L’ultima denuncia politica della nostra organizzazione mette a nudo oltre venti anni di dissennata politica industriale di questo nostro paese.
Noi non restiamo in silenzio sul depauperamento industriale messo in atto solo per aiutare gli imprenditori ad andar via dall’Italia. Costoro, sono soggetti differenti dalle imprese che hanno in se obbiettivi socio-economici, per questi imprenditori non esiste altro che il conseguimento del proprio massimo profitto. Queste scellerate azioni politiche governative di accompagnamento alle delocalizzazioni hanno distrutto l’industria declassando l’Italia, settimo paese al mondo per nazione industrializzate , al livello dei paesi del terzo mondo.
Badate tutti i governi che si sono avvicendati sia di destra quanto di centro sinistra non si sono risparmiati in questo esercizio di distruzione del nostro patrimonio industriale e per questi processi, ovviamente, si è pensato bene sul versante degli ammortizzatori sociali solo per paura che le masse dei lavoratori prendessero atto del loro operato scagliandosi contro.
Ricordate quando Prodi e Ciampi esortavano dall’India ad investire li ? Ma costoro non si preoccupavano di cosa poi in Italia restava ? E che dire dei capitali che così lasciavano l’Italia ?
La ricchezza nazionale riguardava solo chi per anni, a costo di sacrifici, metteva qualcosa da parte ? Il continuo rivisitare del sistema pensionistico ? L’aumentare delle tasse ? E quale costo hanno pagato i proprietari delle imprese ?
Ricordate quando tangentopoli ha contribuito fortemente alla fine delle aziende pubbliche?
Questo percorso storico va chiarito. Signori, in Francia le partecipazioni statali ci sono e sono molto più forti delle imprese private, perché da noi no ?
Semplice, perché non dovevano ostacolare il percorso liberista di molti imprenditori.
Noi a tutto questo diciamo basta !
Anche la Franzoni, a nostro avviso, ha colto tutte le opportunità previste. Noi ci chiediamo chi sia il soggetto Istituzionale che deve verificare i comportamenti ?
La Politica deve chiedersi in Parlamento se sia possibile concedere ad un’azienda che ha deciso di chiudere ogni stabilimento in Italia il beneficio di un progetto di ricerca, del valore di circa 8 milioni di euro concesso attraverso un decreto del MIUR (Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca), per produrre poi dove ? In Bosnia dove ha allocato la sua produzione ?
E poi che dire del debito che la Franzoni ha nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico, del valore di 1,8 milioni di euro, causato dall’interruzione prima del tempo, sullo stabilimento di Trani, del programma L. 488/92 (finanziamento pubblico per l’acquisto dello stabilimento e dei macchinari) con conseguente licenziamento di tutti i lavoratori e con lo spostamento in Bosnia dell’intero parco macchine acquistate con il contributo dello Stato ?
Ministro Gelmini Lei, immaginiamo, sia all’oscuro di tutto questo, ci dica , chi deve controllare affinché tutto questo non avvenga ?
Il PD, l’On. Boccia, ci ha promesso di intervenire in Parlamento. Lo invitiamo a fare presto. Contemporaneamente chiediamo alla Regione Puglia, al suo Presidente On. Nichi Vendola, di ultimare le procedure per l’estensione dell’accordo di programma T.A.C. dal Salento alla nostra provincia B.A.T.
Esso riguarderà e favorirà la ricollocazione non solo degli ex lavoratori Franzoni ma anche di tutti quei lavoratori licenziati in questi anni nelle aziende del settore T.A.C. della nostra provincia.
Al presidente della provincia B.A.T., Francesco Ventola, gli chiediamo di attivare con urgenza la conferenza di tutti i Sindaci dei comuni del nostro territorio. Questo servirà a rendere più forte, consolidandolo, il fronte di chi vuole governare per dare così una speranza di vita alla nostra gente.
UILTA-UIL della B.A.T.
Nessun commento:
Posta un commento