presidente del consiglio e i ministri siano protetti da norme particolari. Ma si sono espressi chiaramente. Contro Berlusconi e i suoi, che da 17 anni continuano a sostenere la necessità di leggi per mettere la politica al riparo dai processi. Un colpo durissimo che conferma l’esito delle elezioni amministrative, ma soprattutto un segnale di cui l’esecutivo non potrà non tenere conto, quando si tratterà di discutere e approvare altre norme in questo senso, come il processo breve o i limiti sulle intercettazioni telefoniche.
Leonardo Ingravallo
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