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giovedì 13 settembre 2012

MARGHERITA DI SAVOIA : Scuola, contro il caro-libri e i tagli si torna in classe tra le proteste

Scuola, contro il caro-libri e i tagli si torna in classe tra le protesteCominciano le lezioni per 845mila studenti del Lazio. Al Socrate e al Margherita di Savoia flashmob e proteste: "Riparte la lotta". Genitori tutto-fare hanno consentito ai figli il rientro nelle aule: dalla Pisacane all'Alfieri i papà hanno ridipinto le aule e recuperato banchi per l'inizio dell'anno. Esultano gli universitari di Roma Tre: "Monti non viene, è una vittoria"

di VIOLA GIANNOLI e SARA GRATTOGGI Suona la prima campanella dell'anno scolastico e scattano anche le proteste. Il flash mob organizzato da Rete degli studenti davanti al Liceo delle Scienze Umane Margherita di Savoia di Roma, e replicato anche a davanti al Socrate, ha attirato l'attenzione di ragazzi, genitori e docenti. Un'iniziativa che nel suo slogan contiene le priorità degli studenti e quelle che invece sembrano essere le priorità del governo: ''Make school not war''. Due carrelli della spesa hanno sfilato davanti all'istituto: uno con le richieste del mondo della formazione italiana per scuola e università, investimenti per l'istruzione, per i docenti, per l'edilizia, per la ricerca; l'altro colmo dei temi che sembra siano in cima alla ''lista della spesa'' del governo, armi e guerra.

"Inizia la scuola, riparte la lotta". E' invece lo slogan il Fronte della Gioventù Comunista con cui si è presentato davanti al liceo Socrate a Garbatella, come in altri licei d'Italia, per dare avvio a una campagna di protesta che proseguirà nei prossimi giorni nelle scuole contro il caro libri, i contributi studenteschi, i tagli all'istruzione pubblica. Davanti ad altri istituti della capitale, i ragazzi dell'Unione degli studenti hanno iscenato un'asta: "Vendesi scuola pubblica, in edificio d'epoca, con annessi saperi liberi, già provvista di studenti e docenti, aule, laboratori, palestre (poco) abitabili. Vista su rovine del futuro. Chiamare ore tagli. Astenersi perditempo". E' il primo atto della campagna comunicativa di denuncia delle
condizioni scolastiche verso la manifestazione nazionale convocata per il 12 ottobre. Una cinquantina di militanti di Lotta Studentesca, invece, si sono radunati al liceo Newton per celebrare un "funerale alla scuola pubblica". Armati di tomba, lapide e lumini hanno dato vita a una protesta singolare: "La Spending Review, il provvedimento imposto dal Governo finirà davvero per essere la tomba dell'istruzione pubblica", dicono i militanti del movimento. Hanno tentato di occupare l'istituto ma inutilmente. "Erano pochi studenti - spiega la neo preside del Newton, Ivana Uras- gli abbiamo spiegato che questo non era il modo di iniziare l'anno: sono metodi vecchi. Probabilmente volevano un po' di eco mediatica, ma io li ho invitati ad uscire perché gridavano 'occupazione'. In realtà sono sempre rimasti in cortile e tutto si è svolto serenamente. In ogni caso nei prossimi giorni parlerò con gli studenti di questo episodio, nel segno del dialogo. Voglio capire da quale matrice interna è scaturito perché è comunque indice di un disagio. Dirò chiaramente che io farò sempre rispettare la legalità e il diritto allo studio e cose come l'occupazione di sicuro non le permettero'".

"Inizia per gli studenti un anno molto difficile - afferma Alessandro Mustillo, segretario del FGC - a partire dall'aumento dei libri di testo, sempre meno sostenibili per le famiglie, che si troveranno costrette a pagare anche contributi più alti, spesso richiesti come obbligatori. I vincoli imposti dall'Unione Europea sul pareggio di bilancio, renderanno ancora minori i finanziamenti all'edilizia scolastica, aggravando la condizione degli edifici, già fortemente compromessa". Volantinaggi e striscioni anche a liceo Virgilio in via Giulia. Gli studenti hanno appeso un grande lenzuolo con scritto "Contro crisi e austerità, riprendiamoci scuole e città". Lo stesso slogan che guiderà il primo corteo studentesco dell'autunno indetto per il 5 ottobre a livello nazionale ma con mobilitazioni territoriali.

Sotto la pioggia sono così ricominciate le lezioni per 845.105 studenti del Lazio, di cui 514.743 in provincia di Roma. Se gli studenti delle superiori hanno salutato l'avvio dell'anno scolastico con proteste e flashmob in vari istituti, dal Socrate al Margherita di Savoia, fra i principali protagonisti dell'apertura delle scuole ci sono anche quest'anno i genitori, che durante l'estate si sono trasformati in tutto-fare per consentire una riapertura il più possibile priva di disagi per i propri figli, in particolare negli asili e alle elementari. C'è chi ha tinteggiato le aule, chi ha fornito gli arredi, chi ha eseguito interventi di manutenzione in classe e chi è stato impiegato in controlli e sopralluoghi dei lavori di ristrutturazione delle strutture. Le esperienze fai-date sono molteplici: se i genitori della Pisacane nei giorni scorsi hanno imbiancato le aule della materna, quelli dell'elementare Alfieri lo hanno fatto durante l'estate, occupandosi anche delle piccole riparazioni: da quella delle porte a quella degli avvolgibili.

Esultano gli studenti dell'università Roma Tre: "Monti ha deciso di non venire: è una vittoria. Un governo messo su dalle banche non si può permettere contestazioni'', ripete un giovane ai suoi 'colleghi' in attesa che alla facoltà di Roma si svolga l'annunciato convegno che vede la presenza anche del premier e del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Monti dovrebbe partecipare all'incontro solo in videoconferenza mentre l'arrivo di Visco resta confermato. ''E' difficile organizzare l'occupazione perché siamo all'inizio dell'anno - spiega tra i pochi convenuti alla protesta uno studente di giurisprudenza - ma è importante dimostrare che l'università non è d'accordo, soprattutto con il massacro sociale''. Molti manifesti sono stati attaccati dai collettivi studenteschi davanti alla facoltà: ''Monti e Visco in cattedra sul tema: 'Ripensare la politica per governare l'economia'. Ci provocano. Per alimentare profitto, rendita, speculazione, debitocrazia, privilegi, casta, mafie, Tav, Ilva. Seminano precarietà, selezione classista, tasse, tagli, espropriazione dei beni comuni, stato di polizia, razzismo, sessismo, devastazione ambientale, nocivita'. Raccoglieranno tempesta''.

Nel volantino distribuito in facoltà si leggono le ragioni della protesta. Parlando della politica economica infine gli studenti rammentano ''la cancellazione di importanti settori del welfare che incidono direttamente sulla vita dello studente''. Si sottolinea poi che ''il welfare universitario e le borse di studio saranno sostituiti dal debito d'onore. L'intensione è quella di indebitarti anche in quanto studente mentre è già in atto un aumento insostenibile delle tasse universitarie''. Ma c'è anche un altro motivo di lamentela: ''All'incontro con i 'tecnici' sarà possibile partecipare solo pagando una cifra che parte da un minimo di 20 euro per giungere a 80 euro per accedere ai lavori. Nella concezione del rettore e dei suoi ospiti l'università è un luogo dove gli spazi pubblici di partecipazione possono essere sottoposti come oggi ad eclatanti restrizioni, in coerenza con il disegno dell'università che loro vorrebbero: esclusiva, classista, dei pochi 'meritevoli', cioè coloro i quali potranno permettersela''.


Fonte : Reppubblica

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