“Ho
iniziato a visualizzare nel 1978. La mia visualizzazione è stata perfezionata
sempre di più col passare degli anni. Questo è ciò che veramente mi ha dato il
record del mondo e le medaglie olimpiche. Mi vedo nuotare in gara prima della
gara reale ..... Circa 15 minuti prima della gara ho sempre visualizzato la
gara nella mia mente e "vedo" come andrà. Vedo dove sono tutti gli
altri, e poi mi concentro su di me. Non mi preoccupa nessun altro. Penso alla
mia propria gara e a nient’altro .... Stai realmente nuotando la gara. Nella
mia mente ... mi sento in acqua. "(Nuotatore olimpico di successo) (1)
Liggett e Hamada, fanno una
distinzione tra imagery mentale ed imagery cinestesica. L'imagery mentale
consiste nel vedersi da soli eseguire la prestazione, nel caso degli atleti,
come se si stesse guardando un film o un video della loro stessa prestazione.
Nell'imagery cinestesica, l'immaginazione diventa più intensa o più profonda,
l'atleta sente realmente il movimento nei muscoli e sperimenta le emozioni
della performance; rispetto a quella mentale, l'imagery cinestesica è più
efficace a causa degli impulsi,
confrontabili a quelli dell'evento reale, che vanno ai muscoli.
Frester chiama Allenamento ideomotorio (Ai) "tutte quelle forme
di esercitazione nelle quali si ha un'auto-rappresentazione mentale,
sistematicamente ripetuta, e cosciente dell'azione motoria che deve essere
appresa, perfezionata, stabilizzata o precisata, senza che si abbia
un'esecuzione reale”.
Il funzionamento dell'Ai si
basa sul fenomeno ideomotorio, noto anche come effetto Carpenter che a sua
volta, si fonda sul fatto che immaginare un movimento determina una
stimolazione, seppure molto lieve, dei muscoli interessati dall'attività
immaginativa. si fonda sul fatto che immaginare un movimento determina una
stimolazione, seppure molto lieve, dei muscoli interessati dall'attività
immaginativa.
Il risultato sarebbe un
rinforzo, un consolidamento della traccia mnestica nella memoria del movimento,
il che faciliterebbe la successiva esecuzione concreta. L'atleta dovrebbe non solo guardare se stesso mentre esegue
l'esercizio, ma dovrebbe sentirsi quanto più possibile; più è vivida l'imagery,
più la prestazione aumenta. Per avere un'imagery efficace nello sport,
l'immagine deve essere colorata, realistica, e coinvolgere le emozioni
appropriate; l’imagery (sia visiva, che uditiva, che motoria) attiva molte aree
corticali simili a quelle attivate quando percepiamo realmente un oggetto, una
figura, un suono o eseguiamo un movimento.
Fare in modo che la persona
immagini l’intera prestazione dall’inizio alla fine facendo attenzione a
sentire l’intero corpo, le sensazioni muscolari mentre fa questo, muovendosi
all’interno dell’esperienza il più vividamente possibile e se c’è qualche
distrazione suggerirgli che la può mettere in un contenitore e riprenderla in
un secondo momento.
Una di queste tecniche è nota
come “posto sicuro” e comporta la visualizzazione di una posizione reale
o immaginaria che porta forti associazioni di relax. E’ un esercizio di
visualizzazione per trasportare la persona da una situazione stressante in un
luogo di pace e tranquillità: “chiudi gli
occhi e respira profondamente; concentrati sul tuo respiro ed ascolta i battiti
del cuore, in pochi secondi, immaginerai il tuo luogo preferito di relax: un
fiume, una spiaggia, un prato; ora immagina di vedere il tuo posto sicuro da un
balcone e vi è una scalinata di 10 gradini; ora inizia a scendere le scale e a
ogni gradino diventi sempre più calmo, più rilassato; ogni gradino ti porta
sempre più in profondità nel tuo meraviglioso luogo di relax e man mano che si
scendono lentamente le scale riscontri un senso sempre più profondo di
rilassamento in tutto il corpo; nel tuo luogo di relax, prenditi il tempo di
immergerti nei panorami intorno a te, senti gli odori ed ascolta i suoni della
musica preferita in sottofondo;sentiti sprofondare in uno stato sempre più
profondo di rilassamento; mentre sei rilassato, regalati alcuni suggerimenti
positivi e benefici, ad esempio, per aumentare la fiducia in te stesso,
raggiungendo prestazioni di picco, o padronanza di una competenza specifica
dello sport”.
Può diventare un modo efficace
per mantenere la calma prima della gara.
Attraverso la visualizzazione
possiamo permetterci di più rispetto al reale:
1 possiamo visualizzare il nostro
posto sicuro dove possiamo rifugiarci all’occorrenza;
2 possiamo provare a cambiare;
quello che rischiamo non è reale ma solo immaginario e può darci un’idea;
3 possiamo fare un viaggio immaginativo
alla ricerca di nuove risorse che ci occorrono per una nuova vita.
(1) Arnold Lazarus, L’occhio
della mente, Astrolabio, Roma, 1989, p. 60.
(2)
Terry Orlick, John Partington, Mental Links
to Excellence, The Sport Psychologist, 1988, 2, 105-130.
Psicologo clinico e dello sport,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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