Espone dal 19 ottobre al 30 novembre
2012, 4 Paesaggi-cultura nella Mostra Urban Street, presso lo spazio permanente FASHION ART a Molfetta.
Non è
l’arte irriverente che prorompe nelle strade riflettendo come lo specchietto
retrovisore di un’automobile, la sagoma che stiamo cercando… bensì la linea
sottile tra le indolenti trame del dettaglio urbano e il good mood della storia
molto personale di ventidue artisti. Volumi di paesaggi, prospettive per un
punto d’arrivo e segni inconfondibili di una partenza non dettati da cibarie
comuni, ma dal genoma della narrazione umana rendono la strada il proprio
habitat per trapiantarsi in un altro ecosistema o in questo “luogo”, continuano
a vivere le proprie cicliche storie in un random polifonico e poliforme.
Non un
percorso di valutazione dello spazio urbano ma un oblò composto da piccoli
territori come le città invisibili di Italo Calvino. Sono città di viaggiatori
che occupano spazi. Lasciano impronte su altre impronte creando un percorso
che, infine, diventa meta. Perché tutte le strade portano da qualche parte.
Tutto
ciò che osservi è il lento susseguirsi di una storia suddivisa in capitoli di
un matrix.
E’ come
un talentuoso bisogno di illusione creato dall’occhio stesso che vuole
raccontare spiando come un viaggiatore un po’ assonnato alle ricerca di una
nuova città -tutte le meraviglie che può scovare in un niente.
L’infinitesimamente piccolo che- per farsi sentire – deve urlare o sussurrare
(senza vie di mezzo) perché l'occhio non vede cose ma figure di cose che
significano altre cose.
Cosi
alla fine, sono le immagini stesse, specchi riflessi che si affacciano con
l’obiettivo da un lato, e l’occhio nudo dall’altro e non solo per guardare ma
anche per lanciare stimoli visivi di luoghi, sguardi, sorrisi, smorfie ed
emozioni. Non sono le nostre, ma talvolta possono diventarlo quando il mondo si
fa “casa”. Il varco da luoghi estranei mai posseduti, il movimento libero dei
sogni insieme alla paura del futuro, l’andare dentro, in fondo al desiderio di ciò che è presente: sono
archeologie della nostra mente che possiamo tranquillamente trafugare dentro
casa nostra come dentro di noi, disponendo le forme di queste gocce d’acqua su
di un comodino accanto al bicchiere prima di addormentarci. Da chi dipende
tutta questa definizione sentimentale dell’anima urbana? Chi può dirlo.
Ognuno
ha o vorrebbe avere, la Sua strada. Non è sempre possibile. Viviamo dimensioni
astratte o sospese e realtà che crediamo vere, ma vere non sono. Le città sono
costruite dalle storie sentimentali di ognuno di noi. Italo Calvino non si era
sbagliato, ogni persona lascia un indizio. Per questo durante tutta la nostra
vita forse, cerchiamo tante immagini come un pulviscolo che invade i
continenti. Cos’altro potremmo fare qui, in questo mondo, se non conoscere,
catalogare, condividere questa meravigliosa variabilità umana?
Grazia
De Palma
Nessun commento:
Posta un commento