L’accogliente sede del Circolo
Socio Culturale “La Fenice ”, in Via Caio
Gracco n.6, a Canosa di Puglia (BT) ospiterà una conferenza sul tema dal titolo
“stalking e violenza psicologica.
Prima e dopo la legge anti-stalking”. L’incontro di sensibilizzazione e
informazione, in programma il prossimo 28
novembre 2013 alle ore 18,30, è stato
organizzato grazie all’azione congiunta del direttivo provinciale del Movimento Internazionale Anti-Stalking,
Anti-Pedofilia e Pari opportunità e del circolo “La Fenice ”,
con il patrocinio della Provincia
Barletta-Andria-Trani. Attraverso
video, letture e testimonianze si cercherà di fare un confronto tra il prima e
il dopo dell’entrata in vigore della legge che ha introdotto il reato di stalking. Al workshop,
moderato da Giuseppe Ardillo, interverranno:
la dottoressa Annalisa Iacobone, coordinatrice
nazionale del Movimento Internazionale Anti-stalking, Anti-pedofilia e Pari Opportunità,
la dottoressa Titty Minerva,
psicologa del Movimento Internazionale Anti-stalking, Anti-pedofilia e Pari
Opportunità, e don Vito Zinfollino,
parroco della Parrocchia “S. Teresa del Bambino Gesù” di Canosa. Per
l’occasione sono state invitate: Rosa
Maria Scorese, sorella di Santa, uccisa a coltellate dal suo persecutore il
16 marzo del 1991, e Antonella Fontana,
sorella di Anna Rosa, uccisa a coltellate dall’ex convivente il 7 dicembre
2010.
Con quest’evento, che si inserisce nell’ambito delle iniziative per la
sensibilizzazione sul terribile fenomeno della violenza sulle donne,
gli organizzatori si propongono come obiettivo quello di fornire alla
cittadinanza degli strumenti da utilizzare per riconoscere le varie forme di
violenza, nonché di denunciare, anche
attraverso le testimonianze dirette, le lacune e le carenze di un sistema che
continua a mietere vittime. In Italia, infatti, 7 donne su 10 prima di essere
uccise avevano subito maltrattamenti in famiglia o atti persecutori al termine
della relazione e in 7 casi su 10 queste violenze erano state oggetto di una o
più denunce o di chiamate in emergenza alle Forze dell’Ordine o ai Servizi
Sociali. Il vero problema, quindi, non è tanto quante donne vengano uccise ogni
anno, se siano troppe o poche, il vero problema è che, se le Istituzioni
fossero intervenute in maniera adeguata, molte di quelle donne avrebbero potuto
essere salvate. L’analisi sarà condotta attraverso il racconto di fatti di
cronaca inerenti vite di donne spezzate, che consentiranno di ragionare sul
perché gli strumenti legislativi e giuridici che si hanno a disposizione in
Italia non sono ancora adeguati a
garantire una protezione effettiva alle donne che scelgono di denunciare. La
riflessione, guidata dalla dottoressa Annalisa
Iacobone e dalla psicologa Titty
Minerva, inoltre consentirà di capire se il problema quindi è legislativo o
di applicazione della legge, perché ci sono ancor molti pregiudizi di genere in
chi dovrebbe garantire informazione e protezione alle donne.
Bartolo Carbone
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