....E QUESTA VOLTA NON IN MUTANDE PER RISPETTO DEI MARATONETI.
Quei cittadini che martedì scorso protestarono in mutande e pannoloni ad
Andria contro le politiche locali che stanno continuando a dissanguare le
famiglie, si sono dati nuovamente appuntamento nel luogo simbolo della città e
della politica locale cioè in Piazza Municipio. Questa volta, al contrario di
quanto avvenuto lo scorso martedì, non si sono presentati in mutande e
pannoloni bensì modestamente ma ordinatamente vestiti in abiti civili ma lo
hanno fatto non perché qualcuno abbia comprato loro quegli abiti, magari
pensando di comprarne anche il silenzio o perché infastiditi e scandalizzati
dal gesto estremo non volendoli vedere in mutande, ma per rispetto verso i
maratoneti che proprio in quei momenti, domenica mattina, stavano gareggiando e
percorrendo le vie della città, in verità anche questa domenica molto sporche e
colme di rifiuti a cominciare dalle migliaia di bottiglie abbandonate davanti
alle campane di vetro stracolme perché nessuno le svuota con regolarità,
neanche quando migliaia di atleti ospiti, provenienti anche da altre città
hanno onorato Andria della loro presenza, altro che Matera Capitale della
Cultura.
Io ero naturalmente tra i miei amici occasionalmente conosciuti in quel
raduno spontaneo e non organizzato (anche perché se fosse stato organizzato per
le vie della città sarebbero di nuovo scese decine di migliaia di persone e
cittadini a sfiduciare per la terza volta i governanti incapaci di mantenere
benessere sociale, condizioni di equità, pari opportunità e di garantire il rispetto
della Costituzione.
Proprio a proposito della Costituzione Italiana, visto che ormai quella
sfiducia popolare non la si può più esprimere in quanto i destinatari della
protesta hanno reso queste manifestazioni popolari tabù e dogma assoluto (un pò
come hanno fatto per le elezioni provinciali dove sapendo che al voto sarebbe
andato solo, forse, il 15% degli elettori li hanno estromessi e rapinati di
questo diritto quindi si sono votati e nominati da soli) è strano se non
scandaloso che pur avendo tra i banchi del governo cittadino la quasi totalità
di professionisti che sono uomini di legge, accade che quella legge, la legge
primaria dello Stato italiano a garanzia della Democrazia venga ripetutamente e
sconvolgentemente violata, sfregiata, violentata e svuotata del suo intrinseco
contenuto.
Non si può più protestare altrimenti siamo passibili di controlli,
perquisizioni, intimidazioni, abusi, denigrazioni, vessazioni, inquisizioni e
timbrati a vita (è successo realmente ad alcuni di noi!). Non possiamo fare
volantinaggio perché ormai si paragona il volantino che pubblicizza il caciocavallo
locale con quello che vuole divulgare liberi pensieri, idee ed opinioni. Non si
può rivolgere liberamente la parola ai propri rappresentanti istituzionali
eletti dal popolo o nominati dai loro capi romani perchè sfuggono come viscide
anguille davanti all’incapacità di confrontarsi e dare le risposte che i
cittadini attendono. Non si può quasi più parlare perché telecamere, microspie,
registratori e tutta quella schiera di osservatori e di portaborse spioni
pagati con i nostri soldi ti seguono dappertutto come si fosse in un regime di
potere assoluto e dittatoriale.
Stiamo esagerando? No, è la verità ed è pure poco rispetto alla realtà.
Art. 17 della Costituzione Italiana:
“I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è
richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve
essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per
comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.”
Art. 21
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere
soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per
atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la
legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle
norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il
tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa
periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono
immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità
giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il
sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto. La legge può stabilire,
con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento
della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli
e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti
adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.”.
Mentre i “professionisti” si leggono i suddetti articoli della nostra Carta
Costituzionale che non vogliono conoscere, ci piace citare Ottaviano Augusto il
quale diceva ai suoi successori: “Romano, ricordati che devi reggere sotto il
tuo dominio le genti, e imporre la consuetudine della pace, risparmiare i
sottomessi e annientare i riottosi” e Mecenate, massimo consigliere di
Ottaviano, nel corso di un processo sommario nel quale Ottaviano emanava
condanne capitali, gli ricordava, ironicamente, che oltre ad essere imperatore
si era anche trasformato in un carnefice.
Il Presidente
Libera Associazione Civica Andriese
Santovito Vincenzo
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