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martedì 11 settembre 2012

BARLETTA e i fatti del '43. "Ricordare per ricercare il giusto e il bene"

 Il consigliere regionale Franco Pastore  prende parte questa sera alle 19 presso la caserma “Stella” alle cerimonie per commemorare a Barletta i fatti del settembre 1943 e domani alle 11.45 alla cerimonia in piazza Caduti di guerra per la commemorazione dell’eccidio del 12 settembre. Pastore ha rilasciato al riguardo la seguente considerazione.
 “La storia non è solo un racconto, una cronaca, ma è un passato ricco di senso che si proietta sul futuro. Se e quando manca, le cose mancano di significato e non si distingue più quello che è bene e quello che è male. Resta tutto indistinto e si agisce senza criteri, incapaci di scegliere e orientarsi, in una parola senza Memoria.
E’ con questa consapevolezza che prendo parte alle celebrazioni che in questi giorni vengono compiute nella mia città, a Barletta, in ricordo dei fatti del settembre del ’43, nei giorni successivi all’armistizio.  Barletta, dopo quell’8 settembre (pur nella confusione di quel momento storico in cui quelli che fino al giorno prima erano stati alleati erano divenuti i nemici più pericolosi) , non si piegò alla forza e violenza dei tedeschi e resistette loro.  La città, soprattutto i militari, combatterono. Le giornate dell’11 e 12 settembre per la storia della città sono diventate memorabili, perché la resistenza al sud Italia prese inizio proprio da Barletta, come  hanno riconosciuto storici e studiosi, su tutti il tedesco Schreiber, il giornalista Mauro Pirani, Roberto Olla. Le vittime, però, non furono solo militari, ma anche civili, come i vigili urbani e i netturbini prelevati dal comando e trascinati spalle al muro dell’ex edificio delle Poste, dove furono trucidati. Da quel mucchio di cadaveri come per miracolo venne fuori un superstite, Francesco Falconetti. Oggi e domani ricorderemo i giorni di battaglia a Barletta, guidata dal colonnello Francesco Grasso. La morte di quelle persone valse alla città la medaglia d’oro al merito civile.
Ma mi preme sottolineare l’importanza che la memoria non si limiti a essere una ricorrenza sul calendario né una occasione istituzionale, bensì un ricordo che ci accompagni ogni giorno, un antidoto alla possibilità che un nuovo cortocircuito della morale, della banalità e della superficialità di uomini, obbedienti e non pensanti, possa riproporsi alla storia e alla civiltà. Un ricordo che ci accompagni nei gesti quotidiani, ancor più quando si rivestono cariche pubbliche e istituzionali, perché la guida sia sempre ricercare il giusto e non il comodo, il bene comune e non quello particolare o di pochi”.

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