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domenica 29 dicembre 2013

TRANI : Costantino Baratta uomo dell’anno per l’Espresso. Salvò 12 naufraghi a Lampedusa

baratta uomo 2013Sull’ultima copertina del 2013 del settimale “L’Espresso”, in edicola dal 27 dicembre, c’è la sua foto con la didascalia “uomo dell’anno”. Il direttore Bruno Manfellotto ha voluto dedicare “a lui, e a tutti quelli che, come lui, non si tirano indietro”, l’ultimo numero annuale del giornale, quello in cui si riassumono gli eventi più significativi del 2013. E Costantino Baratta, pescatore 56enne nato a Trani ma residente a Lampedusa dalla fine degli anni ’70, il 3 ottobre scorso è entrato a pieno titolo nella cronaca e nella storia dell’anno che sta per concludersi, spettatore e protagonista dell’immane tragedia del naufragio in cui hanno perso la vita 366 migranti.

Ne ha salvati 12, 11 uomini e una ragazza, facendoli salire sulla sua piccola imbarcazione da pescatore.
“Aiu 56 anni e nun sugniu un eroi”, ripete Costantino Baratta a tv e giornali che vanno ad intervistarlo. Ma di sicuro, come scrive L’Espresso,  è «un uomo comune che ha fatto qualcosa di grande», qualcuno che è «normale ed eroico insieme».
Racconta così quella mattina del naufragio, l’ultimo al quale ha assistito da vent’anni a questa parte: “Alle 7:20 abbiamo tirato le cime a Nika. Si chiama così perché la barca di 5 metri è: è piccola, è nika. Dovevamo cominciare la battuta di pesca. In mare, invece che la linea dell’orizzonte, abbiamo visto gente che si sbracciava. Gente che cercava aiuto, disperazione che urlava. Al primo che ho tirato su ho dato l’unica asciugamano che avevo perché tremava come una banderuola. Ci hanno detto dalle altre barche: non pensate ai morti, salvate i vivi. I vivi, questione di minuti, e se li mangiava il mare. Erano tutti maschi e tutti nudi. Ci scivolavano dalle braccia per la nafta. Tutti coperti di benzina erano. Quando nika era piena abbiamo cominciato a navigare verso riva. Tra i corpi che andavano a fondo ne ho visto uno che si muoveva. L’ho tirato su: era una ragazza ed era viva. Quando l’abbiamo stesa sul legno tossiva nafta; è stata la prima che abbiamo consegnato al pronto soccorso. Logorato sono, come quest’isola. Mi ricordo il primo sbarco 20 anni fa, quando trovavamo monete, documenti stracciati e vestiti mentre facevamo il bagno. Questa gente che si affida al mare, anche quando è in tempesta, sa che è meglio morire che tornare indietro”.

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