Dopo tante polemiche sul passato di Trinitapoli , siamo andati ad intervistare l’ex segretario della CGIL degli anni 70’ Antonio Andriano detto “Tonino Vidoch”.
Scusi la curiosità,
ma c’è lo chiedono in molti, tra i più giovani : Come nasce il suo soprannome
Vidoch ?
Nessun mistero, semplicemente era legato ad una presunta
somiglianza ad un attore francese, il tutto era dovuto alla mia popolarità tra
i contadini, che andando al cinema cercavano sempre di trovare somiglianze con
i personaggi più in vista dell’epoca.
Come nasce la tua
attività sindacale ?
Niente clamori, ero un semplice bracciante avventizio, che
si iscrisse al sindacato nel lontano 1968, per ragioni di classe.
Successivamente negli anni 70’ diventai un dei dirigenti sindacali e quindi mi
trovai a vivere un’epoca che ha fatto la storia bracciantile a Trinitapoli. In
cui si trasformò la figura del Bracciante che in realtà era chiamato volgarmente
:” garzone” o peggio , “uomo a padrone”, in piccolo imprenditore agricolo.
Quelli furono gli anni delle grandi lotte bracciantili non solo a Trinitapoli,
ma in tutta Italia. Infatti nel 68 si
creo un movimento, che partì dalle università, poi raggiunse le grandi
industrie del nord per arrivare fino al Mezzogiorno , quindi Trinitapoli nelle
grandi aziende agricole.
Cosa produssero le
lotte dei braccianti o meglio dei “cafoni” ?
Allora si combatteva contro un sistema politico, che fermava
la costituzione italiana, davanti ai cancelli delle fabbriche. Invece con
queste lotte,si riuscì a sfondare i cancelli ,che frenavano i diritti dei
lavoratori e nacque la legge 300, (ndr. chiamata
lo statuto dei lavoratori) . Queste lotte di rivendicazione di diritti volevano
difendere la dignità dell’uomo, prima ancora che del Garzone. Infatti
sconfissero la cultura medievale, che considerava il “Padrone” proprietario
delle cose e quindi degli esseri umani. A queste lotte non partecipò solo la
sinistra sindacale dell’epoca che io rappresentavo , ma anche ,le forze
sindacali cattoliche come la Cisl, che avevano a cuore la dignità dell’uomo.
Scusi, signor
Andriano ma come hanno influito queste lotte, sul tessuto socio-economico di
Trinitapoli ?
Quelle lotte, non produssero “solo i diritti dei
lavoratori”, ma anche dei diritti sanitari, i sussidi di disoccupazione,
assegni famigliari per tutti, maternità alle donne, diritto a riscuotere se si
era malati ed infine i 35 anni di contributi per aver diritto alla pensione.
Quindi questa massa di denaro nelle tasche delle famiglie
dei braccianti, che io considererei una equa ridistribuzione
della ricchezza, contribuì ad un grande
sviluppo economico del paese. In parole povere, i braccianti, non accumularono questi soldi in banca , ma li
investirono per acquistare terreni che i “grandi padroni”, lasciavano incolti o
al massimo a seminativo ( ndr. Coltivazione grano). Quindi l’economia locale vide improvvisamente
trasformare, semplici braccianti, in piccoli imprenditori agricoli, che producevano
ricchezza e furono il motore per lo sviluppo di altri settori collegati
all’agricoltura e non.
Quindi nacquero commercianti, cantine, opifici, tomaifici,
artigiani e naturalmente, per costruire tutto questo anche : studi tecnici di
professionisti che fornivano servizi legali, di contabilità e costruzione.
Perchè la fine dei
grandi latifondisti “o padroni” come li chiama lei, secondo alcuni, ha portato
la povertà al paese ?
Le rispondo semplicemente, che tutte le attività produttive
che abbiamo visto nascere in questi ultimi 40 anni, sono state create da figli
di ex “lavoratori a padrone”, e non dai figli dei vecchi proprietari terrieri. Questo
dato non smentibile, è la prova della veridicità della mia ricostruzione
storica, ed è inutile dilungarci.
Scusi ma sono
confuso, lei sostiene che tutto lo sviluppo socio-economico, non viene dai
ricchi proprietari terrieri dell’epoca, ma viene da semplici “Garzoni”, poi
diventati piccoli imprenditori agricoli ? Non crede di esagerare ?
Non esagero affatto, anzi le ribadisco, che il motore
economico furano proprio questi ex”garzoni”, come li chiama lei, che lavorando
la terra in autonomia, produssero ricchezza, che investirono in case di
proprietà, mandarono i figli a scuola, facendoli laureare. La riprova di quello
che dico sono gli studi professionali ,anche loro come lei, figli di semplici
garzoni, che diventarono con le loro battaglie imprenditori agricoli. Infatti
sono i braccianti i veri protagonisti della storia di Trinitapoli e del suo
sviluppo economico, degli ultimi 40 anni, senza di loro qui non ci sarebbe
niente da raccontare e da vedere. Comunque, a scanso di equivoci, i giovani
possono sempre chiedere ai loro padri e nonni, cosa erano e cosa siamo.
Va bene Singnor
Andriano, gliela diamo per buona, non
voglio girarci intorno, le chiedo a bruciapelo. Oggi le cose vanno male, il
paese è pieno di disoccupati e le piccole e medie aziende chiudono. Lei contro
chi protesterebbe ?
Contro una politica sbagliata, a tutti i livelli e di tutti
i colori, che ha agito solo in favore della finanza, a scapito delle piccole e
medie imprese e quindi in parole povere il popolo delle Partite Iva. Quindi ci
vorrebbe un cambio di tendenza a livello mondiale, europeo e nazionale che
inverta la logica. Infatti prima il sistema finanziario era l’infrastruttura
del settore produttivo, invece oggi agisce in maniera slegata, puntando solo su
giochi finanziari finalizzati a creare denaro dal nulla.
Si ma qui siamo a
Trinitapoli.
Infatti Trinitapoli, insieme all’Italia buona, il suo
sviluppo lo deve ad una società fondata sul lavoro e non sulla speculazione
finanziaria. Quindi, mi lasci dire, che io torno al silenzio ma saranno i fatti
a parlare per me.
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