Con il Consuntivo vengono presentati
al Consiglio Comunale i risultati raggiunti nel corso dell'esercizio precedente.
Non sono però ininfluenti ne' rispetto alle prossime scadenze di bilancio e
nemmeno in relazione alle dinamiche politiche in cui ciascuno di noi è chiamato
a scegliere e a decidere per il 2014.
Mi si permetta, per una volta, di
rivendicare un merito comune. Conosciamo le realtà amministrative che ci
circondano, e sappiamo quanti e quali Enti hanno dovuto subire le conseguenze
dello sforamento del Patto di stabilità e si stiano ancora misurando con il
rischio del fallimento.
Barletta questo pericolo non lo
ha corso e non lo corre. Ha, anzi, garantito conti in regola e avviato la
riqualificazione di servizi pubblici essenziali come, nel campo dell'igiene
urbana, con il "Porta a porta".
Il primo dato utile di questa
ricognizione consultiva non può che essere, dunque, l’aver conseguito
l’obiettivo del rispetto del Patto di
Stabilità e di Crescita Interno; obiettivo raggiunto con enormi sforzi,
limitando gli impegni alle spese correnti obbligatorie, ritenute indispensabili
e non discrezionali.
Ma non voglio, qui, rivendicare
soltanto la linearità delle azioni amministrative con cui abbiamo inteso dare
un primo seguito al mandato elettorale. Vorrei, anzi, dar atto a questa Assemblea
di aver fin qui mostrato, pur nella più aspra contesa e politica dialettica democratica - come è avvenuto lo
scorso 14 marzo - la più larga
consapevolezza dell'urgenza e della responsabilità di non vanificare i
sacrifici compiuti per non mettere a repentaglio la stabilità finanziaria e
quindi l'affidabilità istituzionale del Comune.
Con la stessa onestà dobbiamo pur
dirci, oggi, che i debiti fuori bilancio, che gravano su questo consuntivo e
continueranno a condizionare le prossime manovre finanziarie del Comune, si
sono formati perché non sono stati compiuti atti dovuti nei tempi prescritti e
rispettando le regole date. Di qui l’esigenza che non venga mai meno la
certezza nella determinazione delle scelte che ci competono, quali che siano.
Il 2013 è stato, del resto, un
anno particolare. Intanto perché sono intervenute le elezioni amministrative, a
seguito di una gestione commissariale per sua natura vincolata alla gestione delle
poste pregresse. Ma soprattutto perché il legislatore, con più decreti
approvati nel corso dell'anno, ha modificato le norme che disciplinano le
politiche fiscali locali, relativamente all'IMU, alla TARES e,
conseguentemente, alla quantificazione del Fondo di Solidarietà Comunale (in
cui sono confluiti i trasferimenti erariali di un tempo).
Le successive proroghe della
scadenza per l'approvazione del Bilancio di previsione 2013, fino al termine
del 30 novembre hanno costretto questa Amministrazione a operare esclusivamente
sui margini residui dei dodicesimi di bilancio, visto che per ben 11 mesi è
mancato un quadro delle effettive entrate che sarebbero affluite al Comune di
Barletta.
È venuta meno, insomma, la
certezza delle entrate che reggono i bilanci dei Comuni italiani ed è saltato
il principio della programmazione. Di fatto, il preventivo che il Consiglio
comunale aveva approvato nel novembre scorso era un pre-consuntivo, avendo gli impegni di spesa
assunti già consumato gli stanziamenti.
Ma a prescindere dal metodo, è opportuno soffermarsi sui contenuti e sui risultati comunque conseguiti. Rispetto ad un “saldo obiettivo” di € 4.071.000, il bilancio si è chiuso con un “saldo effettivo” di € 4.155.000, pertanto, con un saldo positivo di 84 mila euro. Al fine del raggiungimento degli obiettivi del Patto, il Comune di Barletta si è prontamente attivato per acquisire i cosiddetti “spazi finanziari” concessi dal legislatore con il D.L. n. 35/2013 – noto come il decreto sblocca pagamenti – e, quindi, garantire i pagamenti degli investimenti sui residui senza incidere sul Patto stesso.
Gli spazi finanziari concessi nel corso del 2013, esclusi dal saldo obiettivo, sono stati pari a € 6.066.000, e hanno riguardato prevalentemente spese per espropri, per un ammontare di circa 1,3 milioni di euro, e all’interramento degli elettrodotti (TERNA ed RFI), per 3,1 milioni di euro: un'opera pubblica, quest’ultima, che - si ricorderà - era rimasta impantanata nei vincoli del precedente patto di stabilità e rischiava di perdersi chissà per quanto altro tempo. Si è, quindi, rispettato subito un impegno assunto con gli elettori.
Ma a prescindere dal metodo, è opportuno soffermarsi sui contenuti e sui risultati comunque conseguiti. Rispetto ad un “saldo obiettivo” di € 4.071.000, il bilancio si è chiuso con un “saldo effettivo” di € 4.155.000, pertanto, con un saldo positivo di 84 mila euro. Al fine del raggiungimento degli obiettivi del Patto, il Comune di Barletta si è prontamente attivato per acquisire i cosiddetti “spazi finanziari” concessi dal legislatore con il D.L. n. 35/2013 – noto come il decreto sblocca pagamenti – e, quindi, garantire i pagamenti degli investimenti sui residui senza incidere sul Patto stesso.
Gli spazi finanziari concessi nel corso del 2013, esclusi dal saldo obiettivo, sono stati pari a € 6.066.000, e hanno riguardato prevalentemente spese per espropri, per un ammontare di circa 1,3 milioni di euro, e all’interramento degli elettrodotti (TERNA ed RFI), per 3,1 milioni di euro: un'opera pubblica, quest’ultima, che - si ricorderà - era rimasta impantanata nei vincoli del precedente patto di stabilità e rischiava di perdersi chissà per quanto altro tempo. Si è, quindi, rispettato subito un impegno assunto con gli elettori.
Le tabelle allegate alle
relazioni tecniche fanno emergere una struttura di bilancio che garantisce gli
equilibri, nonostante la mole di debiti fuori bilancio le cui istruttorie
questa Amministrazione ha voluto fossero subito aperte e portate avanti.
In particolare, sui debiti fuori bilancio rilevati sul Consuntivo 2013, va detto che sono stati impegnati quasi 3,7 milioni di euro sul Titolo 2 delle spese di investimento, e poco più di 646 mila euro sul Titolo 1 delle spese correnti, per un totale di poco superiore a 4,3 milioni di euro.
In particolare, sui debiti fuori bilancio rilevati sul Consuntivo 2013, va detto che sono stati impegnati quasi 3,7 milioni di euro sul Titolo 2 delle spese di investimento, e poco più di 646 mila euro sul Titolo 1 delle spese correnti, per un totale di poco superiore a 4,3 milioni di euro.
In sintesi, la situazione attuale
dei debiti fuori bilancio è la seguente:
- debiti fuori bilancio riconosciuti in Consiglio Comunale dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013, per un valore di 6,3 milioni di euro, di cui 673 mila a valere sulla parte corrente del bilancio, e 5,6 milioni di euro sul Titolo 2 delle spese di investimento (parte di tali debiti, circa 2 milioni di euro, trovava già copertura nei residui degli anni precedenti);
- debiti fuori bilancio riconosciuti in Consiglio Comunale dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013, per un valore di 6,3 milioni di euro, di cui 673 mila a valere sulla parte corrente del bilancio, e 5,6 milioni di euro sul Titolo 2 delle spese di investimento (parte di tali debiti, circa 2 milioni di euro, trovava già copertura nei residui degli anni precedenti);
- debiti fuori bilancio impegnati
sul bilancio 2013, ma non ancora riconosciuti dal Consiglio Comunale, per un
importo di 773 mila euro;
- debiti fuori bilancio da prevedere nel 2014 per altri 4,3 milioni di euro: una parte dei quali è stata già istruita e attende solo che il Consiglio Comunale li esamini e deliberi.
Non si può, in questa occasione, non sottolineare che il Consiglio Comunale e' tenuto ad adottare tempestivamente provvedimenti deliberativi di questa natura, al fine di non incorrere in ulteriori aggravi di spesa, la cui responsabilità e' inequivocabile prescritta dalle norme e ai principi di contabilità pubblica.
È altresì evidente che il fenomeno dei debiti fuori bilancio rappresenta una patologia che questa Amministrazione ha dovuto prendere in carico sin dal momento del suo insediamento, ma con la decisa volontà di affrontare il bubbone con il bisturi, per incidere sul tessuto malato e ridare vitalità a una finanza pubblica trasparente e corretta. .
- debiti fuori bilancio da prevedere nel 2014 per altri 4,3 milioni di euro: una parte dei quali è stata già istruita e attende solo che il Consiglio Comunale li esamini e deliberi.
Non si può, in questa occasione, non sottolineare che il Consiglio Comunale e' tenuto ad adottare tempestivamente provvedimenti deliberativi di questa natura, al fine di non incorrere in ulteriori aggravi di spesa, la cui responsabilità e' inequivocabile prescritta dalle norme e ai principi di contabilità pubblica.
È altresì evidente che il fenomeno dei debiti fuori bilancio rappresenta una patologia che questa Amministrazione ha dovuto prendere in carico sin dal momento del suo insediamento, ma con la decisa volontà di affrontare il bubbone con il bisturi, per incidere sul tessuto malato e ridare vitalità a una finanza pubblica trasparente e corretta. .
Vi sono istruttorie ancora in
corso, dal cui esito saremo in grado di comprendere ancor meglio lo stato dei
conti del Comune di Barletta: inevitabilmente graveranno sul bilancio di cui
quest'anno dobbiamo farci interamente carico, ma abbiamo la consapevolezza di
dover imprimere, su questo piano, una netta soluzione di continuità.
Un altro dato su cui soffermarsi, e in un certo senso collegato al tema dei debiti fuori bilancio, è quello dell'avanzo di amministrazione. Si tratta di un dato puramente contabile, ossia la somma algebrica del saldo di cassa al 1° gennaio 2013, aumentato dei residui attivi e diminuito dei residui passivi. Tale “numero” costituisce oggettivamente il risultato dell’analisi di riaccertamento dei residui che i singoli dirigenti hanno provveduto a determinare con propri provvedimenti.
La Delibera di Giunta n. 80 del 18 aprile 2014, nel determinare un avanzo di € 10.807.888,94, di cui € 214.744,51 già vincolato, ne ha proposto un utilizzo rispettoso delle priorità indicate dalle linee di mandato approvate in Consiglio Comunale, a cominciare dalla coerenza con quanto previsto con il Programma delle opere pubbliche 2014/2016, che già è stato posto - con apposita Delibera di Giunta -all'attenzione delle forze politiche in vista della prossima scadenza del bilancio previsionale.
Questa impostazione, del resto, rispetta pienamente la norma e i principi contabili redatti dall'Osservatorio sulla finanza locale del Ministero dell'Interno, in base ai quali l’avanzo di amministrazione non vincolato dovrebbe essere utilizzato prioritariamente:
Un altro dato su cui soffermarsi, e in un certo senso collegato al tema dei debiti fuori bilancio, è quello dell'avanzo di amministrazione. Si tratta di un dato puramente contabile, ossia la somma algebrica del saldo di cassa al 1° gennaio 2013, aumentato dei residui attivi e diminuito dei residui passivi. Tale “numero” costituisce oggettivamente il risultato dell’analisi di riaccertamento dei residui che i singoli dirigenti hanno provveduto a determinare con propri provvedimenti.
La Delibera di Giunta n. 80 del 18 aprile 2014, nel determinare un avanzo di € 10.807.888,94, di cui € 214.744,51 già vincolato, ne ha proposto un utilizzo rispettoso delle priorità indicate dalle linee di mandato approvate in Consiglio Comunale, a cominciare dalla coerenza con quanto previsto con il Programma delle opere pubbliche 2014/2016, che già è stato posto - con apposita Delibera di Giunta -all'attenzione delle forze politiche in vista della prossima scadenza del bilancio previsionale.
Questa impostazione, del resto, rispetta pienamente la norma e i principi contabili redatti dall'Osservatorio sulla finanza locale del Ministero dell'Interno, in base ai quali l’avanzo di amministrazione non vincolato dovrebbe essere utilizzato prioritariamente:
- per il finanziamento dei debiti
fuori bilancio;
- per il riequilibrio della
gestione corrente;
- per gli accantonamenti per
passività potenziali,
- per il finanziamento di maggiori spese del titolo II
e/o estinzione anticipata di prestiti.
Questo provvedimento di Consiglio potrà, dunque, trovare materiale attuazione con il preventivo 2014.
Questo provvedimento di Consiglio potrà, dunque, trovare materiale attuazione con il preventivo 2014.
In sintesi, al netto dell'avanzo
di amministrazione vincolato alle spese di investimento e agli obblighi del suo
utilizzo per riequilibrare la parte corrente del bilancio, le priorità che si
ritiene utile supportare sono:
- il finanziamento dei potenziali debiti fuori bilancio, per un ammontare stimato di circa 4,3 milioni di euro;
- il finanziamento dei potenziali debiti fuori bilancio, per un ammontare stimato di circa 4,3 milioni di euro;
- le quote di cofinanziamento di
tutti quegli investimenti per i quali sono state attivate procedure di
finanziamento da parte della Regione, dello Stato, dell'Unione Europea;
- e, laddove ce ne fossero le condizioni, la destinazione di una quota dell’avanzo di amministrazione a tutte le spese che, attualmente, sono coperte o si prevede di coprire con il ricorso ai mercati finanziari, ovvero con l’indebitamento. Ciò per evitare che si appesantiscano i bilanci futuri con la previsione di quote di capitale e di interessi a rimborso del debito.
- e, laddove ce ne fossero le condizioni, la destinazione di una quota dell’avanzo di amministrazione a tutte le spese che, attualmente, sono coperte o si prevede di coprire con il ricorso ai mercati finanziari, ovvero con l’indebitamento. Ciò per evitare che si appesantiscano i bilanci futuri con la previsione di quote di capitale e di interessi a rimborso del debito.
Ma di tutto ciò, come anticipato,
se ne discuterà in sede di approvazione del Bilancio di previsione 2014.
Qui e ora, in tema di equilibri,
si deve far presente che la modifica normativa sull'IMU, ha fortemente
condizionato la struttura del bilancio. Infatti, rispetto al 2012, l'imposta
del 2013 relativa alle categorie D è stata versata allo Stato nella misura
dell'aliquota standard del 7,6 per mille; al Comune è stata versata la sola
aliquota integrativa dell'1 per mille. Nel 2012, invece, allo Stato era stato
attribuito il 50% dell’aliquota standard e del 7,6 per mille sugli altri immobili. Ciò
ha determinato, di conseguenza, una modifica delle spettanze a titolo di Fondo
di Solidarietà Comunale e l'introduzione di un capitolo di spesa di oltre 7,3
milioni di euro destinato ad alimentare il medesimo Fondo di Solidarietà. Tale
operazione, i cui dati sono stati forniti dal Ministero competente solo nel
mese di novembre, ha di fatto modificato gli equilibri del bilancio.
Un dato che deve far riflettere è
il taglio drastico che i Comuni hanno subito dal 2010 ad oggi sui
“trasferimenti erariali”, divenuti nel corso del tempo “trasferimenti
fiscalizzati”, ovvero il Fondo di Solidarietà Comunale.
Questa la situazione del Comune
di Barletta:
- 2010: trasferimenti erariali
per € 25.139.544,40;
- 2011: trasferimenti erariali per € 20.735.555,86;
- 2012: Fondo Sperimentale di Riequilibrio (trasferimenti fiscalizzati) per € 11.923.628,51, in parte compensato con l’introduzione dell’IMU;
- 2013: Fondo di Solidarietà Comunale (ex FSR) per € 9.121.441,25. La quantificazione del fondo è stata determinata tenendo conto delle stime del gettito IMU 2012. Infatti, come già detto, parte del gettito IMU di spettanza del Comune è stata rigirata allo Stato sotto forma di “alimentazione del Fondo di Solidarietà”, per un importo di € 7.338.003,95. In sostanza, lo Stato, nel reintrodurre l'IMU, ha tentato di impostare un sistema che garantisse lo stesso gettito di entrate per i Comuni, dato dalla somma dell'IMU e del Fondo di solidarietà. Il tutto, però, si è basato su stime e non su dati reali di gettito. Con tale meccanismo, il Comune di Barletta, strada facendo, ha perso ulteriori risorse per oltre 600mila euro.
- 2011: trasferimenti erariali per € 20.735.555,86;
- 2012: Fondo Sperimentale di Riequilibrio (trasferimenti fiscalizzati) per € 11.923.628,51, in parte compensato con l’introduzione dell’IMU;
- 2013: Fondo di Solidarietà Comunale (ex FSR) per € 9.121.441,25. La quantificazione del fondo è stata determinata tenendo conto delle stime del gettito IMU 2012. Infatti, come già detto, parte del gettito IMU di spettanza del Comune è stata rigirata allo Stato sotto forma di “alimentazione del Fondo di Solidarietà”, per un importo di € 7.338.003,95. In sostanza, lo Stato, nel reintrodurre l'IMU, ha tentato di impostare un sistema che garantisse lo stesso gettito di entrate per i Comuni, dato dalla somma dell'IMU e del Fondo di solidarietà. Il tutto, però, si è basato su stime e non su dati reali di gettito. Con tale meccanismo, il Comune di Barletta, strada facendo, ha perso ulteriori risorse per oltre 600mila euro.
Nel giro di soli 4 anni, in
pratica, lo Stato ha, da una parte tagliato il volume delle risorse destinate
ai Comuni, dall’altro, ha spostato sulla fiscalità locale l’onere di
finanziare, ormai quasi integralmente, i servizi pubblici essenziali. Tutto
ciò, al di fuori di quella necessaria perequazione pur sancita da un principio
fondamentale della Costituzione (art. 119).
La differenza con cui oggi
dobbiamo fare i conti, rispetto ai trasferimenti statali di 4 anni fa, è di ben
16 milioni di euro di cui solo 12 milioni circa sono stati recuperati con
l’IMU.
Non solo: per il 2014 e' stato
già annunciato un ulteriore taglio, di circa il 13% rispetto alle risorse del
2013: si rischia di perdere, strada facendo, un ulteriore milione di euro.
Nonostante ciò, abbiamo
intenzione di confermare Barletta tra i Comuni virtuosi, tant'è che rispetto ai
10 parametri della cosiddetta deficitarietà, risulta che il Comune di Barletta
ne ha rispettati 9: l'unico parametro fuori dal limite previsto è quello
relativo al volume dei residui passivi, tema su cui gli uffici stanno già
lavorando.
Se pure dobbiamo fare i conti - e non intendiamo sottrarci - con gli obiettivi di finanza pubblica, non potremo, però, mancare di contestare a ogni livello alcune criticità particolarmente gravi, come quelle derivanti dal blocco dei pagamenti delle spese di investimento, che produce riflessi negativi sul "sistema imprese" e l'economia locale, ponendo l'Amministrazione a rischio di decreti ingiuntivi e spese per interessi legali e di giustizia. Non a caso i pagamenti di competenza sono praticamente pari a zero, al netto dei pagamenti effettuati a valere sugli “spazi finanziari” concessi dallo Stato con il D.L. n. 35/2013.
Se pure dobbiamo fare i conti - e non intendiamo sottrarci - con gli obiettivi di finanza pubblica, non potremo, però, mancare di contestare a ogni livello alcune criticità particolarmente gravi, come quelle derivanti dal blocco dei pagamenti delle spese di investimento, che produce riflessi negativi sul "sistema imprese" e l'economia locale, ponendo l'Amministrazione a rischio di decreti ingiuntivi e spese per interessi legali e di giustizia. Non a caso i pagamenti di competenza sono praticamente pari a zero, al netto dei pagamenti effettuati a valere sugli “spazi finanziari” concessi dallo Stato con il D.L. n. 35/2013.
In definitiva, nonostante le
incertezze normative, i vincoli del Patto di Stabilità e di Crescita Interno,
il blocco dei pagamenti, il volume dei debiti fuori bilancio riscontrati nel
corso dell’esercizio, l’Amministrazione è riuscita a garantire la stabilità di
bilancio, la copertura di buona parte dei debiti fuori bilancio e l’erogazione
dei servizi alla collettività.
Su questa strada intendiamo
andare avanti, impostando l'elaborazione del prossimo Bilancio di previsione
2014 verso scelte rigorose ma rispettose delle effettive condizioni economiche
e sociali della nostra comunità, tenendo conto anche di nuovi impegni
collegialmente assunti, come per l'acquisizione delle azioni del socio di
minoranza della Barsa.
Il legislatore ha già spostato la
scadenza al 31 luglio prossimo, e non sono da escludere ulteriori proroghe. Ma
questa Amministrazione ha comunque intenzione di procedere e presentare quanto
prima al Consiglio comunale un bilancio i cui assi portanti possono già essere
sinteticamente definiti:
- una semplificazione della struttura, attraverso l'accorpamento di spese omogenee; ciò anche al fine di rendere più snelle le procedure e favorire l'efficienza dell'apparato amministrativo/contabile;
- una ulteriore pulizia dei residui passivi, rispetto a quella iniziata con l’adozione del programma delle opere pubbliche, che ha consentito di riscontrare gli interventi non più attuabili (essendo venute meno le condizioni tecnico/giuridiche) e di procedere alla destinazione delle risorse liberate ad opere che potranno trovare copertura con l’avanzo di amministrazione determinatosi;
- una semplificazione della struttura, attraverso l'accorpamento di spese omogenee; ciò anche al fine di rendere più snelle le procedure e favorire l'efficienza dell'apparato amministrativo/contabile;
- una ulteriore pulizia dei residui passivi, rispetto a quella iniziata con l’adozione del programma delle opere pubbliche, che ha consentito di riscontrare gli interventi non più attuabili (essendo venute meno le condizioni tecnico/giuridiche) e di procedere alla destinazione delle risorse liberate ad opere che potranno trovare copertura con l’avanzo di amministrazione determinatosi;
- politiche fiscali più eque,
nell’ottica della perequazione sociale.
Si dovrà necessariamente tener conto della Introduzione dell’Imposta Unica Comunale (IUC), comprendente l’IMU, il Tributo sui Servizi Indivisibili (TASI) e la Tassa sui Rifiuti (TARI), con cui si sta ridisegnando il sistema fiscale locale.
La TASI, in particolare, rappresenta una nuova forma impositiva introdotta nel 2014 per consentire ai Comuni di garantire la copertura dei cosiddetti servizi indivisibili, quali ad esempio la pubblica illuminazione, la manutenzione del verde, delle strade, del patrimonio pubblico più in generale. Si tratta di un tributo che, di fatto, sostituisce l'IMU sulla abitazione principale e si aggiunge, per gli altri immobili, alla stessa IMU non abrogata nel 2013. Anche su questo tributo si dovranno fare delle attente valutazioni per trovare i giusti equilibri di perequazione, nei limiti consentiti dalla legge.
Si dovrà necessariamente tener conto della Introduzione dell’Imposta Unica Comunale (IUC), comprendente l’IMU, il Tributo sui Servizi Indivisibili (TASI) e la Tassa sui Rifiuti (TARI), con cui si sta ridisegnando il sistema fiscale locale.
La TASI, in particolare, rappresenta una nuova forma impositiva introdotta nel 2014 per consentire ai Comuni di garantire la copertura dei cosiddetti servizi indivisibili, quali ad esempio la pubblica illuminazione, la manutenzione del verde, delle strade, del patrimonio pubblico più in generale. Si tratta di un tributo che, di fatto, sostituisce l'IMU sulla abitazione principale e si aggiunge, per gli altri immobili, alla stessa IMU non abrogata nel 2013. Anche su questo tributo si dovranno fare delle attente valutazioni per trovare i giusti equilibri di perequazione, nei limiti consentiti dalla legge.
Per questo, si è dovuto attendere che il
legislatore chiarisse in maniera definitiva le scadenze relative al Tributo sui
Servizi Indivisibili prorogando la scadenza del 16 giugno prevista per il
versamento dell’acconto del nuovo tributo al 16 ottobre per tutti quei Comuni
che, come il nostro, hanno deciso di attendere i provvedimenti legislativi
definitivi sui contenuti, i tempi e le modalità di versamento.
Il legislatore, in tema di IUC, ha lasciato ai Comuni pochi margini di manovra per introdurre particolari forme di esenzioni, riduzioni e agevolazioni, ma all’interno di questi margini ci si muoverà per trovare ogni possibile soluzione finalizzata a tutelare le fasce di contribuenti meno abbienti e a combattere certi meccanismi di elusione ed evasione fiscale che danneggiano l'intera collettività. A tal fine, d’intesa con l’INPS, è stata già acquisita la disponibilità di accesso alle banche dati relative alle posizioni ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) necessarie per impostare un sistema tributario coerente con la reale capacità contributiva dei cittadini.
Abbiamo già dimostrato di non temere di esporci anche a scelte impopolari pur di perseguire la coesione sociale, tanto più necessaria per agganciare le opportunità di crescita e sostenere nuove prospettive di occupazione. Ma vorremmo incontrare lungo questa strada la più ampia consapevolezza - pur nella dinamica propria della democrazia maggioritaria - della criticità della situazione economica e sociale e dei rischi di regressione delle condizioni di vita di strati sempre più larghi della cittadinanza. Solo così ciascuno di noi potrà ancora - per la parte che gli compete e nella responsabilità che sente di dover assumere - dare valore ai sacrifici che pure i cittadini stanno compiendo con spirito di solidarietà morale per affermare il primato
Il legislatore, in tema di IUC, ha lasciato ai Comuni pochi margini di manovra per introdurre particolari forme di esenzioni, riduzioni e agevolazioni, ma all’interno di questi margini ci si muoverà per trovare ogni possibile soluzione finalizzata a tutelare le fasce di contribuenti meno abbienti e a combattere certi meccanismi di elusione ed evasione fiscale che danneggiano l'intera collettività. A tal fine, d’intesa con l’INPS, è stata già acquisita la disponibilità di accesso alle banche dati relative alle posizioni ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) necessarie per impostare un sistema tributario coerente con la reale capacità contributiva dei cittadini.
Abbiamo già dimostrato di non temere di esporci anche a scelte impopolari pur di perseguire la coesione sociale, tanto più necessaria per agganciare le opportunità di crescita e sostenere nuove prospettive di occupazione. Ma vorremmo incontrare lungo questa strada la più ampia consapevolezza - pur nella dinamica propria della democrazia maggioritaria - della criticità della situazione economica e sociale e dei rischi di regressione delle condizioni di vita di strati sempre più larghi della cittadinanza. Solo così ciascuno di noi potrà ancora - per la parte che gli compete e nella responsabilità che sente di dover assumere - dare valore ai sacrifici che pure i cittadini stanno compiendo con spirito di solidarietà morale per affermare il primato
del bene comune e della
convivenza civile.
L’Ufficio
Comunicazione
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