Il
successo del Meeting internazionale contro l'incenerimento dei rifiuti è oramai
un fatto assodato. Barletta per due giorni è diventata l'epicentro di un vasto
movimento internazionale a difesa dei diritti alla salute dei cittadini e alla
protezione dell'ambiente, ambiente che, oggi più che mai, qualcuno cerca di
svendere in nome dei profitti di una ristretta corte di aziende e
multinazionali lasciate libere di devastare interi territori. L'altissima
partecipazione alle sedute del convegno sono un chiaro segnale che classe
politica ed industriali farebbero meglio a tenere a mente; l'alternativa a una
gestione fallimentare dei rifiuti, la strategia rifiuti zero, esiste, funziona,
ed è l'unica soluzione capace di porre un freno al disastro ambientale che
stiamo vivendo. L'unica giustificazione per la non adozione della strategia
rifiuti zero evidentemente è la preservazione di quel sistema di interessi e
profitti dove aziende incuranti del bene comune e amministrazioni quanto meno
compiacenti si incontrano. Sempre più cittadini si stanno rendendo conto della
necessità per il bene di tutti di rompere con l'attuale stato di cose e
cambiare questo paradigma che non ha alcuna ragion d'essere e che si dimostrerà
catastrofico se gli si permetterà di perdurare. Come organizzatori del meeting
non possiamo che essere soddisfatti del risultato insperato e di aver
finalmente fatto un passo importante verso il cambiamento proprio qui nella
nostra città. D'altra parte non possiamo non registrare, in ambito locale, dei
comportamenti quanto meno "anomali". Di fronte al successo
dell'iniziativa, il cui impatto mediatico e partecipativo è rimbalzato da una
parte all'altra dell'Europa, amministratori barlettani e aziende interessate
sembrano essersi rinchiuse in un imbarazzatissimo, ed evidentemente mal
sopportato silenzio. Certo, potremmo anche capire la penosa scenetta del
non-intervento del sindaco Cascella al meeting; non ci aspettiamo che il primo
cittadino, e quindi primo rappresentante di una città almeno a livello formale,
si degni quanto meno di portare un saluto a un convegno a cui hanno partecipato
decine di delegati da tutt'Italia e da tutta l'Europa, specie in questo periodo
in cui è così impegnato a raffazzonare i cocci della sua sbandata maggioranza.
Avrà avuto quindi certamente di meglio da fare che ascoltare quattro attivisti che
casualmente avrebbero potuto dargli dei consigli utili non solo per la gestione
dei rifiuti cittadini, ma anche per evitare che folle giustamente irritate, per
usare un eufemismo, per i suoi aumenti della TARI stazionassero davanti ai suoi
uffici. Ma quello che davvero non riusciamo a comprendere è come mai la prima
reazione, a quanto ne sappiamo, della Buzzi Unicem sia stata l'invio di una
missiva indirizzata personalmente a qualcuno degli organizzatori e dei relatori
del meeting, in cui, a parer dell'azienda, si smontavano scientificamente
alcune delle tesi riportate al convegno per ristabilire, sempre a parer loro,
quella verità bistrattata dai soliti “ambientalisti” rabbiosi capaci solo di
partorire facili slogan. D'altra parte, le obiezioni tecniche proposte della
Buzzi in realtà si riferiscono a quanto è stato riportato, effettivamente in
maniera imprecisa, da alcune testate giornalistiche, a cui è stata mandata una
immediata rettifica proprio su quegli aspetti su cui l'azienda punta il dito e
che evidentemente non ha avuto occasione di visionare. Ora, è scontato che
l'argomento del meeting abbia chiamato direttamente in causa l'azienda e lo
stabilimento di Barletta; ed è proprio questa la ragione per cui non capiamo
perché la Buzzi
si sia presa da una parte la briga di mandare rettifiche tecniche basate su
articoli giornalistici a singoli privati che con quegli articoli non
c'entravano alcunché, e dall'altra ha pensato bene di non mandare nessun
proprio rappresentante al convegno; la
Buzzi quindi non sa assolutamente niente di quel che è stato
fatto al meeting, se non attraverso resoconti esterni, ma si concede comunque
un diritto di replica. Certo, è un suo diritto farlo, come chiunque ha il
sacrosanto diritto, fino a un certo punto ovviamente, di parlare a vanvera. Ma
l'aspetto che più ci preoccupa di questa ambigua reazione è lo sforzo da parte
dell'azienda di mantenere il tutto nell'ambito privato. Se l'azienda ha
ritenuto gli articoli incriminati fuorvianti e dannosi per la sua immagine,
perché non ha prodotto una risposta pubblica? Se l'azienda sente l'esigenza di
ristabilire i termini della sua "verità" in merito alle pratiche di incenerimento
dei rifiuti nei suoi stabilimenti, perché ha contattato privatamente singoli
cittadini e non ha, di nuovo, prodotto una risposta pubblica? Abbiamo la vaga
impressione che la Buzzi
Unicem non sia particolarmente predisposta a esporre
pubblicamente la natura e le modalità delle sue pratiche, ma vorremmo ricordare
che bruciare rifiuti negli impianti di produzione del cemento non è una mera
procedura che inizia e finisce in azienda, o che riguarda solo le strutture
aziendali come una qualsiasi direttiva aziendale interna, ma coinvolge tutti i
cittadini presenti sul territorio dove lo stabilimento opera. Se la Buzzi quindi ritiene che si
siano esposti dati e teorie sbagliate al nostro meeting, non solo è un suo
diritto, ma è un suo irrevocabile dovere esporre il tutto alla cittadinanza e
ai territori coinvolti, perché le sue pratiche aziendali riguardano tutti. Il
porre tutta la questione sotto il cappello del rapporto privato tradisce forse
la volontà dell'azienda di smarcarsi dalla necessità di un confronto pubblico?
Forse la Buzzi
preferisce che non si parli del tutto di incenerimento dei rifiuti?oppure
questo suo modo di agire non cela piuttosto un intento intimidatorio?. In
merito alle obiezioni tecniche prodotte(a cui alcuni relatori citati hanno già
risposto all’azienda) noi siamo assolutamente convinti della correttezza
scientifica e metodologica dei relatori invitati al convegno;se si fosse
fermato al Meeting ad ascoltare attentamente i relatori, su queste posizioni oggi
si troverebbe anche il Sindaco Cascella invece di continuare ad eludere il
problema. Ma se l'azienda ha dei rilievi da fare, e visto il carattere,
ripetiamolo ancora una volta, collettivo della questione, non ci resta che
invitare i dirigenti della Buzzi Unicem ad organizzare un confronto pubblico,
trasparente, e aperto a tutti, in cui possano intervenire e aver modo di
parlare nel merito delle questioni davanti ai diretti interessati quegli stessi
relatori messi in discussione dell’azienda.
Sabrina
Salerno,Alessandro Zagaria- Movimento Legge Rifiuti Zero
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