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martedì 16 luglio 2013

MARGHERITA DI SAVOIA : Questione Ici e nuove prospettive, Badalucco. “Dal territorio vogliamo ricavare valore per tutti”

Resta scettico Roberto Badalucco, amministratore delegato di Atisale, dopo la sentenza di primo grado della Commissione Tributaria di Foggia, che ha sancito il pagamento dell’Ici sui bacini del sale al Comune di Trinitapoli da parte dell’azienda. Ne abbiamo parlato in un’intervista, nella quale Badalucco ha puntualizzato la posizione di Atisale e ha anticipato le nuove prospettive commerciali.
“La prima precisazione, che non sempre si evince dagli articoli di giornale, è che siamo in presenza di una decisione di primo grado, in un procedimento tributario che prevede diversi gradi di giudizio, e che pertanto è una decisione assolutamente provvisoria, oggetto di appello da parte della nostra società - afferma l’Ad -. Da un lato c’è un fatto incontrovertibile: l’Ici sui fabbricati in concessione dev’essere pagata, nonostante questi fabbricati non siano stati ancora accatastati, ma ci stiamo organizzando. Quello che ci è sembrato alquanto strano è che le saline, questa grandissima estensione del territorio prevalentemente di Trinitapoli e anche di Margherita, nel passato avevano avuto una classificazione nell’ambito dei fabbricati industriali. È importante sapere che il sistema del catasto prevede già la classificazione alla voce “salina”. Noi contestiamo questo accatastamento nella categoria d/7, che è “opificio industriale”. I nostri professionisti hanno rapportato queste argomentazioni alla Commissione Tributaria di primo grado, nelle motivazioni della decisione a noi sfavorevole; non abbiamo visto un apprezzamento su queste nostre considerazioni, quindi ovviamente le dovremo portare al giudice tributario regionale in sede di appello. Non deve sfuggire anche un altro particolare - sottolinea Badalucco -. Se dovesse essere così confermato, dovremmo trarre le considerazioni che produrre il sale in queste saline è più costoso che produrlo in un altro territorio. Capisco che i comuni abbiano una finanza difficile di questi tempi e che gli introiti tributari siano molto importanti, ma in un momento in cui i territori fanno competizione tra di loro per attrarre gli investimenti, il lavoro, l’impresa, avere un territorio che ha uno svantaggio fiscale rispetto ad altri territori per un’attività di impresa analoga, non è una cosa auspicabile”.
“Nelle more di queste decisioni, noi stiamo pagando l’Ici per tutte le cartelle che non sono state oggetto di sospensione - prosegue Badalucco -. Questo vale per alcune cartelle di Trinitapoli e, per alcuni mesi, anche per una cartella importante del Comune di Margherita di Savoia, di circa 1,2 milioni di euro, che nel mese di aprile, sicuramente in assenza di un’amministrazione, il Comune non ha ritenuto legittimamente di darne sospensione e quindi, nelle more del giudizio, quel ruolo è diventato operativo. Adesso la cartella è stata nuovamente sospesa, perché poi la Commissione Tributaria di Bari ha ritenuto di doverla sospendere, trattandosi di una materia delicata e anche di un importo molto importante, che incide nella vita dell’azienda. Ci auguriamo che queste decisioni vengano riformate in appello e ovviamente, se così non fosse, ci adegueremo nel rispetto totale delle decisioni del giudice tributario; a quel punto, prenderemo atto di un maggior costo di produzione e faremo uno sforzo in più in termini di efficienza industriale per poter assorbire questi maggiori costi di produzione, che ci verrebbero imposti da un territorio dove la gestione di grandi spazi, quali sono le saline, vengono ritenuti opifici industriali di alcune decine di milioni di metri quadri, dato che si tratta di estensioni molto grandi”.
Il numero uno di Atisale ha commentato nel dettaglio anche il piano industriale 2012-2014, focalizzato su tutti i siti di pertinenza della società: “Per quanto riguarda la salina di Margherita di Savoia, cuore pulsante della città e di un’azienda come Atisale che qui ha il suo asset principale, il piano industriale sta procedendo e prevede una forte riorganizzazione produttiva e commerciale dell’azienda. La riorganizzazione commerciale ha già cominciato a dare i primi frutti; la riorganizzazione produttiva è in corso, perché siamo in attesa di questo piano degli investimenti, su cui abbiamo mostrato una certa prudenza, dato che, in questo momento, sappiamo qual è la crisi che il nostro paese sta attraversando, anche crisi delle istituzioni bancarie e finanziarie. Il 2012 è stato un anno positivo, credo di poter dire che è l’anno di più elevata redditività nella storia di Atisale. L’azienda ha prodotto un apprezzabile risultato di esercizio, superiore al milione di euro, realizzando degli obiettivi commerciali, secondo noi, abbastanza importanti. Il 2013 si è aperto con degli elementi di criticità sul piano commerciale, perché la crisi in generale investe anche in parte il settore del sale. Il nostro settore è fortemente influenzato dalle condizioni metereologiche, quindi si potranno tirare le somme quando vedremo come andrà il prossimo inverno. Dobbiamo pensare che comunque operiamo in un mercato che resta fortemente competitivo - spiega Badalucco -. È un mercato che vede presenti molti competitor. Abbiamo una pressione molto forte, che viene dai produttori di sale marino dall’altra parte del Mediterraneo, Tunisia ed Egitto, che si basano su un costo di produzione di gran lunga inferiore, dovuto al costo della manodopera molto inferiore rispetto alla nostra e che riesce ad annullare la diseconomia di un trasporto dalla Tunisia all’Italia. In più abbiamo una pressione competitiva che viene dal mondo del salgemma, dai siciliani di Italkali per intenderci. Noi però rispondiamo a questo mercato difficile e competitivo legandoci al territorio, rafforzando la posizione del sale italiano. Il nostro sale è il sale degli italiani. Abbiamo una produzione a Margherita che è sufficiente per coprire tutto il consumo alimentare e anche il consumo dell’industria alimentare”.
E proprio come frutto del territorio e del lavoro degli operai, come parte della “nostra identità storica e culturale”, è nato il lancio di un nuovo brand, Cuore di Mare, sala marino extravergine, italianissimo: “La sfida - dichiara Badalucco - era far diventare quest’azienda, che aveva sempre guardato alla produzione, una leader di mercato. Per fare questo, nei primi due anni abbiamo dovuto ricostruire l’immagine dell’azienda in termini di organizzazione e di capacità. Vogliamo essere efficienti e dare un buon prodotto, un ottimo servizio e vogliamo essere pagati il giusto. Quello che è giusto in un equilibrio aziendale”. A questo scopo, Atisale ha promosso un pacchetto innovativo, informativo e dai colori accattivanti per la linea Cuore di Mare, capace di attrarre il consumatore sullo scaffale del supermercato. Supportato da una vasta campagna di comunicazione, avviata al Tuttofood di Milano, per la prima volta un brand del sale sarà sponsorizzato sulle reti Mediaset, verrà inserito come prodotto di forza in un grosso brand nazionale presente con numerosi punti vendita in Italia; e a breve partirà anche una campagna più specializzata diretta alle industrie alimentari, che prevede supporti di natura scientifica. Non ultimo, un viaggio stampa di due giorni, al quale parteciperanno la settimana prossima una decina di giornalisti di importanti testate del food, del turismo e di giornali generalisti, allo scopo di far conoscere la salina, il paese ospitante e come nasce l’eccellenza del prodotto.
“Con questa iniziativa - conclude Badalucco -, contiamo di supportare il lancio di Cuor di Mare e nello stesso tempo di dare anche noi il nostro modesto contributo a questo territorio, dal quale vogliamo ricavare valore e valore per tutti”.
ANNARITA BUCCI
Fonte Corriere dell'Ofanto

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