La Fondazione Italiana per la Lotta all'obesità
Infantile ci tiene a precisare che l’obesità non deriva solamente da un’unica
causa come ad esempio l’assunzione di grassi ma da più fattori e di conseguenza
è importante che i mass media facciano attenzione alle informazioni che
diffondono.
Infatti, più che di assunzione solamente di grassi, la
causa è da attribuire dallo stile di vita e cioè dall’insieme di comportamenti
malsani che moltiplicano il rischio di obesità come ad esempio il fumo, la
mancata attività fisica, l’assunzione di alcool.
Di conseguenza è importante cercare di
coinvolgere le persone nel seguire sani stili di vita più che dare informazioni
spot negative come i cibi grasi fanno diventare obesi oppure il fumo fa venire
il cancro che non riescono ad attecchire sulle persone.
A tal proposito la Fondazione Italiana per la Lotta
all'obesità Infantile cerca di diffondere i sani propositi anche attraverso la
divulgazione della seguente dichiarazione del dott. Calabrese: "Relativamente all’obesità, il mainstream dei nutrizionisti è
concorde: è un problema che deriva da diversi fattori, i più importanti dei
quali sono la genetica, l’eccesso di calorie ingerite e la mancanza di moto.
Negli ultimi anni, tuttavia, si sta diffondendo un approccio che non appare
affatto scientifico, cioè quello di criminalizzare singoli alimenti, come i
grassi, i sali o gli zuccheri senza considerare che esistono tecniche culinarie
capaci di ridurre la qualità nutrizionale di ogni alimento. Di conseguenza,
occorrerebbe concentrarsi sull’educazione del consumatore e su una corretta
informazione nutrizionale.
Nel global report sulle malattie non
trasmissibili del 2011, per esempio, l’attività fisica figurava al pari delle
diete tra i possibili rimedi contro l’obesità. Ora invece noto che la tendenza
è quella di puntare sull’aspetto legislativo, sull’idea di mettere nuove tasse,
bollini rossi, o addirittura warnings come quelli che campeggiano sui pacchetti
di sigarette, per certificare l’insalubrità di un alimento, mentre a mio parere
occorrerebbe dedicare maggiore attenzione all’attività fisica. (...) al
consumatore vanno dati i giusti strumenti di interpretazione. In particolare
l’informazione che non diventerà obeso perché mangia questo o quell’alimento
nefasto, ma casomai perché non assume uno stile di vita sano, che si può avere
solo attraverso una dieta ricca e variata, l’astensione dagli eccessi e
soprattutto una costante, anche se limitata, attività fisica. Invito quindi a
stare attenti a non cedere al panico creato dalla disinformazione.
L’obesità moderata non è una malattia, è un
fattore di rischio da prevenire. Certo, i casi gravi necessitano di cure.
Tuttavia, se vogliamo realmente indurre le popolazioni del pianeta a condurre
una vita più sana, investiamo affinché giovani e adulti siano incentivati a
svolgere attività fisica e diamo ai consumatori i giusti strumenti di valutazione.
Imporre loro per legge scelte e comportamenti, non solo è profondamente
illiberale ma è anche profondamente scorretto dal punto di vista della valenza
scientifica. In sostanza, occorre assicurarsi che nel nostro approccio al
problema seguiamo i seguenti passi:
1. Che lo stile di vita sia il primo punto di
riferimento
2. Che per un corretto stile di vita
venga messa al centro l’attività fisica
3. Respingere ogni decisione non
basata su evidenza scientifica
4. Incoraggiare l’educazione
alimentare così che i consumatori diventino protagonisti attivi di uno stile di
vita sano."
Di conseguenza la
Fondazione Italiana per la Lotta all'obesità Infantile ha provveduto a
formulare e diffondere un PRESS KIT (1)
nel mese di Marzo 2014 allo scopo
di sensibilizzare l’opinione pubblica ed i professionisti che si occupano di
salute e benessere a diffondere alcune informazioni utili a percepire lo stato
attuale del problema ed eventuali modalità per approciarsi alle persone per fa
si che siano stimolate a fare alcuni cambiamenti volti a prevenire o rimediare
eventuali disagi dovuti ad un non appropriato stile di vita.
Pertanto
riporto alcune informazioni utili ricavate dal suddetto PRESS KIT sperando che
suscitino interesse nei lettori.
Nel 2008 con il progetto Okkio alla Salute,
determinato da una collaborazione Ministero della Salute e Regioni, con la
coordinazione del CNR, si è arrivati ad una valutazione dell’incidenza
dell’obesità a livello pediatrico. È stato valutato il BMI (body mass index) di
45.590 bambini/e tra gli 8 e i 9 anni ed è risultato che il 23,6 % è in
sovrappeso ed il 12,3 % è obeso. Rapportando questo dato alla media dei bambini
italiani, si è visto così che un terzo dei bambini è in sovrappeso o obeso.
Studi
ripetuti nel 2010 e 2012 hanno dato risultati analoghi.
Già
nel 2002 Eric Schlosser in Fast Food Nation aveva individuato nei seguenti fattori
la recente epidemia di obesità:
−
mancanza di educazione alimentare
−
estinzione della cucina casalinga (con cibi
preparati a partire da alimenti freschi)
−
convenienza pratica dei cibi pronti, , da
scaldare.
L’obesità
ha una genesi multifattoriale, essendo il risultato di diverse cause più o meno
evidenti che interagiscono tra loro; in primo luogo una eccessiva/cattiva
alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo
genetico/familiare; rari i casi ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o
disfunzioni surrenali.
In molte ricerche si è notato che i bambini
sovrappeso o obesi, nella maggior parte dei casi, non fanno colazione e così
anche per gli adulti. Una colazione equilibrata sembra essere un fattore
protettivo per l’aumento di peso perché fornisce la giusta energia per
affrontare le prime impegnative ore della giornata e dare la carica a cervello
e muscoli dopo il digiuno notturno. Per un corretto funzionamento
dell’organismo il 65% dell’energia andrebbe assunta entro il pranzo e solo il
35% tra lo spuntino del pomeriggio e la cena.
Per
tutti il pilastro della longevità e della salute è la presenza costante di una
buona attività fisica, che sia varia e possibilmente divertente per non essere
abbandonata.
(1)
AIMATI M., FARINELLI C., PRESS KIT, Fondazione
Italiana per la Lotta all'obesità Infantile,
Roma, Marzo 2014.
380-4337230 - 21163@tiscali.it

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