Riparte per il secondo anno la nuova fase sperimentale del sistema
regionale di emergenza e soccorso sanitario in mare “Emersanmare”, nato
in sinergia con l’Assessorato regionale alla Sanità. A ribadirlo e a
fornire ulteriori spiegazioni su come il progetto sarà articolato, è
stato l’assessore alla Protezione civile Fabiano Amati.
“Abbiamo sottoscritto infatti una convenzione con tre associazioni di
volontariato di Protezione civile e con la Lega Navale Italiana per
l’immediata attivazione della fase sperimentale di quest’anno, che
durerà fino alla fine del mese di settembre e che potrà contare su 13
diversi presidi in altrettanti comuni pugliesi e su tre idroambulanze e
dieci idromoto, tutte munite di attrezzatura per il soccorso sanitario a
bordo. Il nostro obiettivo è quello di far diventare
Emersanmare un servizio ordinario e costante in mare ma per riuscire a
far questo, abbiamo la necessità di mettere prima a punto la macchina
organizzativa delle segnalazioni e dei soccorsi, nonché di raccordare
tutti i soggetti interessati, dagli operatori di Protezione civile e del
118 alle autorità marittime”.
Sono circa 60 i volontari formati e costantemente aggiornati sul
soccorso sanitario in mare; da oggi ed entro i prossimi due giorni,
saranno attivate ben 13 postazioni Emersanmare, operative dalle ore 9.00
alle ore 19.00, nei comuni di Isole Tremiti – San Domino, Lesina
Marina, Rodi Garganico, Margherita di Savoia, Bisceglie, Giovinazzo, Bari, Polignano a Mare, Monopoli, Fasano – Savelletri, Otranto, Porto Cesareo e Castellaneta Marina.
L’individuazione e la localizzazione dei presidi è stata stabilita in
base ad una serie di condizioni afferenti alla presenza territoriale
delle Associazioni e dei relativi operatori specificamente formati per
la gestione dei mezzi, alla possibilità di ospitare a titolo gratuito le
squadre di operatori, e all’esigenza di attivare la sperimentazione
integrata per lunghi tratti di costa che abbiano postazioni tra loro
vicine, cercando al contempo di testare la continuità di un servizio
costiero con l’esigenza di attivare la sperimentazione anche nell’area
del Salento, dove l’anno scorso, nonostante le 11 postazioni attivate,
non era stato possibile svolgere le attività di Emersanmare.
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