Inutili i soccorsi che hanno constatato il decesso.
Il corpo è stato trasportato nel comune di Alzano
La ragazza avvolta nell’asciugamano azzurro si
accascia a terra, e il tranquillo sciabordìo delle acque del torrente vicino è
spezzato da un urlo angosciato: «Perchè? Perchè?». Un urlo che ha dentro di sé
tutta la disperazione di un mondo, di una vita, di un futuro e di un amore che
si sono spenti in un solo attimo davanti ai suoi occhi. Il terribile attimo in
cui il suo fidanzato è morto precipitando da dieci metri d’altezza nella zona
delle Buche di Nese.
IL FATTO- In quella che doveva essere una tranquilla gita è morto ieri
pomeriggio Giuseppe Albrizio, 23 anni, di Canosa di Puglia (provincia di
Barletta- Andria - Trani). Lui e Roberta, di Gorle, che compirà 23 anni tra due
settimane, si erano conosciuti due estati fa durante una vacanza. Lì era nato
un amore che poteva essere uno dei tanti flirt estivi e che invece di mese in
mese, nonostante i mille chilometri che separavano i due giovani, si è
rafforzato sempre più. I due si erano incontrati altre volte. Ma questa estate
era speciale: Roberta aveva deciso di presentare Giuseppe ai suoi familiari. E
anche ai suoi amici, con i quali avevano deciso di approfittare delle belle
giornate di questo agosto per fare delle escursioni. Come quella di ieri
pomeriggio.
FATALI LE BUCHE DI NESE- Alle 16.30 Roberta, Giuseppe e altri sei
ragazzi hanno deciso di salire alle Buche di Nese, la zona di torrenti, cascate
e limpide pozze d’acqua sopra Alzano, visitata ogni fine settimana da
settecento escursionisti. Il gruppo non si è fermato alle prime Buche, le più
frequentate, ma si è diretto più su, arrivando alla Buca del Cono, una
successione di tre profonde pozze collegate da altrettante cascate. Giuseppe e
alcuni dei ragazzi hanno deciso di spingersi ancora più avanti, scalando il
costone roccioso che sovrasta la buca di mezzo.
LA TRAGEDIA- Ed è lì che si è verificata la tragedia. «È stato un attimo
— raccontava ieri con sguardo cupo il fratello di Roberta, che partecipava
all’escursione —. Stavamo camminando lungo il costone quando l’ho visto
improvvisamente scivolare sulla roccia e finire di sotto. Ho sentito un grido e
poi più niente». Il giovane pugliese è caduto per una decina di metri,
sbattendo contro la parete rocciosa lungo la quale scorre la cascata. Gli urti
contro le rocce sono stati molto violenti, e il giovane dev’essere morto ancora
prima di piombare nella pozza d’acqua. I suoi amici sono corsi in suo aiuto, si
sono anche tuffati nell’acqua gelida, ma hanno capito che ormai per il
ventitreenne non c’era più niente da fare.
VANI I SOCCORSI- Hanno comunque dato l’allarme: alle 17.10 è decollato
l’elicottero del 118, che aveva a bordo anche dei volontari del soccorso
alpino. Sotto gli occhi impietriti di Roberta, seduta su una roccia e
abbracciata da un’amica, i tecnici hanno verificato il decesso del giovane pugliese
e poi hanno effettuato il recupero della salma, effettuato con qualche
difficoltà. Il corpo è stato prima portato in un prato del vicino paese di
Monte di Nese e quindi composto alla camera mortuaria di Alzano. Nel frattempo
sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Alzano, che hanno
effettuato i primi rilievi.
PIETRIFICATI I COMPAGNI DI VIAGGIO- Gli amici di Giuseppe sono rimasti a
lungo sul luogo della tragedia, incapaci di staccarsi da quel posto. Solo alle
19, quando il sole cominciava a tramontare tra le strette vallette di Nese, il
gruppetto si è mosso, accompagnato da due volontari del Soccorso alpino. È
stata una marcia molto difficile, durante la quale Roberta, tremante e avvolta
in un asciugamano, è crollata in lacrime diverse volte. Quando poi è arrivata
al paese è stata soccorsa dal 118 e accompagnata in stato di choc all’ospedale
di Alzano
Fabio Paravisi
Fonte Corriere
Il corpo è stato trasportato nel comune di Alzano
IL FATTO- In quella che doveva essere una tranquilla gita è morto ieri pomeriggio Giuseppe Albrizio, 23 anni, di Canosa di Puglia (provincia di Barletta- Andria - Trani). Lui e Roberta, di Gorle, che compirà 23 anni tra due settimane, si erano conosciuti due estati fa durante una vacanza. Lì era nato un amore che poteva essere uno dei tanti flirt estivi e che invece di mese in mese, nonostante i mille chilometri che separavano i due giovani, si è rafforzato sempre più. I due si erano incontrati altre volte. Ma questa estate era speciale: Roberta aveva deciso di presentare Giuseppe ai suoi familiari. E anche ai suoi amici, con i quali avevano deciso di approfittare delle belle giornate di questo agosto per fare delle escursioni. Come quella di ieri pomeriggio.
FATALI LE BUCHE DI NESE- Alle 16.30 Roberta, Giuseppe e altri sei ragazzi hanno deciso di salire alle Buche di Nese, la zona di torrenti, cascate e limpide pozze d’acqua sopra Alzano, visitata ogni fine settimana da settecento escursionisti. Il gruppo non si è fermato alle prime Buche, le più frequentate, ma si è diretto più su, arrivando alla Buca del Cono, una successione di tre profonde pozze collegate da altrettante cascate. Giuseppe e alcuni dei ragazzi hanno deciso di spingersi ancora più avanti, scalando il costone roccioso che sovrasta la buca di mezzo.
LA TRAGEDIA- Ed è lì che si è verificata la tragedia. «È stato un attimo — raccontava ieri con sguardo cupo il fratello di Roberta, che partecipava all’escursione —. Stavamo camminando lungo il costone quando l’ho visto improvvisamente scivolare sulla roccia e finire di sotto. Ho sentito un grido e poi più niente». Il giovane pugliese è caduto per una decina di metri, sbattendo contro la parete rocciosa lungo la quale scorre la cascata. Gli urti contro le rocce sono stati molto violenti, e il giovane dev’essere morto ancora prima di piombare nella pozza d’acqua. I suoi amici sono corsi in suo aiuto, si sono anche tuffati nell’acqua gelida, ma hanno capito che ormai per il ventitreenne non c’era più niente da fare.
VANI I SOCCORSI- Hanno comunque dato l’allarme: alle 17.10 è decollato l’elicottero del 118, che aveva a bordo anche dei volontari del soccorso alpino. Sotto gli occhi impietriti di Roberta, seduta su una roccia e abbracciata da un’amica, i tecnici hanno verificato il decesso del giovane pugliese e poi hanno effettuato il recupero della salma, effettuato con qualche difficoltà. Il corpo è stato prima portato in un prato del vicino paese di Monte di Nese e quindi composto alla camera mortuaria di Alzano. Nel frattempo sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Alzano, che hanno effettuato i primi rilievi.
PIETRIFICATI I COMPAGNI DI VIAGGIO- Gli amici di Giuseppe sono rimasti a lungo sul luogo della tragedia, incapaci di staccarsi da quel posto. Solo alle 19, quando il sole cominciava a tramontare tra le strette vallette di Nese, il gruppetto si è mosso, accompagnato da due volontari del Soccorso alpino. È stata una marcia molto difficile, durante la quale Roberta, tremante e avvolta in un asciugamano, è crollata in lacrime diverse volte. Quando poi è arrivata al paese è stata soccorsa dal 118 e accompagnata in stato di choc all’ospedale di Alzano
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