Una
lezione speciale quella organizzata nell’ambito delle attività della campagna
di sensibilizzazione e promozione della cultura del Benessere della Persona,
indette dall’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia per “Ottobre 2014:
Mese del Benessere Psicologico Puglia”, e condivisa da una platea attenta e
sensibile come quella dell’Università della Terza Età Sezione “Prof.
Ovidio Gallo”di Canosa di Puglia(BT). Lunedì scorso, l’Auditorium
dell’Oasi “Arcivescovo Francesco Minerva” ha visto salire in cattedra la
dottoressa Annunziata
Minerva, psicologa psicoterapeuta, esperta in dipendenze patologiche e
consulente del “Movimento Internazionale Anti-stalking, Anti-pedofilia e
Pari Opportunità” per il convegno intitolato “La Violenza Domestica:
dietro la porta chiusa”, Per gli onori di casa sono intervenuti il
professor Donato Metta e il dottor Sabino Trotta, l’ex ed il neo
presidente dell’UNITRE di Canosa che hanno presentato le ospiti della serata,
tra le quali anche l’avvocata Annalisa Iacobone e la dottoressa Mirella
Malcangi, dedicata ad un fenomeno dilagante e molto complesso nella società
di oggigiorno.
La
violenza domestica è quella violenza che si consuma tra le mura di casa,
quella violenza che ha le chiavi di casa, è il sopruso più diffuso contro le
donne. La violenza domestica è tanto più grave perché si sviluppa all’interno
di rapporti affettivi e provoca un grave danno nella dimensione della fiducia
sia verso se stessi che verso gli altri. La violenza provoca importanti danni
fisici e psichici a breve e a lungo termine. Essa implica una grave e pervasiva
invasione del sé, annientando il senso di sicurezza della donna. Impotenza,
passività, incapacità di prendere decisioni, confusione, sono solo alcuni degli
effetti più frequenti. Tuttavia le donne non ne sono le uniche vittime anche i
bambini che crescono in ambienti domestici violenti sviluppano traumi
psicologici che spesso li accompagnano per tutta la vita. Assistere alla
violenza all’interno della propria famiglia costituisce un fattore di rischio
per lo sviluppo di aggressività, depressione, ansietà. Il bambino esposto alla
violenza sperimenta costantemente una paura senza soluzione, in quanto
l’oggetto della paura coincide con quella che dovrebbe essere la fonte di
protezione. Il conflitto tra l’esigenza di allontanarsi dalla fonte della paura
e l’esigenza di avvicinarsi per essere rassicurato non consente lo sviluppo di
una coerenza e unitarietà. Inoltre, i bambini testimoni della violenza
intrafamiliare apprendono che l’uso della violenza è normale nelle relazioni
affettive e che l’espressione di sentimenti, emozioni, pensieri è pericolosa in
quanto può scatenare la violenza.
Dare
voce alla violenza rappresenta il primo passo per contrastarla e sconfiggerla, per questo le volontarie del Movimento
anti-stalking, anti-pedofilia e pari opportunità mettono a disposizione
della comunità le loro professionalità, impegnandosi non solo nelle attività di
ascolto e consulenza, ma anche attraverso campagne di sensibilizzazione mirate
ad espandere quella rivoluzione culturale che restituisca dignità alla donna. L’equipe
del Movimento anti-stalking, inoltre, grazie al volontariato espresso dalle
operatrici tutte qualificate e specializzate come la psicologa Titty Minerva,
l’avvocata Annalisa Iacobone e la dottoressa Mirella Malcangi,
per rafforzare le attività a contrasto della violenza di genere. Dallo scorso
gennaio ha messo le proprie competenze a disposizione del Centro
Anti-Violenza Futura della Provincia Barletta-Andria-Trani, operativo sul
territorio di Canosa di Puglia(BT) attraverso lo sportello di prossimità
ubicato presso la Parrocchia “Gesu, Giuseppe e Maria” in via Federico II.
Applausi e sentiti apprezzamenti da parte dei presenti che hanno prestato la massima attenzione al particolare tema affrontato in difesa
delle donne che hanno subito o che sono a rischio di subire violenza fisica,
psicologica, emotiva, sessuale o economica, indipendentemente dalla loro età,
religione, nazionalità,origine etnica, orientamento sessuale, condizione
legale, sociale e stato civile, credo politico e condizione economica. In
questi mesi, il Centro Anti-Violenza Futura sta promuovendo proficuamente
“una cultura di genere non violenta” a favore delle vittime di violenza
attraverso un percorso di affermazione del proprio diritto alla vita.
Bartolo Carbone
Nessun commento:
Posta un commento