Cerca nel blog

News dalle Città della BAT

martedì 6 dicembre 2011

BAT : “Non siamo figli di un Dio minore . . .”


Ancora una volta abbiamo dovuto svolgere un ruolo di mediazione sociale in una vertenza, Franzoni Filati, che diventa sempre di più crogiuolo di un problema sociale da molti evocato nella politica, ma solo da pochi posto in evidenza e considerato.
Il nostro riferimento va al tema dell’occupazione e sviluppo di un territorio o di una città. Quindi per noi quello che vi è stato nel grido di dolore lanciato dal campanile di S. Giuseppe a Trani è senza ombra di dubbio la punta emersa di un “Iceberg” che si chiama disoccupazione e povertà.
“Iceberg” perché la disoccupazione e la povertà maggiore poggia per sei parti in forma sommersa ed è  solo la settima parte  che emerge.
La sua dimensione è enorme ed anche se la politica fa finta di non vederla,  è li,  fatta da tante famiglie dei lavoratori,  alcuni protetti da ammortizzatori sociali, ma tantissimi, i più, senza neanche quelli.
I più “fortunati”, ma questa parola è puro eufemismo,  si sono organizzati per far sentire la loro “voce” mentre tanti non hanno la possibilità di farlo perché nessuno li ascolta.
La politica è completamente assente o al massimo presente solo quando,  in presenza di forum,  fa analisi e poi dimentica. Ma il problema è li.
Chi governa tenta di far apparire la nostra società opulenta e benestante perché vuole dimostrare quanto il suo intervento sia stato efficace.
Perché diciamo questo ?
Più volte nel passato abbiamo ricordato a tutti che la nostra nazione ha come risorsa primaria della nostra economia  il manifatturiero. Questo poggia sul valore del lavoro di tanti italiani.
Ebbene cosa ha fatto la politica nazionale di destra, di centro e di centrosinistra ?Semplice ! . . . Ha aiutato in questi anni il processo di delocalizzazione delle imprese italiane.
E se qualcuno intende contraddire tale tesi ricordi ad esempio quando i “progressisti”, prof Romano Prodi ed il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi invitavano le aziende italiane dall’India ad investire all’estero.
E questa “politica industriale” cosa produceva ? Semplice ! . . .  Una massa enorme di disoccupazione che,  udite udite , venivano sostenuti con forme di ammortizzazione sociale non per formare nuovi posti di lavoro ma solo perché non vi fossero tensioni sociali.
Ed in questo anche il sindacato deve fare un po’ di autocritica. Perché non è stato perentorio contro questi processi che hanno devastato l’industria italiana e di conseguenza l’economia incrementandone il debito pubblico.
Oltretutto in merito al debito pubblico tutto questo ha avuto un grandissimo significato e peso economico poiché se non si produce,  la matematica non è una opinione,  nessuno può avere la velleità di gestirlo governandolo.
La vertenza Franzoni Filati contiene tutti,  ma proprio tutti,  gli elementi evidenziati.
Ritornando al nostro ruolo di mediazione sociale, siamo riusciti a convincere i lavoratori della Franzoni a scendere dal campanile in cambio di un incontro con la Regione Puglia previsto il giorno 6 dicembre prossimo.
Ma vediamo da dove è partita questa ulteriore manifestazione spontanea ed assolutamente pacifica.
La Regione Puglia, per la verità molto attenta ai problemi della disoccupazione ma anche specificatamente della vertenza Franzoni Filati, la settimana scorsa capeggia una iniziativa che consideriamo senza ombra di dubbio positiva. Ci riferiamo alla richiesta ad opera della vicepresidente, Dott.ssa Loredana Capone, di richiedere l’attivazione di un tavolo interministeriale (Ministero dello Sviluppo ed Attività Produttive e dal Ministero del Lavoro)perché un’altra vertenza l’Adelchi, potesse essere considerata nella definizione dell’estensione dell’accordo di programma T.A.C. del cluster Filanto.
Orbene su questo nulla da dire se non il nostro fermo auspicio che questi lavoratori possano al più presto  avere una soluzione di prospettiva occupazionale.
Ovviamente l’estensione, come dice la nota della Dott.ssa Capone, serve ad evitare l’evolversi in dramma e per poter effettuare quelle azioni di ricerca di imprese finalizzandole in azioni di reindustrializzazione e rioccupazione di questi lavoratori.
Oltretutto,  parlando dell’estensione dell’accordo di programma T.A.C. è esattamente quello che noi abbiamo chiesto al Presidente della Regione Puglia , On. Nichi Vendola, che  sulla vicenda Franzoni a sua volta ha reso la disponibilità ad attivarsi nei confronti del Ministero dello Sviluppo. A suffragare quanto noi affermiamo vi è la lunga documentazione prodotta in tal senso dalla nostra Regione Puglia.
Inoltre tutta la nostra provincia e soprattutto il Prof. Pompeo Camero nei suoi appassionati interventi con molta enfasi ha da sempre sostenuto questo percorso come dimostra anche la sua presenza sotto il campanile martedì scorso.
Quindi quello che a noi preme ricordare è che non siamo “FIGLI DI UN DIO MINORE”.  Pertanto il giorno 6 dicembre ci aspettiamo di essere inseriti in questa molto efficace proposta fatta dalla vicepresidente della Regione Puglia per l’Adelchi funzionale anche contemporaneamente per la Franzoni.
Insomma la regione Puglia riteniamo sia una istituzione che ha fatto importanti interventi sull’occupazione e per cui confidiamo nell’assoluta  sensibilità di essere vicina al mondo della gente più debole che si espone per questo in prima persona perché il “grido di dolore” sia raccolto.
Noi diciamo ancora una volta alla “classe politica” di battere un colpo per farci capire se esiste. Siamo ancora in attesa, On. Boccia, del suo promesso intervento alla Camera. Non siamo in polemica con lei, sappiamo che se ne è occupato più di tutti nel passato e per questo gliene diamo merito. Oggi deve però farci capire, per favore,  se non può più presentare quella interrogazione o  interpellanza promessa chiarendocene i motivi.
Ovviamente ci riferiamo nel merito alla restituzione di 1,8 milioni di euro al Ministero dello Sviluppo Economico da parte della Franzoni Filati, poiché ritenuta dallo stesso Ministero inadempiente sul programma 488/92,  oltre alla concessione da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca di circa  8 milioni di euro per la definizione di un progetto di ricerca sul cotone antibatterico.
Noi diciamo basta a tutto questo e stiano tranquilli i nostri “avversari” che vorrebbero distruggerci che aimè per loro questo intento sarà solo una pura chimera.
La UILTA continuerà ad interpretare ed rappresentare il malessere profondo della nostra società,  sollecitando le istituzioni a dare prova di presenza attiva.

UILTA-UIL della BAT

Nessun commento:

Posta un commento