Il consigliere comunale di “Andria in Movimento”, Francesco Lullo,
bacchetta il deputato M5S e i componenti del gruppo consiliare
La consigliatura è appena cominciata e i “cittadini”
pentastellati andriesi perdono la prima occasione per evitare una figuraccia.
Il loro onorevole “portavoce” prima e i suoi fidi
scudieri “cittadini” poi si sono lanciati in un’ardita “operazione –
menzogna” a proposito dei conti del Comune di Andria, denunciando un presunto
debito superiore ai 49 milioni di euro al 31 dicembre 2014.
La materia è delicata e complessa, ma il teorema grillino non
ha alcun fondamento.
Semplicemente: a partire dal 1° gennaio 2015 sono entrate in
vigore le nuove regole, introdotte dal Governo Renzi, per la contabilità degli
Enti locali.
Ma questo, a quanto pare, l’onorevole “portavoce” non lo sa o
fa finta di non saperlo. Eppure gli sarebbe bastato fare un giro sul sito
internet del Ministero dell’Economia e Finanza per accorgersi che il Comune di
Andria – come tutti i Comuni d’Italia – ha dovuto procedere al riaccertamento
straordinario dei residui imposto dal processo di riforma dell’ordinamento
contabile pubblico denominato Arconet (sigla che significa Armonizzazione
Contabile degli Enti Territoriali) che punta a rendere omogenei i bilanci
delle amministrazioni pubbliche.
La nuova contabilità, infatti, impone l’applicazione di una
serie di vincoli e accantonamenti obbligatori, in particolare al fondo crediti
di dubbia esigibilità, calcolato sulle mancate riscossioni delle entrate
riferite ad esercizi precedenti e al fondo rischi contenzioso. Il comune di
Andria ha dato attuazione alle norme nazionali riguardanti l’armonizzazione dei
sistemi contabili. Con il riaccertamento straordinario dei residui è stata
fatta un’importante operazione di riordino e pulizia dei residui di bilancio
con la cancellazione al 31/12 dei residui attivi e passivi non correlati da
obbligazioni giuridiche non perfezionate.
Lasciando da parte i tecnicismi, secondo le nuove norme non
siamo di fronte a un “debito”, bensì a un “disavanzo tecnico”, così come lo
definisce la stessa legge. E sempre la stessa legge fissa in trent’anni il
massimo del tempo per azzerare quelle somme.
La figuraccia degli esponenti pentastellati è evidente.
Loro, sostenitori della democrazia via internet, non sanno o
fanno finta di non sapere che il disavanzo tecnico – giusto per fare qualche
esempio – a Terni è pari a 55 milioni, a Roma ammonta a 850 milioni, a Lecce si
aggira intorno agli 80 milioni e anche nei Comuni a guida Cinquestelle la
situazione non è migliore, tant’è che a Ragusa l’assessore al Bilancio rischia
il posto e gli stessi consiglieri di maggioranza borbottano.
L’onorevole “portavoce” e i neo eletti “cittadini”, invece di
impiegare il tempo a lanciare slogan e raccontare cose non corrispondenti alla
realtà, dovrebbero dedicarsi maggiormente alla ricerca e allo studio dei
provvedimenti legislativi e all’approfondimento delle operazioni imposte dalle
norme nazionali.
E questi erano i candidati alla guida della città? Approssimativi,
superficiali, impreparati, avrebbero portato Andria nel baratro.
Loro continuino pure a vendere fumo. Li aspettiamo alla prova
del Consiglio comunale.
Francesco Lullo
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