WWF Puglia : «Non
autorizzate lo scempio»
Un
mega impianto per il recupero di materiali ferrosi e per lo smaltimento di
rifiuti in agro di Bitonto (Ba), località Colaianni, rischia di compromettere
irrimediabilmente l’equilibrio geologico ed ambientale. Il WWF Puglia boccia
senza dubbi il progetto che prevede l'allestimento di una piattaforma integrata
per il trattamento di rifiuti speciali non pericolosi con annessa
discarica.
Toccherà alla Provincia
di Bari l’arduo compito di esaminare la domanda della ditta Fer. Live s.r.l e la
questione è resa più urgente dalla richiesta di rilascio dell'AIA (Autorizzazione Integrata
Ambientale), provvedimento
che autorizzerebbe di fatto la messa in esercizio di detto impianto. Una domanda, a giudizio del WWF,
incompatibile con l'attuale impiego di quel sito. «Il Servizio Ecologia della Regione Puglia ha
rilasciato giudizio di compatibilità ambientale (VIA) favorevole all’ampliamento
della cava di pietra calcarea di proprietà dei f.lli Robles (D.D n. 442/2007, n.
65/2009) – precisa il dott.
Leonardo Lorusso, presidente del WWF Puglia - . In tale sito e in altre particelle catastali
limitrofe la società FER.LIVE, intende ora realizzare l’impianto di smaltimento
rifiuti».
Per
impedire l’ennesimo disastro ambientale il WWF ha depositato le sue osservazioni
contrarie al rilascio dell’AIA, articolate in 25 punti.
Ma
per capire l'annosa questione occorre fare ancora un passo indietro. La
Provincia di Bari aveva già concesso nel 2011 (con D.D. n. 858 del 30/12/2011)
la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) favorevole, procedura che rappresenta
l'anticamera verso l'attuazione del progetto. «Anche in considerazione di un'attività di
estrazione ancora in esercizio nel sito in questione – continua il dott.
Lorusso -, la realizzazione di un nuovo
impianto (questa volta di smaltimento rifiuti) costituisce variante progettuale
con impatti ambientali diversi da quelli esaminati nel giudizio di compatibilità
ambientale rilasciato dalla Regione».
Per
questo il WWF si appella ad un difetto di competenza. La Provincia non era l’organo competente al
rilascio del suddetto giudizio di compatibilità ambientale in quanto per il
sito in questione, trattandosi di variazione progettuale, la procedura di VIA
avrebbe dovuto essere esaminata e definita dalla Regione. Per non parlare del
fatto che il giudizio della Provincia di Bari non contempla il giudizio
dell’ENAC (Ente nazionale per l'aviazione civile), dal momento che
l’insediamento dell’attività è posizionato ad una distanza inferiore ai 13 km
dal sedime aeroportuale.
Senza appello, poi, il
giudizio del WWF sotto il profilo ambientale: «Non è possibile che lì sorga una
discarica». Prima di tutto – contesta l'associazione in una nota prodotta
dinanzi alla Provincia di Bari -
perchè «il sito su cui si intende realizzare la discarica è attraversato
da una “ripa di erosione”, inoltre il contorno della cava su cui verrà insediato
l’impianto di smaltimento lambisce una componente geomorfoidrologica costituita
dal corso d’acqua denominato “Lama di Macina”».
Si
tratta, in sostanza, di un sito dalle criticità notevoli, come evidenziato dalla
relazione geologica allegata alla richiesta di AIA, che segnala una
“permeabilità alta” del basamento calcareo-dolomitico. «In particolare – aggiunge il presidente
del WWF Puglia - per quanto concerne le
condizioni di stabilità del sito, sono stati osservati numerosi crolli di
frammenti di varia pezzatura e blocchi calcarei. Inoltre è riferito che
l’ammasso roccioso si presenta spesso in condizioni di incipiente instabilità.
Tali criticità potrebbero innescare, in alcune parti della cava, una frana per
scivolamento planare qualora l’ammasso roccioso dovesse essere gravato da
automezzi, manufatti e/o strutture oppure a seguito di eventi
sismici».
Ora
non ci resta che attendere l’atto finale della Provincia di Bari, affinché si
possa fermare definitivamente la possibilità di realizzare un impianto così
devastante in un territorio già altamente
sensibile.
WWF
PUGLIA
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