Quello che non va è vedere tanti
mocciosi impuniti che si appropriano ogni giorno della nostra città.
Quello non va per niente bene.
Le multe
elevate a carico dei ciclisti che hanno adottato comportamenti contrari a
quanto previsto dalle norme del codice della strada a salvaguardia della
pubblica e generale incolumità vanno bene, benissimo perché non è tollerando in
modo estremo che si possano sostenere le buone prassi che invece, al contrario,
vanno proprio incentivate grazie al rispetto di norme inviolabili e soprattutto
valide per tutti. L’adozione del concetto di estrema tolleranza, invece, è
quello più dannoso e la dimostrazione è sotto gli occhi di tutti, tutti i
giorni in tutta la città e soprattutto, paradossalmente, in quelle zone
cosiddette centrali come, ad esempio, in Corso Cavour, laddove è sufficiente fermarsi
per pochi minuti o per un’intera serata per assistere ad alcuni dei più
indecenti spettacoli di appropriazione indebita del territorio urbano da parte
di strani ed esaltati soggetti a bordo di motorini, la maggior parte dei quali
statisticamente circolerebbe anche senza copertura assicurativa, diventati
padroni assoluti del territorio girovagando senza indossare i caschi
protettivi, facendolo magari solo se dovesse prospettarsi l’occasione di
qualche scippo che ormai da tempo non fa più notizia.
Altro che
superare i limiti normativi imposti dal Codice della Strada, qui siamo a
livelli di giungla perché il limite viene ampiamente superato allorquando
quegli stessi esaltati percorrono indisturbati i viali delle aree verdi
adiacenti, calpestano il verde pubblico e non si fermano davanti ad anziani e ai
tanti bambini che invece di una salutare passeggiata ai giardinetti dei
cappuccini piuttosto che delle vicine aree verdi si avventurano ogni sera verso
l’ignoto ed imprevedibile destino che non ha mancato di far sentire le
conseguenze in varie occasioni.
Vedere
questo spettacolo è la vera vergogna e la vera preoccupazione di fronte al
disarmante senso di impotenza da parte del cittadino ormai volutamente
autoposizionatosi nel limbo della passività e della sopportazione.
Rispetto,
invece, alla reale capacità e volontà di questa città di costruirsi una
dimensione culturalmente diversa, privilegiando l’uso delle biciclette, il
discorso è lungo, molto lungo e ci porterebbe veramente lontano e
approfondendolo aumenteremmo in modo esponenziale le antipatie nei nostri
confronti e di coloro che, come noi, si ostinano ad osservare la realtà ed
osano raccontarla pure.
Poiché
alimentare quegli spiriti maligni fa male a chi pratica questo becero esercizio
quotidiano, noi continuiamo e diciamo che la città di Andria non vuole decidere
cosa vuol fare da grande rispetto alla mobilità se è vero come è vero che i
Park & Ride cittadini continuano a rimanere chiusi; che non si è mai avuto
il coraggio di chiudere al traffico veicolare la città partendo dal passaggio a
livello e per l’intera cerchia extramurale; continuando ad assumere
provvedimenti graditi a qualche singolo autorevole personaggio con la
predisposizione di zone parcheggio a grattino e a disco orario dicendo,
beffardamente, di voler agevolare il cambio e il ricambio delle autovetture a
parcheggio proprio incentivando quindi il traffico invece di dissuaderlo
eliminando tali facoltà e togliendo l’aspettativa di trovarne uno libero; non
installando appropriatamente le rastrelliere e tardando a predisporre idonee
aree di ricovero temporaneo delle bici; non decidendo di tracciare quelle
indispensabili piste ciclabili togliendo “potere” alle autovetture e
privilegiando questa forma di mobilità; non capendo che tutti i problemi dei
tanti passaggi a livello che strozzano la città sarebbero immediatamente
risolti semplicemente eliminando il trenino da Andria a Barletta sostituendolo
con trasporto ecologico su gomma. Decisioni difficili? No, solo coraggiose ma
il coraggio scarseggia sempre più ed ecco che tutte le speranze vengono
riversate nel prossimo grandioso appuntamento della “Settimana Europea della
Mobilità”, in programma dal 16 al 22 settembre 2014. cui anche la città di Andria
ha deciso di partecipare anche se la premessa è che non ci sono fondi da
destinare all’iniziativa perché “siamo alle pezze”, è stato detto.
Nel corso
dell’incontro di venerdì 25 luglio ad Andria sono state tante le realtà
associative che hanno formulato proposte di enorme interesse per quella settimana,
dal museo della bicicletta alla predisposizione di punti di pompaggio presso
gli esercizi commerciali, dalla predisposizione di itinerari turistici in bici
alla realizzazione di eventi e manifestazioni dedicate al mondo delle due ruote,
compreso un interessante connubio con la moda e l’abbigliamento e poi un’interessante
proposta partita da esponenti della 4^ Consulta ambientale di Andria cioè
quella di predisporre un itinerario ciclistico e turistico che attraversi le Strade
dell’Olio e del Vino con tappe di degustazione e di informazione sull’attività
delle aziende agricole aderenti al circuito e un’altra ancor più interessante
cioè la realizzazione per quella settimana di veri percorsi ciclabili mediante
la loro indicazione sul manto stradale in modo che per quella settimana sia
veramente privilegiato l’uso della bicicletta sottraendo un poco di spazio a
quello enorme lasciato lungo quelle strade cittadine al transito delle
autoveicoli e ai parcheggi. Una settimana nella quale la città sia realmente
collegata con piste ciclabili “temporanee” e “sperimentali” che diano un’altra
immagine ed un’altra dimensione cioè quella che tutti da anni attendono invano.
Anche in
questo caso serve coraggio, tanto coraggio. Quello che non c’è mai stato e che ancora
non c’è!
Associazione
“Io Ci Sono!”
ANDRIA
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