Con
lo striscione esposto sulle Mura del Paraticchio abbiamo voluto ribadire che le
responsabilità per la presenza di notevoli quantità di agenti inquinanti
nell’aria e nel mare vanno ricercate in politici silenti e incapaci di fornire
risposte adeguate.
Questa
nostra denuncia avviene a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Consiglio
Comunale,come sorta di “benvenuto”ad una classe politica(la stessa degli ultimi
anni) rimasta indifferente alle sollecitazioni dei cittadini,ma soprattutto a
poche ore dall’inizio degli Stati Generali dell’Ambiente della Provincia
Bat,una kermesse che sa di insulto per la nostra città, visto che il Presidente
Ventola e l’assessore all’Ambiente Cefola continuano a negare l’impatto
ambientale prodotto dalle autorizzazioni da loro rilasciate per quanto riguarda
la gestione dei rifiuti(su tutto Buzzi Unicem e Dalena Ecologia). Il cattivo
stato di coste e acque è oramai diventato proverbiale in città, a dispetto del
trito e ingannevole mantra istituzionale che vorrebbe dipingere Barletta in
rapida corsa verso un non meglio precisato radioso futuro improntato al
turismo; un jolly discorsivo calato dall'alto ogni qualvolta ci sia bisogno di
una via d'uscita rapida e d'effetto per nascondere la pressoché totale mancanza
di progettualità e interesse per una città sì in corsa, ma verso prospettive ben
meno esaltanti. Ci chiediamo a questo punto che tipo di sviluppo turistico
potrebbe avere una cittadina come questa. Non certo legato alla salute del
nostro ambiente e del territorio. Basta guardarsi un po' intorno. Basta
guardare, ad esempio, alla triste storia dei nostri impianti di depurazione.
Sequestrati dalla magistratura nel 2012 dopo aver scaricato direttamente in
mare una quantità indefinibile di scarichi industriali e fanghi non trattati,
oggi operano in maniera del tutto insufficiente, non completando il processo di
depurazione. E il progetto di ampliamento con l'impianto di affinamento delle
acque reflue è a tutt'oggi inattivo. O potremmo guardare alla qualità dell'aria
che respiriamo, avvelenata ogni giorno dalle emissioni di aziende insalubri
presenti sul territorio. E infine potremmo considerare lo stato del suolo,
mangiato e consumato da una cementificazione selvaggia e deturpato da piccole e
grandi discariche abusive fiorite intorno al centro abitato, e che
rappresentano il naturale corollario di una gestione pubblica dei rifiuti
miope, deficitaria e dannosa per l'ambiente e le persone. In conclusione, una
situazione non certo idilliaca, che più e più volte come movimenti e
associazioni abbiamo denunciato e combattuto. La classe politica locale di
questi anni ha mostrato la più totale noncuranza o connivenza con questi
problemi, lasciando un intero territorio quotidianamente brutalizzato ad opera
di interessi economici o politici che svendono il nostro l'ambiente, il bene
comune per eccellenza, per un profitto privato. È quindi necessario un drastico
cambiamento di rotta, un processo di riappropriazione di quei beni - l'acqua,
l'aria, il suolo - che nessuno potrà mai ridarci. È necessario prendere misure
urgenti per ridurre l'impronta ecologica del tessuto produttivo cittadino, porre
un freno al consumo di territorio e ridefinire il processi di smaltimento dei
rifiuti.L’Assessore all’Ambiente Pisicchio dovrebbe farsi carico del problema ambientale
della nostra città e non restare in un
silenzio imbarazzante. Soluzioni e
proposte ci sono, eppure il territorio continua a morire lentamente.
Francesco Caputo-Collettivo
EXIT
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