ALLA FINE, I CITTADINI CHIEDONO LA REALIZZAZIONE DELLE
OPERE E IL PREMIO ALLA MERITOCRAZIA.
SPESSO NON ACCADE.
Prendiamo
spunto ma solo spunto dal caso dei dirigenti del comune di Barletta che
continua a far discutere. Non ci soffermiamo sui casi in specie, anche perché a
tal proposito la nostra opinione sarebbe fortemente condizionata da taluni
episodi spiacevoli e negativi che abbiamo registrato nel corso degli anni
proprio nei rapporti con alcuni dei personaggi coinvolti.
Ciò che invece
riteniamo sia degna di attenzione e di approfondimento è un’analisi più
generale che vede il prevalere di situazioni sgradevoli quanto inaccettabili
seppur divenute comune forma di comportamento che ci porta a dover constatare
come questa categoria di “privilegiati” della cosa pubblica sia non già sempre
l’espressione delle migliori professionalità selezionate con criteri di
meritocrazia e di imparzialità ma spesso il risultato di compromessi e di
logiche spartitorie che si consumano tutte all’interno di collaudati e
deplorevoli meccanismi politico-partitici quali forme compensative e scambiste.
A fronte, quindi, di una condizione di elevatissimo privilegio, anche
retributivo, verrebbe così meno quel rapporto che proprio la legge ha voluto
cioè la divisione netta tra compiti, poteri e competenze del ruolo dei
dirigenti rispetto a quelli dei rappresentanti politici. E’ proprio la
“rottura” di questa “separazione”, che dovrebbe invece essere elemento di
garanzia e di corrette prassi, ad aver annientato certezze e rispetto
istituzionale.
Quando
questo “distacco di poteri” viene meno, come accade abitualmente in quasi tutte
le realtà amministrative proprio a causa di perversi meccanismi che legano in
molti e diversi modi i “due poteri”, si registrano anomalie che portano a
situazioni estreme come quelle registrate in diverse circostanze. Oltre queste
considerazioni sarebbe altresì opportuna una valutazione di merito sulla quale
ancora in pochi si soffermano ed è quella relativa al “grado di soddisfazione”
rispetto alle prestazioni così ben retribuite. Non è sufficiente, non è per
nulla sufficiente giustificare gli insuccessi e le mancate realizzazioni o il
mancato raggiungimento degli obiettivi (anche quelli, gli obiettivi raggiunti
vengono ulteriormente e profumatamente retribuiti attingendo all’apposito fondo
predisposto per i privilegiati) ricercando responsabilità ed omissioni nella
gestione politica. Questo comodo alibi verrebbe meno proprio se il potere del dirigente fosse
nettamente distinto da quello politico. Basti guardare un minimo di
documentazione per verificare come in taluni comuni permangano competenze
dirigenziali e relativi oneri anche dopo la soppressione, di fatto, dei
relativi Settori o accorpamento degli stessi con altri facenti capo ad altri
dirigenti.
In
realtà, quindi, quello che la gente chiede è efficienza e operatività e quando
queste ci sono si potrebbero giustificare anche condizioni estreme seppur al
limite ma quando quelle condizioni estreme coincidono con la mancata
realizzazione di strumenti e di opere indispensabili per la Comunità, allora la gente
fa bene ad incazzarsi e a pretendere spiegazioni e provvedimenti.
A
proposito di Barletta, vogliamo solo ricordare che a distanza di oltre dieci
anni dal termine imposto dalla Regione Puglia, ad oggi ancora la città è priva
dei minimi strumenti programmatici per le attività commerciali, nonostante gli
“affidamenti” di incarichi.
E’
ovvio che di fronte ad un’omissione di questo tipo che comporta tutta una serie
di conseguenze anche in termini di sviluppo e di prospettiva, la gente non
capisce e quando la gente non capisce può accadere di tutto, anche a Barletta.
Il Presidente
f.to Savino Montaruli
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