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giovedì 13 settembre 2012

TRANI : Suona la campanella e si svuota il portafoglio

Tralasciamo per una volta la mancanza di strisce pedonali, l’assenza di spazi adeguati a talune attività didattiche, le aule minuscole dove piove dentro quando piove, i nonni vigili che speriamo siano ancora nonni quando entreranno in servizio. Numerose sono le barriere che si ergono davanti ad uno studente nel suo percorso di studi, nel libero accesso ai saperi. Una di queste è il costo dei libri scolastici.

In questi giorni, a cominciare da ieri, anche le scuole tranesi e del territorio hanno riaperto i battenti, e già numerose segnalazioni di lamentele sono giunte in redazione. Gran parte di queste riguardano appunto il caro-libri. Alla seconda rata dell’Imu, al rincaro della benzina e delle utenze, ai costi delle «caldaie impazzite», si aggiunge a settembre la spesa per i libri di testo della scuola, anche quella dell’obbligo. Edizioni sempre più innovative ma sempre più costose. Un “Promessi Sposi”, per non dire anche di altri classici, che da una classe all’altra non valgono più e se ne richiedono nuove edizioni, come se Manzoni o Dante o Virgilio fatto testi remixati, diversi), libri acquistati nuovi lo scorso anno e che sono già invendibili al mercatino dell’usato.

Segnala il sig. Franco G., tranese padre di famiglia monoreddito come si suol dire: «Ho due figli adolescenti, naturalmente studenti. Ho qui con me lo scontrino dell’acquisto dei soli libri per le due classi che frequentano: 420 euro. Non aggiungo quaderni e tutto il resto. Parlo dei libri. E ci si lamenta per l’Imu, per l’Irpef e cose varie? Ma perché ogni anno questa storia si ripete? Libri che cambiano, edizioni nuove che variano solo di qualche pagina: ma perché nessuno si occupa di questa che per me è una tragedia economica (e per altri è anche peggio) che non possiamo evitare?»”. Ma c’è di più: «Quando abbiam portato i libri dello scorso anno e di due anni fa per venderli al mercato dell’usato, ci hanno detto: potete buttarli, non servono a nessuno». La Federconsumatori ha calcolato che in una spesa già molto alta di corredo per la scuola, quello che incide di più è l’aumento dei testi. Quest’anno mediamente per i libri più 2 dizionari si spenderà il +5% rispetto a studente rispetto allo scorso anno. Un spesa che si moltiplica quando i figli sono più d’uno. L’istruzione diventa così un calvario per le famiglie. Del caro-libri ci si lamenta da sempre, ma nessuno sembra poter fermare questa spesa annuale. Eppure c’era una proposta di legge parlamentare del 25 giugno 2008 che testualmente diceva così: “Art. 1. I libri di testo adottati da ciascun istituto scolastico, pubblico o privato, non possono essere sostituiti prima di tre anni dalla loro adozione”. Quella proposta nella presentazione diceva anche: “È sotto gli occhi di tutti quel che accade in materia di adozione di libri di testo che, in molti istituti, vengono cambiati con ritmo vertiginoso, costringendo i genitori di ciascun allievo a fare «salti mortali» per trovare le somme necessarie per l’acquisto di libri che, in molti casi, potrebbero essere già disponibili in casa se non fosse stato ritenuto obsoleto il libro utilizzato solo un anno prima, magari dal figlio maggiore. Con la presente proposta di legge si vuole porre un freno alla vertiginosa corsa all’adozione di nuovi libri di testo, prevedendo che essa non possa avvenire prima dei tre anni dalla precedente. una spesa obbligata che, però, è un salasso».

Che fine avrà fatto? Cestinata, probabilmente, mentre ci si affanna sulla spendig review. Perché non pensare a controllare queste spese che le famiglie devono accollarsi? Altro che scuola tecnologica: «I ragazzi a casa – dice il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, nel testo di auguri per il nuovo anno scolastico - hanno il mondo a portata di tastiera. Navigano su internet, viaggiano, apprendono. Non appena varcano il portone della scuola precipitano, purtroppo, nel passato». Con adeguamento Istat solo per i prezzi dei libri.


di Lucia De Mari
Fonte Gazzetta del Mezzogiorno

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