2 COMMERCIANTI SU 5
NON HANNO POTUTO PAGARE LA RATA INPS SCADUTA IL 17 FEBBRAIO. RISCHIO USURA
SEMPRE IN AGGUATO.
Cresce
il clima di tensione negli ambienti imprenditoriali anche della Provincia di
Barletta-Andria-Trani e non si tratta della semplice voglia di sventolare
fuoritempo una bandiera ma di qualcosa di molto più importante e preoccupante
cioè la sopravvivenza stessa delle imprese, non solo di quelle di piccole e
piccolissime dimensioni, di fronte ad un accanimento senza precedenti frutto di
una scientifica strategia studiata a tavolino e consumatasi nell’indifferenza
se non nella complicità di chi ha seduto a certi tavoli cedendo di volta in
volta a condizioni compensative che mai hanno visto al centro dell’interesse
generale quello diffuso delle imprese.
Purtroppo
la realtà è questa ed è amarissima da assimilare.
L’aumento
ingiustificato, irrazionale ed inatteso della Tares con tutto quello che
arriverà con la nuova tassazione già dal 2014; la predisposizione di veri e
propri “tariffari pratiche” inventati dalle amministrazioni locali per far
cassa e le strategie del terrore che si stanno attuando mediante la
divulgazione di notizie come quella del divieto di esposizione all’esterno dei
locali di prodotti alimentari fanno parte di quella strategia che ha come
obiettivo finale la distruzione totale della micro e piccola impresa a tutto
vantaggio della grande distribuzione organizzata anch’essa sofferente a causa
della crisi ed in cerca dell’ennesima ancora di salvezza che arriverà, anche
questa volta a discapito dei piccoli commercianti sempre “invitati” ad
abbandonare il mercato.
Intanto
i dati cominciano ad essere oltremodo preoccupanti ed ecco che mentre si
allunga il debito maturato per canoni di locazione non versati, ben 2
commercianti su 5 non hanno potuto pagare neanche la rata INPS dei contributi
previdenziali scaduta lo scorso 17 febbraio.
Se
qualcuno pensava che il problema fosse solo la chiusura delle imprese si
sbagliava e continua ad essere cieco oltre che incompetente. Il problema vero,
in realtà, è dato dal forte e crescente indebitamento delle imprese che
addirittura non sono neanche in condizione di chiudere definitivamente proprio
a causa dei debiti contratti e il numero crescente di suicidi legati a questa
condizione ne è la dimostrazione più lampante e drammatica. Quei “morti di
debiti”, di burocrazia e di mala politica in piazza, a sventolare le bandiere,
non hanno potuto esserci ma nessuno se ne è né ricordato, né preoccupato anche
perché, altrimenti, si sarebbero dovuti individuare i “mandanti” di quei
suicidi e lì la cosa sarebbe diventata esplosiva.
Questa
condizione di indebitamento significa il crescente aumento del rischio di
cadere nelle mani di usurai, cravattari e strozzini sempre pronti a rilevare
aziende in difficoltà ma anche a “crescere” nella loro figura e nel loro
intento di essere sempre più sostituti dei canali ufficiali dell’erogazione del
credito ormai chiusi da anni, sempre nella totale indifferenza di chi, anche
con i banchieri, continua a sedersi ai
tavoli di programmazione, di spartizione e distruzione.
Il Presidente
UNIMPRESA BAT
f.to
Savino Montaruli
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