L’arte fotografica con il fascino del made in Italy, al grande confronto con le diversità delle culture cinesi "del racconto fotografico" , alla scoperta di linguaggi fotografici nuovi di un Paese molto distante da quello italiano, sia per storia, per esperienze e per tradizioni.
Questo è il tema al centro dell'iniziativa voluta dal Fondo Internazionale per la Fotografia e dalla CPA ( Chinese Photographic Association) che vede la partecipazione "dell'Italia che fotografa", ospite al 14° International Photographic Art Festival di Lishui inaugurato lo scorso 5 novembre 2011.
Nato nel 1981, il Festival cinese è uno dei più importanti nel contesto internazionale. Nel corso degli anni ha visto la partecipazione di ben 60 mila fotografi provenienti da cento diversi Paesi, per un totale di 300 mila opere esposte, di cui 18 autori italiani, ogni partecipante con un progetto fotografico personale, conferendo in questo modo risalto ai singoli stili e al contempo coprendo l’attuale panorama fotografico italiano, dal reportage alla fotografia di moda, dalla sperimentazione alla ricerca artistica.
Questo è il tema al centro dell'iniziativa voluta dal Fondo Internazionale per la Fotografia e dalla CPA ( Chinese Photographic Association) che vede la partecipazione "dell'Italia che fotografa", ospite al 14° International Photographic Art Festival di Lishui inaugurato lo scorso 5 novembre 2011.
Nato nel 1981, il Festival cinese è uno dei più importanti nel contesto internazionale. Nel corso degli anni ha visto la partecipazione di ben 60 mila fotografi provenienti da cento diversi Paesi, per un totale di 300 mila opere esposte, di cui 18 autori italiani, ogni partecipante con un progetto fotografico personale, conferendo in questo modo risalto ai singoli stili e al contempo coprendo l’attuale panorama fotografico italiano, dal reportage alla fotografia di moda, dalla sperimentazione alla ricerca artistica.
I fotografi sono stati scelti e selezionati, per questa importante occasione, da una commissione di autorevoli esperti di fotografia e di comunicazione visiva, tenendo conto del profilo professionale e della territorialità, decretando coloro che per due settimane, hanno rappresentato "l'Italia della Fotografia" a Lishui nella provincia dello Zhejiang, portando la cultura e la peculiarità del racconto fotografico italiano nelle sue differenti sfumature.
L’esposizione conta duecentotrenta opere, un ambizioso progetto fortemente voluto da FIOF Italia.
L’esposizione conta duecentotrenta opere, un ambizioso progetto fortemente voluto da FIOF Italia.
M.I.STO , Modern Italian Storytellers, comprende diciotto mostre differenti, tante quanti gli artisti che ne sono gli artefici. Le esposizioni abbracciano diversi ambiti del panorama fotografico, dal reportage al ritratto, dal fotogiornalismo alla fotografia Fine Art, contemplando anche la fotografia illustrativa e di ricerca.
La mission di FIOF coincide perfettamente con quella del Festival: la promozione dei fotografi italiani e l'apprezzamento ed il sostegno ai giovani talenti della comunicazione per immagini.
La mission di FIOF coincide perfettamente con quella del Festival: la promozione dei fotografi italiani e l'apprezzamento ed il sostegno ai giovani talenti della comunicazione per immagini.
La Puglia in particolare, ha rappresentato l’Italia con 3 artisti di spessore; in esposizione a Lishui in Cina, il pluridecorato fotografo Ruggiero Di Benedetto (Master QEP) chiamato a rappresentare l’eccellenza italiana in ambito internazionale con la sua mostra “APOCALYPSE” un lavoro di ricerca fotografica con il quale ha rappresentato le cause, ovvero i mali sociali, che porteranno all’ apocalisse (la fine del mondo). Immagini di grande impatto emotivo e sociale per la loro forza comunicativa e per la loro rappresentazione “sui generis” che da anni distingue il fotografo Ruggiero Di Benedetto per estro e creatività, che gli ha permesso di ricevere riconoscimenti ed attestazioni professionali non solo in Europa, ma anche in Oriente, con ben 2 AWARDs, uno ricevuto nella scorsa edizione del CHINA PHOTOGRAPHIC FESTIVAL con l’ opera “Human Sperm” e l’altro ricevuto in questa edizione al Festival di Lishui con l’opera “Cosmic”.
Notevoli apprezzamenti per la mostra “Apocalypse” questa mia opera, racconta il fotografo Ruggiero Di Benedetto, nasce da una lunga riflessione sulla nostra storia, la storia dell’uomo cosidetto moderno. La nostra civiltà, minacciata ormai da tempo dalla distruzione umana e ambientale, mostra i sintomi della sua sparizione, della sparizione della propria storia, dei propri valori, del proprio territorio, delle proprie ricchezze, ed inerme assiste al proprio destino, nulla è fatto per migliorare questo stato decadente dei nostri tempi, ma tanto si fa per accelerarne la decadenza.
Apocalypse: La fine del mondo raffigurata in 12 tavole, che non sono altro che lo specchio delle cause che porteranno a tutto ciò: violenza, follia collettiva, catastrofi ambientali, perdita dei valori, abuso, intolleranza…
L’uomo così come lo conosciamo si è ridotto a un essere che non sa più prestare attenzione a se stesso, alla sua interiorità.
La sua appartenenza alla specie ‘sapiens’ è ormai solo onorifica: sopraffatto da questi mali sociali che lui stesso ha generato, porterà alla distruzione della civiltà umana e quindi alla APOCALISSE.
In mostra al Festival di Lishui, anche il giovane fotografo Michele Ziri, con la sua opera “la camera oscura dei miei pensieri”, vincitore della menzione d’onore a R-evolution Festival Italiano della Fotografia.
L’autore mette in scena il salotto dei suoi pensieri, ambientandolo in un contesto che descrive il legame fra OGGETTI e SOGGETTI suggellato da strumenti di tutti i giorni che perdono tridimensionalità e popolano, come comparse appiattite, un teatro quasi imbalsamato da questi rapporti; può essere un esempio l’uso della televisione, l’oggetto che più di ogni altro detiene, con il suo potere mediatico, maggiore influenza sull’uomo e sulla sua coscienza.
Nell’opera esposta l’autore descrive questo fenomeno, rappresentando la televisione incuriosita mentre legge libri, messa quasi a nudo da questo inevitabile confronto; la stessa nudità che proprio la tv ci propone ripetutamente e di cui forse oggi è proprio l’uomo a farne strumento e modelli. L’immagine che ci viene restituita è quella di una televisione sorpresa, costretta a prendere atto delle differenze che la separano dall’universo della lettura, dai suoi simboli e messaggi: la sua testa è imprigionata dagli stessi stereotipi che continua a propinare, e i suoi pensieri, rinchiusi nella trappola dell’effimero, sono sovrastati dalle pagine dei libri, che volteggiano fluttuanti sulle loro teste “quadrate”, leggeri e liberi dalla pesantezza di qualsiasi dettame e dai vincoli che ne derivano. Qual è allora la vera essenza del rapporto che lega l’uomo agli oggetti di cui si circonda? Un rapporto proficuo o deleterio? IL PENSIERO SI TRADUCE IN IMMAGINE .
Presenti al Festival anche il fotografo Mimmo Ricatti con la sua mostra “El pueblo di Cuba”, Carlo Dibenedetto e Antonio Fascicolo, tutti pugliesi ospiti interessati a conoscere il nuovo e fiorente mercato globale.
Grazie anche al patrocinio delle nostre istituzioni: FIOF, regione Puglia e Comune di Barletta, la Cina ha risposto con grande interesse al lavoro degli artisti Italiani, tutto ciò ha permesso di allacciare rapporti con importanti istituzioni locali, come la XINUA NEW AGENCY la più grande agenzia di comunicazione cinese, che conta circa 8.000 dipendenti, interessati a creare una sinergia artistico-culturale con il nostro Paese, dando spazio e aprendo ai professionisti italiani un mercato in continua e galoppante evoluzione.
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