I commercianti fanno bene a chiedere la riapertura
della strada.
Quell’asfalto nero è un pugno nell’occhio, sembra
una lunga bara nera in attesa di altre imprese morte come quelle che hanno già
subito scelte sciagurate, inopportune e azzardate. Quell’asfalto è offensivo
sia per i commercianti che hanno investito tanti soldi nelle loro attività in
crisi e che continuano a chiudere una dopo l’altra sia per gli stessi cittadini
andriesi e per i turisti che meritano di più.
Tempo fa chiedemmo che le zone pedonali venissero
istituite anche nelle nostre periferie cittadine, dove noi viviamo e conviviamo
con i topi, con le erbacce, con il degrado urbano, urbanistico e ambientale ma
sappiamo che presto tutti questi problemi di assenza di decoro dell’ambiente
urbano insieme alle politiche per la promozione della qualità della vita e del
benessere dei cittadini saranno immediatamente risolti grazie al fatto che sia
stato mantenuto l’impegno politico secondo il quale chiunque abbia contribuito
alla vittoria avrebbe avuto il suo ruolo. Peccato che questa regola vale solo
per i dissidenti e non per quelli che hanno dato tutto senza chiedere nulla in
cambio e sono stati completamente estromessi, derubati dei tanti voti e
consensi apportati e oltraggiati moralmente e psicologicamente ed oggi anche
insultati da quei cittadini che avevamo invogliato, sbagliandoci, a votare,
cosa che domani non accadrà mai più.
Tornando a via Regina Margherita i commercianti
superstiti e resistenti tornano a chiedere la riapertura al traffico della
strada e fanno bene vista la profonda delusione derivante da sciagurati accordi
tra politica ed alcuni personaggi con forti conflitti di interessi che hanno
esaltato, insieme, il nulla facendo passare la pasta scondita come pasta al
forno ripiena.
Quel giochetto è durato poco e qualche avveduto da
tempo sta sostenendo la tesi di dare una destinazione definitiva e certa a
quella strada ma mancano il coraggio e la capacità di azione, manca
lungimiranza e manca anche visione così come c’è troppa distrazione derivante
dalla campagna acquisti cominciata da tempo e che si concretizza giorno dopo
giorno, subdolamente e penosamente.
Diciamo bravi a quei commercianti ardimentosi che
rimangono ancora oggi i migliori anche per gli allestimenti delle loro vetrine
bellissime ma che ormai nessuno vede più; che si ribellano e dicono che così
via Regina Margherita non piace a nessuno.
Cattiva gestione dei parcheggi, arredo urbano
assente, carenza di vigilanza e controlli, scarsa illuminazione pubblica,
pavimentazione orrenda ed impropria, mancanza di attrattiva turistica e assoluta sciatteria rendono quella strada
chiusa una vergogna per la città.
Oggi anche quei commercianti che avevano prestato
il fianco a scelte subdole si ribellano ed hanno capito di essere stati
ingannati ma anche loro non hanno saputo cogliere il momento in cui bisognava
reagire e contrastare questo scempio. Non hanno avuto il coraggio di farlo pur
avendone avuta tutta la possibilità e il tempo ma anche le loro firme, come le
tante migliaia da noi raccolte in alcune circostanze, hanno fatto la fine della
carta igienica usata. Una fine cui sono predestinate tutte quelle petizioni e
firme che sono vere, non sponsorizzate, troppo sincere, leali e libera
espressione delle volontà popolari che oggi sono state definitivamente
soppresse.
I negozi in via Regina Margherita continuano a
chiudere, nella speranza che questa emorragia possa terminare presto ma allora
cos’altro aspettare?
Via Regina Margherita con viale Crispi doveva
rappresentare una zona pedonale come quella di
Düsseldorf, almeno questo era il progetto
dell’allora sindaco di Andria On. Giannicola Sinisi che ne ebbe l’idea ma
quando egli diceva questo non sapeva che i suoi successori avrebbero cambiato
le carte in tavola e invece di ispirarsi alla splendida città tedesca si
sarebbero ispirati al deserto del Sahara.
Dove sono finiti quegli investimenti previsti per
l’arredo urbano e per quel decoro tanto decantato al punto di aver bisogno di
una nuova governance?
Ma veramente qualcuno pensa che ci sia qualcosa di
interessante ed attrattivo per i turisti che vogliano venire in quella via che
era dello shopping? E quando anche gli ultimi negozi chiuderanno, perché
chiuderanno, purtroppo, cosa sarà della gloriosa e storica Via Regina
Margherita di Andria? Una pista da skateboard? Una pista di pattinaggio a
rotelle o per farci passare i vecchi e sempre affascinanti e rumorosi carrozzi
di legno con cuscinetti a sfera?
Se qualcuno ha altre idee nel merito sarebbe bello
conoscerle perché, fra poco, quando quella non sarà più la via dello shopping
qualcosa bisognerà pur farne.
Chiudiamo anche questo intervento stampa con
Seneca: “la vita ci appartiene, e non vogliamo essere cuciti in un sacco con
dei serpenti velenosi ed altri animali di cui temere la propria vita e gettati
in un fiume”.
Il Presidente
Libera Associazione Civica Andriese
Santovito Vincenzo
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