Scalfarotto chiede per lui il rilascio della tessera, il direttivo locale non vuole
E lui: «Non vedo l’ora di riabbracciarli». La decisione finale la assumerà il regionale?
Dopo la pace sancita tra i renziani e i vertici del Pd regionale, Ivan Scalfarotto, deputato eletto in Puglia e molto vicino al sindaco di Firenze, ha ufficialmente chiesto per il presidente del Consiglio comunale il rilascio della tessera di partito. «Auspico – ha detto ad un'agenzia di stampa l'esponente renziano - che a questo rinnovato clima di cooperazione facciano seguito gesti altrettanto distensivi a partire dal rilascio della tessera del partito a Fabrizio Ferrante cosicché la sua voce possa essere parte attiva di una stagione congressuale costruttiva e dinamica nella nostra Regione».
Presumendo che la decisione definitiva spetterà al regionale, il direttivo del Pd di Trani alza già le barricate: «Nel prendere atto che Ferrante non ha mai chiesto la tessera al circolo – si legge in un documento - ci limitiamo a ribadire alcuni concetti su questo consigliere comunale di Trani: Ferrante ha volontariamente abbandonato il partito più di un anno fa per accreditare una sua candidatura a sindaco contro il Partito Democratico, senza accettarne le decisioni e le regole. Alcuni suoi sostenitori hanno manifestato apprezzamento per un'azione giudiziaria contro il partito (un procedimento cautelare) con il quale l'ex segretario di circolo rivendicava il simbolo e chiedeva un corposo risarcimento del danno di circa 200.000 euro (la domanda è stata rigettata). Il suo gruppo politico denominato Uniti per Ferrante ha sostenuto una campagna elettorale contro il Pd accusato di avergli rubato il simbolo. Il candidato Ferrante, sonoramente sconfitto al primo turno, ha negato il sostegno al candidato del centrosinistra arrivato al ballottaggio, dichiarando che gli elettori erano liberi di sostenere il candidato di centrodestra. Il candidato di centrosinistra ha quindi perso il ballottaggio per una manciata di voti (per meno di quattrocento voti). Il centrodestra tranese e pugliese ha talmente gradito questo comportamento politico da ricompensare Ferrante con la poltrona di presidente del Consiglio comunale (eletto con i voti del centrodestra) posto che tutt'ora occupa. Rimarchiamo allora tutta la stima nei confronti di quanti hanno deciso di impegnarsi nel Pd a fianco di Matteo Renzi, ma dobbiamo osservare che non è saggio, né legittimo accreditare chi, invece, per ambizioni politiche personali, ha sistematicamente compromesso il centrosinistra e il Pd nel territorio in cui operava».
Il direttivo spiega il motivo per cui Ferrante non dovrebbe ottenere il rilascio della tessera: «Ad oggi chi ha adottato questo modo di fare politica e, anzi, continua a rivendicare quanto ha fatto e ricopre incarichi pubblici conseguiti come premio per la sua attività ostile nei confronti del centrosinistra, verosimilmente riprodurrà queste pratiche in futuro con danno per il Pd e per lo stesso Renzi. Non è legittimo perché in base allo statuto nazionale, chi si è candidato contro il Partito Democratico non può accedere al partito nei due anni successivi. Auspichiamo pertanto che la dirigenza del partito e Matteo Renzi (sostenuto da molti del Circolo di Trani) compiano un attento vaglio critico in questa fase, in modo da affermare davvero In Italia, come nei territori, un diverso modo di fare politica».
Ferrante, reduce dai festeggiamenti per il compleanno, non ha voluto commentare il documento: «Non vedo l'ora di riabbracciarli» si è limitato a dire.
Presumendo che la decisione definitiva spetterà al regionale, il direttivo del Pd di Trani alza già le barricate: «Nel prendere atto che Ferrante non ha mai chiesto la tessera al circolo – si legge in un documento - ci limitiamo a ribadire alcuni concetti su questo consigliere comunale di Trani: Ferrante ha volontariamente abbandonato il partito più di un anno fa per accreditare una sua candidatura a sindaco contro il Partito Democratico, senza accettarne le decisioni e le regole. Alcuni suoi sostenitori hanno manifestato apprezzamento per un'azione giudiziaria contro il partito (un procedimento cautelare) con il quale l'ex segretario di circolo rivendicava il simbolo e chiedeva un corposo risarcimento del danno di circa 200.000 euro (la domanda è stata rigettata). Il suo gruppo politico denominato Uniti per Ferrante ha sostenuto una campagna elettorale contro il Pd accusato di avergli rubato il simbolo. Il candidato Ferrante, sonoramente sconfitto al primo turno, ha negato il sostegno al candidato del centrosinistra arrivato al ballottaggio, dichiarando che gli elettori erano liberi di sostenere il candidato di centrodestra. Il candidato di centrosinistra ha quindi perso il ballottaggio per una manciata di voti (per meno di quattrocento voti). Il centrodestra tranese e pugliese ha talmente gradito questo comportamento politico da ricompensare Ferrante con la poltrona di presidente del Consiglio comunale (eletto con i voti del centrodestra) posto che tutt'ora occupa. Rimarchiamo allora tutta la stima nei confronti di quanti hanno deciso di impegnarsi nel Pd a fianco di Matteo Renzi, ma dobbiamo osservare che non è saggio, né legittimo accreditare chi, invece, per ambizioni politiche personali, ha sistematicamente compromesso il centrosinistra e il Pd nel territorio in cui operava».
Il direttivo spiega il motivo per cui Ferrante non dovrebbe ottenere il rilascio della tessera: «Ad oggi chi ha adottato questo modo di fare politica e, anzi, continua a rivendicare quanto ha fatto e ricopre incarichi pubblici conseguiti come premio per la sua attività ostile nei confronti del centrosinistra, verosimilmente riprodurrà queste pratiche in futuro con danno per il Pd e per lo stesso Renzi. Non è legittimo perché in base allo statuto nazionale, chi si è candidato contro il Partito Democratico non può accedere al partito nei due anni successivi. Auspichiamo pertanto che la dirigenza del partito e Matteo Renzi (sostenuto da molti del Circolo di Trani) compiano un attento vaglio critico in questa fase, in modo da affermare davvero In Italia, come nei territori, un diverso modo di fare politica».
Ferrante, reduce dai festeggiamenti per il compleanno, non ha voluto commentare il documento: «Non vedo l'ora di riabbracciarli» si è limitato a dire.
Fonte Trani Viva
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