ANCHE
I PREMI VANNO (CON)DIVISI.
Cresce
ad Andria l’attesa da parte di cittadini ed imprenditori per conoscere di
quanto sarà la riduzione sulla tassa rifiuti anno 2013 le cui richieste di
pagamento non sono ancora state recapitate forse anche a causa del calcolo
proprio della riduzione tanto attesa e pretesa. I Cittadini e le attività
commerciali, industriali e artigianali a anche liberi professionisti che grazie
ad un impegno costante, assiduo e neanche tanto facile né scontato hanno fatto
si che la nostra città si pregiasse di un merito riconosciuto in tutto il Paese
cioè quello di aver raggiunto e superato le percentuali di raccolta
differenziata previste per legge, ora sono in attesa e l’attesa riguarda la
premialità prevista proprio per aver raggiunto l’obiettivo e il risultato.
Sicuramente
nessuno si aspetta che il premio possa minimamente essere rapportato a quello
milionario previsto per la fortunata Azienda che effettua la raccolta e che ha
registrato il risultato ottimale ma sicuramente una riduzione, uno sconto, un
benefit, un buono benzina, un buono pasto, un biglietto al cinema o a teatro,
un abbonamento gratis per il festival o un pacchetto dei preziosi ed
introvabili grattini per la sosta sono attesi perché altrimenti non si
capirebbe a cosa sarebbe servito tanto sforzo visto che neanche l’ambiente ne
ha ottenuto vantaggio anzi paradossalmente è stato creato un enorme danno
ambientale in quanto tutta la percentuale di raccolta che manca all’appello è
disseminata per le strade, urbane e periferiche, oltre che per le campagne con
enormi risparmi per i contadini che hanno fatto calare drasticamente il consumo
di concimi mettendo, però, ad ulteriore rischio la salute umana e lo stesso
raccolto che è stato contaminato forse anche per il futuro.
Se
leggete bene queste poche righe di ironico c’è ben poco mentre tutto il resto è
realtà, triste e misera realtà al punto che anche fare ironia diventa
difficile.
Tornando
alla riduzione della tassa rifiuti che tutti si attendono, esiste l’altra
faccia della tassa cioè quella chiamata Tares, una parola che fa tanto paura e
tanto tremare al punto che come tutte le cose brutte, bruttissime, le hanno
riservate per ultime.
Infatti
mentre viene richiesto di pagare le prime rate della vecchia Tarsu, i comuni,
si riservano la sorpresa natalizia con l’ultima rata che come il grande botto
di capodanno stenderà tutti. Questa sarà la strenna di Natale per gli italiani
i quali fino ad allora avranno già sperimentato cosa significa l’aumento
dell’iva, la reintroduzione dell’Imu, l’aumento di altri cinque punti
percentuali della disoccupazione giovanile, la morte di altre 45 mila piccole
imprese, l’aumento di enel, gas e soprattutto l’ulteriore sforzo per recuperare
altri miliardi di euro per far fronte al quotidiano crescente debito pubblico e
per continuare a pagare le pensioni d’oro perché quelle di ferro vecchio nel
frattempo saranno praticamente quasi azzerate visto il deficit denunciato dal
Presidente dell’Inps.
Tutto
nero?
Assolutamente
no, perché fino alla data del nuovo big bang si continuerà a ballare, a fare
festa, a gioire, a spendere e spandere, ad inaugurare nuovi uffici di Enti
inutili e moribondi per esaurire le ultime risorse e pagare le ultime
promesse-cambiali elettorali e soprattutto si continuerà a dire che tutto va
ben, proprio come quella vecchia canzone di Ombretta Colli.
Cari
signori che avete il potere e il privilegio di decidere le nostre sorti
sappiate che il sangue della formica l’avete già succhiato tutto ma forse non
ve ne siete ancora accorti.
Ve lo ricorderemo noi il prossimo 21 luglio con il
secondo anniversario della presa della bastiglia andriese.
Evidentemente quella esperienza e quella lezione civica
non è servita a nulla, almeno questo lo pensano i gambalevati ma il Popolo la
pensa esattamente al contrario.
L’Associazione
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