Un atto sacrilego, purtroppo non il primo. Per la seconda volta a
Trinitapoli è stata profanata l’Eucarestia: è successo nella parrocchia
Cristo Lavoratore, a distanza di quattro anni, con il furto di una
pisside che conteneva ostie consacrate e un’ostia magna, anch’essa
consacrata.
Il tabernacolo contenente le ostie è stato trovato dilaniato, non
essendo stato aperto con la chiave; alcune ostie erano per terra.
“Col cuore ecclesiale ferito, diciamo subito a chi ha compiuto
l’atto sacrilego: ravvediti, consegna le ostie consacrate portandole in
Chiesa” si legge in una nota firmata dall’Arcivescovo Giovan
Battista Pichierri, dal Vicario Episcopale Mons. Giuseppe Pavone e dal
Parroco, Don Gabriele Dipaola.
La profanazione eucaristica è un crimine che la Chiesa condanna con
la scomunica, considerando cioè il colpevole di tale gesto fuori dalla
comunità cristiana.
La Chiesa Diocesana ha organizzato un programma di “riparazione
eucaristica” e ogni parrocchia è stata invitata a celebrare una Santa
Messa riparatrice.
Il programma della “riparazione eucaristica”, si è concluso ieri:
9-10-11 agosto ore 23.00/24.00, Adorazione Eucaristica sul piazzale antistante il tempio della Parrocchia di Cristo Lavoratore.
12 agosto ore 19.00, Santa Messa e processione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo sul piazzale antistante la parrocchia.
In questo clima di evidente confusione si aggiunge anche uno scontro politico oramai continuo ed infruttuoso, che ha visto negli ultimi mesi raggiungere livelli mai visti prima.
La religione cristiana per chi è credente a Trinitapoli è stata sempre vista come una speranza nei momenti di difficoltà . Questo gesto sacrilego in un momento storico particolare, potrebbe essere interpretato come una sfida alle nostre radici cristiane ed ai nostri valori.
L'invito fatto ieri alla comunità in sintesi è quello di vivere maggiormente da cristiani e non soltanto vantarsi o strumentalizzare la religione per scopi personali.
Tutta la comunità credente dovrebbe applicare i valori della religione cristiana nel proprio lavoro tutti i giorni della propria vita, fungendo da esempio ai non credenti e trasmettere forza ai propri fratelli in difficoltà.
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