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lunedì 17 dicembre 2012

TRANI : Truffa nel settore delle rinnovabili, 13 arresti

Nei guai anche l'ex dirigente dell'ufficio tecnico Affatato. Sequestrati 10 impianti fotovoltaici sul territorio cittadino 

 La Guardia di Finanza, a fronte di 13 richieste di custodia cautelare, nelle prime ore di questa mattina ha arrestato Vincenzo Di Gennaro e Mario Taddei (in carcere), Michele Giannotti, Maria Francesca Di Martino, Ludovica Di Martino, Raffaele Landini, Umberto Piacquadio, Fabrizio Cuccovillo e Giuseppe Affatato (ai domiciliari). L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Trani, Roberto Oliveri Del Castillo, riguarda a vario titolo i reati di associazione a delinquere, falsità ideologica in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Le misure cautelari eseguite oggi giungono al termine di una complessa indagine svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bari e coordinata dal pm Michele Ruggiero. Indagati in particolare progettisti, titolari di società specializzate nell'installazione di impianti fotovoltaici e l'ex dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Trani, Affatato.
L'operazione è scaturita dagli esiti di un'attività investigativa su un'anomala concentrazione di impianti fotovoltaici in alcune aree del territorio tranese: gli specialisti del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, sulla base delle risultanze di mirati sorvoli eseguiti con unità aeree del Corpo del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, pervenivano ad un'analitica mappatura dell'area interessata dagli insediamenti fotovoltaici. I dati così acquisiti, incrociati con le risultanze delle banche dati in uso al Corpo, hanno permesso di ricostruire in modo puntuale gli assetti proprietari degli impianti energetici che, seppur sviluppati sul territorio senza soluzione di continuità, risultavano di proprietà di dieci società (con sede in Bolzano, Trani e Minervino Murge) apparentemente non legate da alcun rapporto di affari o interesse economico di sorta.

Gli ulteriori sviluppi investigativi hanno portato alla luce una serie di anomalie come la parziale coincidenza delle compagini societarie; la ricorrenza dei medesimi notai che avevano redatto gli atti costitutivi delle società, l'utilizzo di analoghi "modelli" per gli atti e i documenti prodotti dalle società interessate all'ottenimento delle autorizzazioni previste dalla normativa in campo energetico, la circostanza che gli incarichi per la realizzazione dei diversi siti energetici erano conferiti ai medesimi direttori dei lavori e progettisti. Queste evidenze, corroborate da ulteriori riscontri investigativi, hanno permesso svelare un sofisticato sistema fraudolento congegnato dai soggetti colpiti oggi dalla misura cautelare.

 E' stato infatti accertato che tre parchi fotovoltaici di grandi dimensioni erano stati "cartolarmente" frazionati in più impianti di potenza di poco inferiore ad 1 megawatt ciascuno realizzati - apparentemente - da società diverse, allo scopo di eludere la complessa procedura prevista per il rilascio della Autorizzazione Unica Regionale (A.U.R.) obbligatoria per le produzioni fotovoltaiche superiori ad 1 megawatt. Più in particolare, i parchi fotovoltaici realizzati nelle contrade tranesi di "Santa Perpetua" (di potenza nominale complessiva di circa 3 megawatt), di "De Cuneo" (di potenza nominale complessiva di circa 4 megawatt) e di "Santa Chiara" (di potenza nominale complessiva di circa 3 megawatt), benché suddivisi in più impianti di potenza inferiore ad un megawatt e formalmente riconducibili a soggetti economici diversi, erano, di fatto, riferibili ad un'unica proprietà e dunque ad un unico centro di interessi.
Così operando, gli indagati si potevano avvalere della procedura semplificata prevista per la dichiarazione di inizio attività (anziché di quella più complessa della autorizzazione unica regionale) riservata agli impianti fotovoltaici di minore potenza, (inferiori ad un megawatt) e dei benefici previsti dal "conto energia" che riconosce maggiori incentivi a favore degli impianti di produzione fotovoltaica di minor potenza. Questo modus operandi ha assicurato all'organizzazione criminale un ulteriore vantaggio. Il meccanismo del "conto energia", che premia con tariffe incentivanti l'energia prodotto dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni, diventato operativo con appositi decreti ministeriali nel 2006 (primo "conto energia"), è strettamente connesso alla data di entrata in esercizio dell'impianto fotovoltaico in quanto riconosce maggiori benefici agli impianti più datati, riservando, viceversa, agevolazioni via via decrescenti a quelli entrati in funzione negli anni successivi al 2006. L'utilizzo strumentale della D.I.A. (grazie al descritto sistema di frazionamento cartolare dei siti fotovoltaici) che garantisce tempi autorizzativi enormemente più brevi rispetto a quelli imposti dall'A.U.R., ha consentito, quindi, di sfruttare i primi e più vantaggiosi conti energia.

Le investigazioni della Guardia di Finanza hanno consentito di quantificare in 5 milioni di euro circa i pagamenti, a titolo di incentivo statale, erogati alle 10 società in poco più di un anno dal Gestore dei Servizi Energetici S.p.A. Si stima che se la truffa si fosse protratta per tutto il periodo assistito dagli incentivi energetici (20 anni) sarebbero state distratte risorse incentivanti per circa 100 milioni di euro. Complessivamente sono 20 i soggetti coinvolti (tra cui gli odierni destinatari di misura cautelare) negli illeciti accertati poiché a vario titolo responsabili dei reati di associazione a delinquere, falsità ideologica in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Sono stati infine sottoposti a sequestro preventivo 10 impianti fotovoltaici nonché sottoposte al medesimo vincolo cautelare somme di denaro presenti sui c/c della 10 società coinvolte nella frode accertata, per un valore equivalente alle erogazioni pubbliche indebitamente percepite ammontanti a circa 5 milioni di euro.

Trani Viva

 

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