Stiamo
parlando della lunga fase preparatoria dei funerali della Sesta Provincia sin
dal mese di luglio scorso quando già si sapeva la fine che avremmo fatto e sin
da allora stimolavamo in tutti i modi, anche attraverso l’ironia e un pizzico
di comicità, i politici del territorio affinché non si assistesse inattivi al
giorno funesto.
Mesi
sono trascorsi e noi non abbiamo mollato, continuando a cercare di aprire menti
ottuse e orecchie otturate da cerume affinché si mettessero da parte soluzioni
fantasiose che avrebbero messo a rischio il futuro di questo territorio.
Nel
mentre i nostri amministratori sedevano al ricco banchetto inzuppando le mani
nei pasti in distribuzione, gettando gli avanzi sotto il tavolo, noi venivamo
trattati come giullari, senza essere ascoltati ed oggi non sappiamo ancora chi
sarà il coraggioso che verrà a raccontare ai cittadini questa triste storia che
ci ha portati tutti dritti nell’ade foggiano.
La
nostra perspicacia e lungimiranza unitamente ad una forte dose di realismo ci
rende lontani dalle responsabilità della funesta realtà di questa Provincia e
con essa della nostra città.
Non
vogliamo meriti, trofei, medaglie, targhe di encomio ed onori né cingerci la
testa dell’elmo di Scipio ma nessuno osi tentare di portarci in quel calderone
che vorrebbe tutti responsabili di quanto è accaduto.
Noi
non ci stiamo perché, per fortuna, non siamo arrivati alla battaglia di Farsalo
anche se qualcuno continua a fare di tutto perché ciò avvenga.
I
cittadini sono stati tenuti completamente all’oscuro di manovre più o meno
occulte, arcane e tutte illusorie con inganni al seguito, quindi giù le mani
dai Cittadini che sono stati trattati come gladiatori che servivano al momento
a far divertire consoli ed imperatori mentre si uccidevano a vicenda.
Cittadini
come spettatori passivi di un gioco piccolo piccolo a cui è stato impedito di
prendere parte anche se si trattava del nostro futuro e di quello dei nostri
figli.
La
barba non fa il filosofo. Se i filosofi dovessero essere giudicati dalla
lunghezza della loro barba, sarebbero i caproni a vantare più diritti nel posto
vacante.
Il Presidente: Vincenzo Santovito
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