Non
si arrestano le segnalazioni che riguardano i comuni rivieraschi di Barletta,
Bisceglie e Trani. Una trentina di denunce raccolte dal Numero Verde
800.08.58.98 che testimoniano in alcuni casi uno stato di estremo degrado e di
inefficienza delle amministrazioni locali.
QUI
BARLETTA
Che
l’Ordinanza Balneare della Regione Puglia sia vigente non c’è dubbio. Ma le
lamentele accolte e girate all’indirizzo della neonata Capitaneria di Porto,
della Polizia Municipale locale e del Sindaco Maffei non hanno risolto il
problema dell’applicazione di quelle regole, scritte e concertate con gli
operatori economici e le associazioni di categoria del settore balneare. I lidi
e i venditori ambulanti continuano a non rispettare l’art. 3, comma n,
dell’Ordinanza Balneare che recita “è
vietato occupare
con ombrelloni, sedie o sdraio, natanti e/o altre attrezzature mobili ed oggetti
di qualsiasi natura la fascia di spiaggia (battigia), ampia non meno di metri 5,
destinata esclusivamente al libero transito con divieto di
permanenza”. Ci
domandiamo come mai sia difficoltoso se non addirittura impossibile circolare in
quella “fascia” di spiaggia, ove il bagnante volenteroso (e paziente) si prodiga
in imperiose gimcane tra lettini e sedie griffate. Eppure il federalismo
demaniale ha indicato la strada da seguire per i controlli e le sanzioni: la
L.R. 14/2011 ha disciplinato l’esercizio dei poteri di polizia amministrativa
sul demanio marittimo. L’Assessore al Bilancio e Demanio della Regione Puglia,
avv. Michele Pelillo, ha ribadito nella lettera prot. N. 258/SP indirizzata ai
Sindaci che “fermo restando le funzioni
di polizia esercitate dall’Autorità marittima, all’applicazione e
all’irrogazione della sanzione pecuniaria, nonché alla comminatoria della
decadenza del concessionario, provvederà il comune con il proprio
personale”.
Se a Nord
sulla costa permangono ruderi di costruzioni abusive rendendo impraticabile un
lungo tratto di spiaggia, paradossale è la situazione sulla costa sud dove due
lidi diversi hanno piazzato i rispettivi pali che segnano il limite dei cinque
metri della battigia a distanze diverse. La soluzione è semplice: ci risulta per
certo che la Capitaneria di Porto di Gallipoli, a seguito di nostre
segnalazioni, abbia eseguito controlli scrupolosi sulle concessioni demaniali,
misurando al centimetro tutte le distanze. Ci aspetteremmo un comportamento
uniforme su tutta la Puglia, ma non dubitiamo che queste misurazioni verranno
eseguite.
QUI
TRANI
Non va
meglio a Trani dove spiccano le denunce relative al degrado di Boccadoro e della
costa sud. A nord l’area di interesse naturalistico è abbandonata al suo
destino, con fenomeni di inquinamento da eutrofizzazione e rifiuti solidi
urbani. A sud sul lungomare Colombo giace agonizzante il rudere dell’ex
ristorante Memonada, una struttura fatiscente e pericolante, invasa da topi,
escrementi e rifiuti di ogni genere, facilmente accessibile con grave pericolo
per la pubblica incolumità in quanto le recinzioni sono state divelte e
scardinate dalla furia del moto ondoso. Accanto c’è l’ex lido Cocoméro che viene
utilizzato abusivamente come parcheggio per ciclomotori dei bagnanti, in quanto
non è presente alcuna barriera che ne impedisce l’accesso (violazione dell’art.
3, comma e, dell’Ordinanza Balneare). Su quest’area demaniale sono presenti
strutture portanti in materiale ligneo oggetto di atti vandalici. Dall’altra
parte, in corrispondenza del Monastero di Colonna, è “tradizione” avvicinarsi
alla riva con i natanti a motore, in barba a qualsiasi regola di buonsenso e
soprattutto trasgredendo l’Ordinanza di Sicurezza n° 15/2012 della Capitaneria
di Porto. Dobbiamo dire che i militari dell’Ufficio Locale Marittimo sono
intervenuti a più riprese, elevando i verbali di contestazione, ma è evidente
che servirebbero più controlli.
QUI
BISCEGLIE
Con Trani
condivide il problema dell’accessibilità alle spiagge: non solo per la presenza
di barriere fisiche (cancelli, sbarre, vie di accesso impraticabili) ma anche
per la carenza di parcheggi e di servizi pubblici.
Altre
lamentele riguardano la gestione del verde pubblico e della raccolta dei
rifiuti. In via Di Vittorio e via Galilei decine di pini cinquantenari sono
stati rimpiazzati da piante spelacchiate. V’è da chiedersi ci sia qualcuno che
riesca a discernere tra un patriarca verde e un tenero germoglio, in quanto si
possono definire in questi termini le proporzioni tra gli alberi abbattuti e
quelli messi a dimora. Da quando il WWF eseguì il censimento del verde pubblico
si è registrato un progressivo decremento del patrimonio verde, con la perdita
di centinaia di esemplari per morte o eradicazione.
Segnalazioni
estremamente dettagliate e puntuali, testimoniate da centinaia di foto scattate
durante il periodo estivo e nel corso dell’ultimo anno solare, documentano la
situazione di estremo disagio da parte dei cittadini dei quartieri periferici
della città S. Pietro, Seminario e soprattutto S. Andrea, dove il servizio di
raccolta dei rifiuti differenziati ed indifferenziati è oggetto di pesanti
critiche, i bidoni sono danneggiati se non addirittura inservibili e spesso si
accumulano cumuli di rifiuti accanto ai cassonetti e ai margini delle strade
cittadine. Su questa situazione ritorneremo con una nota che diffonderà il
materiale che ci è stato recapitato. Inoltre nella zona di espansione verso
Molfetta sono state segnalate discariche di materiale edile misto a cemento
amianto.
E anche
Bisceglie ha il suo potenziale Ecomostro in fieri. Una denuncia ha riguardato il
nuovo residence denominato “Salsello” che sta sorgendo in località “La Testa”
sul lungomare Paternostro. L’opera, che secondo il cartellone dei lavori esposto
avrebbe ottenuto la concessione edilizia, suscita non poche perplessità: forse è
troppo vicina alla linea di costa? Per ora c’è uno scavo profondo nella roccia
sormontato da una gru. Attendiamo risposte dagli Organi di Controllo.
La storia continua ……
WWF
PUGLIA
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