IMPRESE
E FAMIGLIE DI NUOVO NELLA MORSA DELL’INCERTEZZA TRIBUTARIA.
ACCONTI CALCOLATI SU QUANTO DOVUTO PER LA TARES 2013
E CHISSA’ QUALE SARA’ LA SORPRESA DI FINE ANNO.
Cassette
postali calde, caldissime, ad Andria come negli altri comuni della Provincia di
Barletta Andria Trani. Proprio ad Andria si ripresenta la situazione dello
scorso anno con il comune che, esattamente come fece nel 2013, non procede alla
deliberazione delle Tariffe ma chiede ai contribuenti di pagare gli acconti
TARI, in attesa dell’approvazione del relativo Regolamento e delle nuove
tariffe per l’anno corrente. Continua quindi a regnare l’incertezza e si
ripresenta un’assurda quanto incresciosa situazione.
A proposito di quanto sta accadendo in queste ore
tra le Categorie che stanno ricevendo “la sorpresa di agosto” il Presidente di
Unimpresa Bat, Savino Montaruli, proprio durante l’incontro con una nutrita
rappresentanza di operatori pubblici “scioccati” dopo aver ricevuto gli avvisi
di pagamento, ha detto: “Noi crediamo che questa formula sia fortemente
dannosa e anticostituzionale in quanto pone alcune serie riflessioni. Intanto
non si conosce quanto si pagherà realmente, alla fine, per la Tari 2014 e poi
pagare gli acconti significa accettare quella metodologia di calcolo quindi
anche le tariffe che il comune stabilirà in seguito e che oggi non si
conoscono. Pagare gli acconti senza conoscere l’entità complessivo del tributo
da versare per l’anno corrente è a mio avviso fortemente anticostituzionale
oltre che scorretto. Infatti – ha proseguito il Presidente di Unimpresa Bat –
questo metodo ambiguo ed illegittimo incide fortemente sulle scelte degli
imprenditori in quanto i medesimi non vengono messi in condizione di conoscere
in anticipo, come invece prevede la legge, la consistenza delle tariffe da
pagare per l’anno corrente e quindi sono impossibilitati a predisporre bilanci
preventivi per decidere se continuare o meno a tenere in vita l’attività con
gravissime ripercussioni anche morali e aziendali oltre che occupazionali.
Ritengo –ha detto Montaruli – che questa sia una vera e propria forzatura
mascherata che fa molto comodo alle Amministrazioni che la attuano ed anche al
Governo centrale se lo consenta. Pagare l’acconto, quindi, significa pagare poi
“forzatamente” anche il saldo che oggi, nell’incertezza tributaria, non si
conosce ancora. Se questo non è illegittimo ditemi voi cos’è – ha concluso il
leader di Unimpresa Bat”.
In un Paese come l’Italia ormai prossimo all’imminente
definitivo tracollo anche questi provvedimenti fortemente lesivi della libertà
d’impresa, della certezza dei provvedimenti e del Diritto e del rispetto per le
persone e per gli imprenditori passano inosservati ed il senso di rassegnazione
e di disinteressamento reale delle Parti Sociali sono la chiara dimostrazione
di quanto si sia perso ormai il controllo della situazione o si sia diventati
tutti complici e sciocchi accondiscendenti.
In quanto alla situazione “rifiuti”, le Imprese di
Andria sono state e rimangono protagoniste rispetto al risultato raggiunto in
termini percentuali per la raccolta differenziata e per fare ciò continuano a
subire enormi disagi e tutto questo avrebbe dovuto significare, come tra
l’altro promesso da chi le promesse non sa mantenerle, che sarebbero arrivati
sgravi ed abbattimenti tariffari mentre la Regione Puglia continua a premiare
gli sporcaccioni rinviando ancora l’entrata a regime dell’ecotassa che avrebbe
significato sgravi per i comuni virtuosi e la politica locale si fregia di
premi che dovrebbero essere altri a ritirare,
A fronte della persistenza totale assenza di
interventi strutturali ed organici sul Comparto Commercio e Sviluppo Economico
cittadino completamente abbandonato all’incertezza e all’assenza di
programmazione e di obiettivi, lo scorso anno, con il passaggio dalla Tarsu
alla Tares, alcune attività commerciali come negozi di ortofrutta, pescherie,
fiorai, esercizi di ristorazione, pubblici esercizi, discoteche, studi
commerciali e attività artigianali subirono un aumento della tassazione per la
Tares dal 300 al 900% in più rispetto alla Tarsu con punte di richieste di
pagamento che arrivarono anche a decine di migliaia di euro all’anno per una semplice
attività d’impresa di media superficie, al punto che si stima che oltre il 50%
di quelle imprese ancora non ha versato quanto dovuto per il passato anno 2013
ed il comune non ha ancora inviato i solleciti senza oneri aggiuntivi, come
invece previsto e scritto sugli avvisi di scadenza “ordinatoria” dello scorso
anno ove si leggeva: “in caso di mancato pagamento di quanto richiesto con
l’avviso, verrà emesso un sollecito a mezzo raccomandata a.r. e
successivamente, se non verrà effettuato il pagamento, si procederà alla
riscossione coatta a mezzo di ingiunzione fiscale o ruolo coattivo con addebito
di sanzioni, interessi e spese”. Perché tali nuovi avvisi di riscossione non
sono mai partiti? Si andrà direttamente ed illegittimamente a riscossione coatta
attraverso il mostro di Equitalia? Se questo non significa gettare gli
imprenditori tra le braccia degli usurai e del credito fuori sistema, cosa
significa?
Purché si sappia.
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UNIMPRESA BAT
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