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venerdì 15 luglio 2011

SPINAZZOLA : Ambulanza in ritardo il sindaco di Spinazzola fa un esposto in procura

La notizia, devastante, dell’ambulanza del 118 arrivata quaranta minuti dopo la chiamata sul luogo dell’incidente dove il 6 luglio hanno perso la vita i due motociclisti Cosimina Lamanna 39 anni di Fasano e Gennaro Antonio Di Pinto 45 anni di Trani, ha mandato su tutte le furie il sindaco Nicola Di Tullio che annuncia: «entro lunedì depositeremo un esposto denuncia sull’accaduto in Procura». E questo in piena sintonia la presa di posizione del consigliere provinciale Carlo Scelzi (Pd), ex sindaco di Spinazzola che ha scritto sull’accaduto al neo direttore generale della Asl Bt, Giovanni Gorgoni e all’assessore alla sanità della Regione, Tommaso Fiore.

E’ avvenuto quel che qui si temeva, dichiarato e fatto mettere a verbale proprio dall’allora consigliere comunale di opposizione Di Tullio, oggi sindaco, durante una delle riunioni che nei mesi scorsi affrontato la chiusura dell’ospedale. Ovvero, che i cittadini di Spinazzola si sarebbero trovati con una sola postazione del 118 a subire situazioni di soccorso che potevano mettere a rischio la loro vita. Perché si è arrivati ad attendere quaranta minuti prima dell’arrivo dei soccorritori ai quali non è rimasto altro che certificare la morte dei due malcapitati?

Da quel che si è ricostruito l’ambulanza medicalizzata del 118 in servizio a Spinazzola era impegnata in altro intervento, da qui, l’allerta dalla centrale operativa ad altro automezzo che opera e staziona a Minervino. Non è ben chiaro che strada abbia fatto questa ambulanza: certo è che per coprire i venti chilometri che separano Minervino da Spinazzola ci ha impiegato ben quaranta interminabili minuti. Difficile stabilire se il soccorso immediato avrebbe portato altro esito all’incidente, sta di fatto che Spinazzola è piombata nello sconcerto. Si aggiunga che nel caso che i due malcapitati fossero stati soccorsi, sarebbero giunti nel più vicino ospedale, quello di Andria non prima che di altri cinquanta minuti. Una eternità. Un tempo irragionevole per poter sperare ad un salvataggio della vita.

In consiglio Comunale, Di Tullio, si spinse ad affermare che il mancato immediato soccorso per gli spinazzolesi dovuto alla chiusura dell’ospedale, altro non era che un omicidio. Le stesse amare accuse, cariche di rispetto per questo lutto, le ha ribadite ancora ieri al telefono con alcuni funzionari della Asl Bt. E a chi gli faceva notare forse di essersi spinto oltre, Di Tullio categorico ha risposto: «il solo dubbio che una vita possa non essere salvata perché manca un punto di primo intervento, una postazione in più del 118, un elicottero che possa intervenire tempestivamente, non deve far rabbrividire me, ma chi per Spinazzola ha creato questa situazione». Poi ha aggiunto: «su tutta la condizione in cui versa il nostro ospedale mi attendo un immediato incontro con il nuovo direttore generale, al quale vorrei illustrare tutte le necessità di una città che non può vivere nell’abbandono e nell’isolamento». Dura anche la posizione del “Gruppo d’Azione pro-ospedale” con Filomena Sforzo: «Le nostre denuncie cadute nel vuoto, a volte irrise perché abbiamo chiesto un referendum per lasciare la Puglia, non hanno purtroppo potuto evitare il dolore delle famiglie colpite da questo lutto a cui esprimiamo cordoglio. In ragione anche di queste lacrime chiediamo rispetto per i nostri cittadini e pieno diritto alla loro cura e alla salute».


Cosimo Farina
Fonte : La Gazzetta del Mezzogiorno

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