Si allunga tragicamente e inesorabilmente la scia
di sangue sulle strade pugliesi. L’ultima vittima, in ordine
cronologico, si chiamava Giuseppe Lastella, trentottenne agente
immobiliare di Corato, che, nel tardo pomeriggio di ieri, qualche minuto
dopo le 19, mentre si trovava in sella alla sua moto, una «Kawasaki
Z750» di colore rosso, per cause in corso di accertamento si è
schiantato contro un’auto con a bordo una coppia di anziani tranesi.
La tragedia è avvenuta sulla provinciale che collega Corato a Trani, all’altezza dell’incrocio con la strada vicinale Farucci, poco prima del restringimento della carreggiata per chi da Corato arriva a Trani.
Per la vittima non c’è stato nulla da fare. Lastella è praticamente morto sul colpo. Dalla prima ricostruzione dei fatti e dai rilievi che la Polizia stradale ha eseguito sul posto, sembrerebbe che il motociclista stesse percorrendo la strada in direzione di Trani e che davanti a sé avesse trovato una «Fiat Panda» che viaggiava in senso opposto al suo. L’utilitaria, almeno in base ai primissimi rilievi, all’altezza dello svincolo per la sala ricevimenti «Tenuta Donna Lavinia», avrebbe svoltato a sinistra, proprio mentre il 38enne coratino stava iniziando la manovra di sorpasso.
A quel punto, per ragioni in corso di accertamento, lo sfortunato motociclista coratino ha perso il controllo della dueruote ed è finito per impattare violentemente contro l’autovettura che lo precedeva.
Inutili i tentativi dei medici del servizio di emergenza del 118, giunti subito sul posto: per Giuseppe Lastella purtroppo non c’era più nulla da fare.
Leggermente contusi e fortemente choccati i due anziani sessantenni che viaggiavano a bordo dell’auto. Adesso saranno gli accertamenti tecnici della Polizia stradale a stabilire tutti i dettagli utili all’accertamento della verità. E, fra l’altro, se la «Panda», prima di girare avesse indicato con la freccia la volontà di svoltare o se invece la segnalazione visiva non c’è stata.
Sull’asfalto i segni del violento impatto fra la moto e l’utilitaria e il lenzuolo sotto il quale, davanti alla doppia linea di mezzeria, giaceva il corpo senza vita del 38enne professionista che a Corato conoscevano tutti e che tutti consideravano un bravo ragazzo, con tanta voglia di vivere e di fare.
Un giovane con una passione smisurata per la sua motocicletta, la stessa moto con la quale ha troncato la sua giovane esistenza, piena di tante brillanti speranze e aspettative infrante nel caldo pomeriggio della domenica che precede Ferragosto, contro quell’auto, su una strada che probabilmente conosceva benissimo e che migliaia di volte aveva percorso in sella al suo bolide.
A Corato la notizia ha fatto immediatamente il giro della città e sul posto, pochi minuti dopo, sono arrivati tantissimi amici e parenti di Giuseppe Lastella che, increduli e distrutti dal dolore, non hanno potuto fare altro che constatare la realtà dei fatti tra la disperazione, i pianti e le urla per quella inaspettata morte di un giovane considerato una persona con la testa sulle spalle e piena di progetti.
Gli altri due feriti, non gravi, sono stati trasportati dalle ambulanze del 118 rispettivamente agli ospedali di Andria e Trani, dove sono stati giudicati guaribili in pochi giorni. Sull’accaduto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, doverosamente, ha aperto un’inchiesta allo scopo di ricostruire nei dettagli la tragica sequenza e di risalire alle eventuali responsabilità dell’accaduto.
La tragedia è avvenuta sulla provinciale che collega Corato a Trani, all’altezza dell’incrocio con la strada vicinale Farucci, poco prima del restringimento della carreggiata per chi da Corato arriva a Trani.
Per la vittima non c’è stato nulla da fare. Lastella è praticamente morto sul colpo. Dalla prima ricostruzione dei fatti e dai rilievi che la Polizia stradale ha eseguito sul posto, sembrerebbe che il motociclista stesse percorrendo la strada in direzione di Trani e che davanti a sé avesse trovato una «Fiat Panda» che viaggiava in senso opposto al suo. L’utilitaria, almeno in base ai primissimi rilievi, all’altezza dello svincolo per la sala ricevimenti «Tenuta Donna Lavinia», avrebbe svoltato a sinistra, proprio mentre il 38enne coratino stava iniziando la manovra di sorpasso.
A quel punto, per ragioni in corso di accertamento, lo sfortunato motociclista coratino ha perso il controllo della dueruote ed è finito per impattare violentemente contro l’autovettura che lo precedeva.
Inutili i tentativi dei medici del servizio di emergenza del 118, giunti subito sul posto: per Giuseppe Lastella purtroppo non c’era più nulla da fare.
Leggermente contusi e fortemente choccati i due anziani sessantenni che viaggiavano a bordo dell’auto. Adesso saranno gli accertamenti tecnici della Polizia stradale a stabilire tutti i dettagli utili all’accertamento della verità. E, fra l’altro, se la «Panda», prima di girare avesse indicato con la freccia la volontà di svoltare o se invece la segnalazione visiva non c’è stata.
Sull’asfalto i segni del violento impatto fra la moto e l’utilitaria e il lenzuolo sotto il quale, davanti alla doppia linea di mezzeria, giaceva il corpo senza vita del 38enne professionista che a Corato conoscevano tutti e che tutti consideravano un bravo ragazzo, con tanta voglia di vivere e di fare.
Un giovane con una passione smisurata per la sua motocicletta, la stessa moto con la quale ha troncato la sua giovane esistenza, piena di tante brillanti speranze e aspettative infrante nel caldo pomeriggio della domenica che precede Ferragosto, contro quell’auto, su una strada che probabilmente conosceva benissimo e che migliaia di volte aveva percorso in sella al suo bolide.
A Corato la notizia ha fatto immediatamente il giro della città e sul posto, pochi minuti dopo, sono arrivati tantissimi amici e parenti di Giuseppe Lastella che, increduli e distrutti dal dolore, non hanno potuto fare altro che constatare la realtà dei fatti tra la disperazione, i pianti e le urla per quella inaspettata morte di un giovane considerato una persona con la testa sulle spalle e piena di progetti.
Gli altri due feriti, non gravi, sono stati trasportati dalle ambulanze del 118 rispettivamente agli ospedali di Andria e Trani, dove sono stati giudicati guaribili in pochi giorni. Sull’accaduto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, doverosamente, ha aperto un’inchiesta allo scopo di ricostruire nei dettagli la tragica sequenza e di risalire alle eventuali responsabilità dell’accaduto.
di Nicola Mangialardi
fonte : Gazzetta del Mezzogiorno
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