TRANI : Truffa nel settore delle rinnovabili, 13 arresti
Nei guai anche l'ex dirigente dell'ufficio tecnico Affatato. Sequestrati 10 impianti fotovoltaici sul territorio cittadino
La Guardia di Finanza, a fronte di 13 richieste di custodia cautelare, nelle prime ore di questa mattina ha arrestato Vincenzo Di Gennaro e Mario Taddei (in carcere), Michele Giannotti, Maria Francesca Di Martino, Ludovica Di Martino, Raffaele Landini, Umberto Piacquadio, Fabrizio Cuccovillo e Giuseppe Affatato
(ai domiciliari). L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del
Tribunale di Trani, Roberto Oliveri Del Castillo, riguarda a vario
titolo i reati di associazione a delinquere, falsità ideologica in atto
pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni
pubbliche. Le misure cautelari eseguite oggi giungono al termine di una
complessa indagine svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Bari e
coordinata dal pm Michele Ruggiero. Indagati in particolare progettisti,
titolari di società specializzate nell'installazione di impianti
fotovoltaici e l'ex dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Trani,
Affatato.
L'operazione è scaturita dagli esiti di un'attività investigativa su
un'anomala concentrazione di impianti fotovoltaici in alcune aree del
territorio tranese: gli specialisti del Nucleo di Polizia Tributaria di
Bari, sulla base delle risultanze di mirati sorvoli eseguiti con unità
aeree del Corpo del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, pervenivano ad
un'analitica mappatura dell'area interessata dagli insediamenti
fotovoltaici. I dati così acquisiti, incrociati con le risultanze delle
banche dati in uso al Corpo, hanno permesso di ricostruire in modo
puntuale gli assetti proprietari degli impianti energetici che, seppur
sviluppati sul territorio senza soluzione di continuità, risultavano di
proprietà di dieci società (con sede in Bolzano, Trani e Minervino
Murge) apparentemente non legate da alcun rapporto di affari o interesse
economico di sorta.
Gli ulteriori sviluppi investigativi hanno portato alla luce una serie
di anomalie come la parziale coincidenza delle compagini societarie; la
ricorrenza dei medesimi notai che avevano redatto gli atti costitutivi
delle società, l'utilizzo di analoghi "modelli" per gli atti e i
documenti prodotti dalle società interessate all'ottenimento delle
autorizzazioni previste dalla normativa in campo energetico, la
circostanza che gli incarichi per la realizzazione dei diversi siti
energetici erano conferiti ai medesimi direttori dei lavori e
progettisti. Queste evidenze, corroborate da ulteriori riscontri
investigativi, hanno permesso svelare un sofisticato sistema fraudolento
congegnato dai soggetti colpiti oggi dalla misura cautelare.
E' stato infatti accertato che tre parchi fotovoltaici di grandi
dimensioni erano stati "cartolarmente" frazionati in più impianti di
potenza di poco inferiore ad 1 megawatt ciascuno realizzati -
apparentemente - da società diverse, allo scopo di eludere la complessa
procedura prevista per il rilascio della Autorizzazione Unica Regionale
(A.U.R.) obbligatoria per le produzioni fotovoltaiche superiori ad 1
megawatt. Più in particolare, i parchi fotovoltaici realizzati nelle
contrade tranesi di "Santa Perpetua" (di potenza nominale complessiva di
circa 3 megawatt), di "De Cuneo" (di potenza nominale complessiva di
circa 4 megawatt) e di "Santa Chiara" (di potenza nominale complessiva
di circa 3 megawatt), benché suddivisi in più impianti di potenza
inferiore ad un megawatt e formalmente riconducibili a soggetti
economici diversi, erano, di fatto, riferibili ad un'unica proprietà e
dunque ad un unico centro di interessi.
Così operando, gli indagati si potevano avvalere della procedura
semplificata prevista per la dichiarazione di inizio attività (anziché
di quella più complessa della autorizzazione unica regionale) riservata
agli impianti fotovoltaici di minore potenza, (inferiori ad un megawatt)
e dei benefici previsti dal "conto energia" che riconosce maggiori
incentivi a favore degli impianti di produzione fotovoltaica di minor
potenza. Questo modus operandi ha assicurato all'organizzazione
criminale un ulteriore vantaggio. Il meccanismo del "conto energia", che
premia con tariffe incentivanti l'energia prodotto dagli impianti
fotovoltaici per un periodo di 20 anni, diventato operativo con appositi
decreti ministeriali nel 2006 (primo "conto energia"), è strettamente
connesso alla data di entrata in esercizio dell'impianto fotovoltaico in
quanto riconosce maggiori benefici agli impianti più datati,
riservando, viceversa, agevolazioni via via decrescenti a quelli entrati
in funzione negli anni successivi al 2006. L'utilizzo strumentale della
D.I.A. (grazie al descritto sistema di frazionamento cartolare dei siti
fotovoltaici) che garantisce tempi autorizzativi enormemente più brevi
rispetto a quelli imposti dall'A.U.R., ha consentito, quindi, di
sfruttare i primi e più vantaggiosi conti energia.
Le investigazioni della Guardia di Finanza hanno consentito di
quantificare in 5 milioni di euro circa i pagamenti, a titolo di
incentivo statale, erogati alle 10 società in poco più di un anno dal
Gestore dei Servizi Energetici S.p.A. Si stima che se la truffa si fosse
protratta per tutto il periodo assistito dagli incentivi energetici (20
anni) sarebbero state distratte risorse incentivanti per circa 100
milioni di euro. Complessivamente sono 20 i soggetti coinvolti (tra cui
gli odierni destinatari di misura cautelare) negli illeciti accertati
poiché a vario titolo responsabili dei reati di associazione a
delinquere, falsità ideologica in atto pubblico e truffa aggravata per
il conseguimento di erogazioni pubbliche. Sono stati infine sottoposti a
sequestro preventivo 10 impianti fotovoltaici nonché sottoposte al
medesimo vincolo cautelare somme di denaro presenti sui c/c della 10
società coinvolte nella frode accertata, per un valore equivalente alle
erogazioni pubbliche indebitamente percepite ammontanti a circa 5
milioni di euro.
Trani Viva
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