Questo articolo lo scriviamo come volontari dell’associazione OIPA. E’ un articolo di protesta, come molti altri scritti in precedenza, che non hanno avuto purtroppo alcun riscontro positivo se non una breve irritazione per quanto veniva portato alla conoscenza dei nostri concittadini, qualche balbettante promessa di interventi più efficaci e un nulla di fatto. Ci sembra però giusto continuare a raccontare la nostra rabbia per una situazione di totale disinteresse e inadempienza delle nostre istituzioni che dovrebbero essere preposte, per legge, alla tutela degli animali.
In molti avrete sentito dal telegiornale regionale l’avventura dei cuccioli chiusi in sacchetto e gettati nell’immondizia a Torre San Giovanni il 26 marzo, salvati dalla polizia municipale, accorsa su segnalazione di un cittadino. Bene, ad Andria solo due giorni più tardi, il 28 marzo, agenti della polizia municipale chiamati da un cittadino per soccorrere un gattino ferito, vittima di un probabile investimento, si recano sul posto, affermano che “non conoscono una struttura adatta ad ospitare gatti” e se ne vanno lasciando il povero animale agonizzante a terra. I volontari OIPA, contattati, si recano sul posto, e trovano il micio immobile, a terra, sdraiato sulla strada. Chi lo ha investito lo ha lasciato poi crudelmente al suo destino senza il minimo rimorso, senza soccorrerlo, abbandonandolo senza pietà come purtroppo accade troppe volte sulle nostre strade, nel totale disinteresse della legge del 2012 che prevede l’omissione di soccorso per chi non interviene dopo aver investito un animale. I volontari prendono il povero gattino e lo portano presso un ambulatorio di fiducia. La situazione è grave, il gattino ha varie fratture e una probabile contusione polmonare, vengono iniziate subito le cure, ma muore la mattina successiva.
Ora noi volontari continuiamo a chiederci se i vigili avessero fatto il loro dovere e il gatto fosse stato portato immediatamente dal veterinario, si sarebbe potuto salvare?
C’è tanta amarezza nel constatare ancora una volta, che probabilmente non ci sono solo due Italie, nord e sud, ma anche due Puglie… e Andria ovviamente è nella parte peggiore: l’intervento di soccorso richiesto, spesso è legato alla coscienza del vigile che viene chiamato, alla sua capacità di provare “compassione” anche nei confronti di un animale, che non al senso del dovere e al rispetto della legge. E se le istituzioni non rispettano le normative, come possiamo aspettarci che la popolazione rispetti loro? I vigili urbani sono obbligati a intervenire dal regolamento di Polizia Veterinaria (n. 320/1954) e dalla delibera di giunta regionale del 4\7\2013 con nota esplicativa del 5\12\2013 che dice: “l’ambito di competenza per interventi di pronto soccorso è da attribuirsi alle Amministrazioni locali territorialmente competenti”, ma questo ad Andria non accade. Anzi sempre più spesso sono i vigili stessi che cercano di delegare i loro compiti e le loro responsabilità alle associazioni.
Se il comune finalmente si decidesse a trovare una struttura da dare in gestione alle associazioni che si occupano del problema randagismo, i volontari tutti sarebbero felicissimi di intervenire per sanare le annose carenze presenti in questo settore.
Gli animali randagi, lo abbiamo detto tante volte, non lo sono per colpa loro, c’è sempre la mano dell’uomo dietro che ha mancato in qualcosa. I gatti poi sono una risorsa: Andria è invasa dai topi, molte scuole cittadine dove mandiamo i nostri figli hanno questo problema. Perché non pensare di creare piccole colonie feline, curate dai bambini, nei pressi delle scuole, con animali vaccinati e sterilizzati? I bambini amano gli animali che ricambiano con grande empatia, e chissà che questo li porti a diventare adulti migliori, capaci di fare il loro dovere, capaci di dare amore in modo gratuito e generoso, capaci di non rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza.
Ora noi volontari continuiamo a chiederci se i vigili avessero fatto il loro dovere e il gatto fosse stato portato immediatamente dal veterinario, si sarebbe potuto salvare?
C’è tanta amarezza nel constatare ancora una volta, che probabilmente non ci sono solo due Italie, nord e sud, ma anche due Puglie… e Andria ovviamente è nella parte peggiore: l’intervento di soccorso richiesto, spesso è legato alla coscienza del vigile che viene chiamato, alla sua capacità di provare “compassione” anche nei confronti di un animale, che non al senso del dovere e al rispetto della legge. E se le istituzioni non rispettano le normative, come possiamo aspettarci che la popolazione rispetti loro? I vigili urbani sono obbligati a intervenire dal regolamento di Polizia Veterinaria (n. 320/1954) e dalla delibera di giunta regionale del 4\7\2013 con nota esplicativa del 5\12\2013 che dice: “l’ambito di competenza per interventi di pronto soccorso è da attribuirsi alle Amministrazioni locali territorialmente competenti”, ma questo ad Andria non accade. Anzi sempre più spesso sono i vigili stessi che cercano di delegare i loro compiti e le loro responsabilità alle associazioni.
Se il comune finalmente si decidesse a trovare una struttura da dare in gestione alle associazioni che si occupano del problema randagismo, i volontari tutti sarebbero felicissimi di intervenire per sanare le annose carenze presenti in questo settore.
Gli animali randagi, lo abbiamo detto tante volte, non lo sono per colpa loro, c’è sempre la mano dell’uomo dietro che ha mancato in qualcosa. I gatti poi sono una risorsa: Andria è invasa dai topi, molte scuole cittadine dove mandiamo i nostri figli hanno questo problema. Perché non pensare di creare piccole colonie feline, curate dai bambini, nei pressi delle scuole, con animali vaccinati e sterilizzati? I bambini amano gli animali che ricambiano con grande empatia, e chissà che questo li porti a diventare adulti migliori, capaci di fare il loro dovere, capaci di dare amore in modo gratuito e generoso, capaci di non rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza.
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