Arrestati i presunti responsabili di una sparatoria contro le Forze dell’Ordine, in cui rimase ferito un carabiniere.Il 29 gennaio scorso, a Trinitapoli, una pattuglia composta da quattro Carabinieri in servizio di prevenzione dei reati contro il patrimonio ed in materia di sostanze stupefacenti, mentre stava effettuando un servizio di osservazione in via Marconi, notava una Renault Megane ferma con i fari accesi e due persone a bordo, uno alla guida e l’altro seduto sul posto passeggero anteriore. I Carabinieri notavano poi un’altra persona che usciva da un condominio e saliva a bordo dell’autovettura che si metteva in movimento.
I Carabinieri, sospettando che i tre potessero detenere sostanze stupefacenti, raggiungevano ed affiancavano la Megane, intimando al conducente di fermarsi. Mentre due Carabinieri scendevano dal mezzo per procedere al controllo, il passeggero della Megane seduto davanti, sporgendosi dallo sportello, puntava una pistola verso i Carabinieri ed esplodeva tre colpi d’arma da fuoco. Uno dei colpi attingeva un militare alla mano destra. Subito la Renault ripartiva a velocità sostenuta e i Carabinieri si ponevano all’inseguimento del veicolo ma poco dopo erano costretti a desistere per trasportare il Carabiniere ferito all’Ospedale di Barletta, poiché stava perdendo troppo sangue. Immediatamente sul posto confluivano altri militari dell’Arma per avviare le indagini finalizzate all’identificazione degli autori del grave reato.
Venivano, innanzitutto, acquisite le immagini estrapolate da una telecamera posizionata lungo la via Marconi, teatro dell’evento, da cui era possibile ripercorrere l’intera scena e soprattutto individuare la targa della vettura. Da accertamenti svolti nell’immediatezza, risultava che la stessa fosse in uso a tale C.A., 23enne di Trinitapoli, ancorché non a lui intestata. Il giovane quella notte non aveva fatto rientro a casa e i Carabinieri procedevano, pertanto, ad estendere le sue ricerche presso le abitazioni di parenti ed amici senza esito, avvalorando quindi i gravi indizi che fosse lui il soggetto alla guida.
Contemporaneamente e grazie alla profonda conoscenza della realtà criminale dei Carabinieri di Trinitapoli, si risaliva all’identità della persona che era stata notata distintamente dai militari di pattuglia uscire dal condominio e prendere posto sul sedile posteriore della Renault Megane. Infatti in quel condominio risiedeva tale G.A., 38 anni originario di Barletta, già conosciuto per pregresse vicende giudiziarie, i cui tratti somatici corrispondevano a quelli della persona notata dai Carabinieri di pattuglia.
Veniva, quindi, effettuata una perquisizione dell’abitazione che permetteva di rinvenire e sequestrare: un fucile a canne mozze provento di furto, 8 cartucce calibro 16, 3 caricatori per pistola, ognuno contenente 6 cartucce calibro 7,65 per un totale di 18 cartucce, un disturbatore di frequenze tipo Jammer, 3 tre maschere. La moglie di G.A., M.R., la sola presente in casa, veniva tratta in arresto per i reati di detenzione illegale di armi e munizioni e ricettazione.
Sulla base degli elementi raccolti venivano avviate una serie di attività tecniche che confermavano chiaramente le responsabilità a carico di C.A. e G.A. in riferimento alla partecipazione al grave delitto, così da permettere all’Autorità Giudiziaria l’emissione di provvedimenti restrittivi in carcere per entrambi. C.A. veniva arrestato a Trinitapoli il 19 febbraio, mentre il G. si rendeva irreperibile.
Continuavano, intanto, incessanti le attività per dare un volto al terzo componente della banda che, sulla base delle risultanze acquisite e soprattutto sulla testimonianza dei militari operanti, era proprio quello che, sporgendosi fuori dal lato passeggero dove era seduto, aveva sparato ai Carabinieri. La svolta avveniva con l’arresto a Barletta di F.N., 27enne, per la detenzione di 130 Kg di marijuana. Le indagini, condotte con tutti gli ausili tecnici previsti dal codice di procedura penale, permettevano di individuarlo quale componente, ancora non identificato, dei tre che avevano preso parte alla sparatoria contro i Carabinieri. Gli stessi, a conferma delle risultanze investigative, lo riconoscevano nello sparatore. Anche nei suoi confronti veniva emesso un provvedimento restrittivo in carcere eseguito l’11 marzo.
Infine, con la cattura avvenuta a Taranto lo scorso 21 ottobre, dopo più di otto mesi di latitanza, di G.A., sono stati assicurati alla Giustizia tutti i responsabili del grave delitto.
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