
Nel preambolo dello Statuto ci si propone di intervenire per migliorare
la qualità della vita ‘insieme a chi
tale opportunità la voglia vivere concretamente non più come uno
slogan, consapevoli che la sfida di oggi è rappresentata dal passaggio dalla
enunciazione di principi alla prassi quotidiana’.
Abbiamo agito
consapevoli del diritto alla partecipazione contemplato anche nello Statuto del
nostro Comune che all’art. 54 enuncia: ‘Il Comune di
Barletta considera la tutela dei diritti della persona principi fondamentali
della propria azione e ne favorisce l'esercizio facilitandone sotto ogni forma
la partecipazione attiva alla amministrazione locale’ e del compito dei nostri
amministratori che, sempre ai sensi del nostro Statuto comunale, devono
esercitare le loro attribuzioni ‘per il conseguimento da parte dei cittadini,
degli stranieri, degli apolidi e della Comunità delle seguenti finalità:
promozione ed affermazione dei diritti garantiti ad ogni persona dalla
Costituzione, tutelandone la vita, la dignità, la libertà e la sicurezza e
sostenendone l’elevazione delle condizioni personali e sociali ed assunzione di
iniziative per migliorare la qualità della vita nella Comunità, tutelando in
particolare i minori, gli anziani, i disabili e coloro che si trovano in
condizioni di disagio, per assicurare protezione, sostegno e condizioni di
autosufficienza’.
L’intenso lavoro compiuto nei primi 17 mesi di vita è stato
caratterizzato da un continuo stimolo della partecipazione e della
responsabilità dei cittadini e delle istituzioni attraverso appelli e articoli
sui giornali ma anche e soprattutto attraverso azioni concrete di
coinvolgimento. Sono state questa ultime a sopperire alla mancata reazione da
parte delle istituzioni pubbliche e a rafforzare i timidi avvicinamenti da
parte di nostri concittadini, come singoli o appartenenti a forme associative.
E’ nata così la Rete
cittadina per la disabilità alla quale aderiscono associazioni e singoli
cittadini con e senza disabilità. Una rete che consideriamo l’avanguardia della
Consulta comunale.
La stessa consulta
comunale che abbiamo più volte richiesto alla precedente amministrazione,
rimasta chiusa e legata alla logica dell’autosufficienza, grazie all’appoggio
di tutte le forze politiche che, oltre a reclamare a gran voce la necessità di
promuovere la partecipazione dei cittadini, non hanno mai provveduto ad
iniziare l’iter utile a passare dai proclami ai fatti.
L’incontro di domani
con il sub commissario del Comune di Barletta, Mario Volpe, sarà finalizzato ad
iniziare il percorso utile a favorire la partecipazione
dei cittadini alla amministrazione locale attraverso la promozione della
costituzione delle Consulte, così come previsto dall’art. 69 dello Statuto
della Città di Barletta.
Riteniamo fondamentale che la Consulta venga supportata
dalla figura del Garante delle persone con diversa abilità. Come ricorda Davide
Dimatteo, infatti, ‘La tutela dei
diritti costituzionalmente garantiti ai disabili e disciplinati da
valida normativa primaria e secondaria, non
può – attesa la vastità e la complessità del problema – essere garantita dalla sola Autorità
Giudiziaria. Risulta
indispensabile l’istituzione di un’Autorità di Garanzia, del tutto autonoma ed
indipendente per vigilare, segnalare, intervenire, sanzionare comportamenti
positivi od omissivi, che violano le norme che assicurano il diritto delle
persone con disabilità.
L’appello all’unione e
all’azione finalizzata alla partecipazione per favorire obiettivi comuni è
rivolto a tutte le associazioni operanti sul nostro territorio. Alle consulte
difatti possono aderire le associazioni iscritte all’apposito Albo Comunale. Un
albo da più parti e più volte chiesto, purtroppo invano, che il sub commissario
Volpe ha dichiarato, durante l’incontro di domenica 9 che si è tenuto presso la Galleria del Teatro
Curci, essere già oggetto del suo lavoro.
Questo renderebbe
‘legale’ l’assegnazione alle libere forme associative di contributi
economici e mezzi strumentali, di sedi e spazi pubblici (art. 55 comma 1, 2 –
Statuto comunale) non dovendo costringere le stesse a denunciare pagamenti
mancati e parole non mantenute e nello stesso tempo sarebbe garanzia di trasparenza
dato che l’amministrazione è tenuta a pubblicare, ‘con cadenza annuale,
l'elenco delle libere forme associative che hanno ottenuto agevolazioni o hanno
usufruito di beni del Comune, nonché di quelle che ne hanno fatto richiesta’
(art. 55, comma 3 – Statuto comunale).
Sabrina Salerno – Associazione Beni Comuni
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