Salgono a tre gli indagati per la morte di Paola Clemente, la bracciante di 49 anni morta mentre lavorava all'acinellatura dell'uva nelle campagne di Andria, lo scorso 13 luglio.
Il pm inquirente di Trani, Alessandro Pesce, ha accertato che alla guida del bus che ha portato Paola dalla sua città, San Giorgio Ionico (Taranto), ad Andria non è stato l'indagato Ciro Grassi ma un suo dipendente, Salvatore Filippo Zurlo, il cui nome è stato iscritto nel registro degli indagati.
Nell'indagine è già convolto Luigi Terrone, uno dei responsabili della Ortofrutta Meridionale per conto della quale la donna stava lavorando dopo essere stata assunta da un'agenzia interinale. A seguito dei nuovi accertamenti, l'autopsia su Paola Clemente prevista per questa mattina, 25 agosto, potrebbe slittare di qualche ora.
Il caso di Paola Clemente è solo uno dei tre che hanno funestato l'estate pugliese. Il suo decesso, infatti, è stato seguito pochi giorni dopo (il 21 luglio) da quello di un bracciante a Nardò: Mohamed lavorava nei campi di pomodoro, per ore sotto il sole, e non aveva un contratto. Il terzo caso è quello di un tunisino a Polignano a Mare: sorte analoga, il 6 agosto. E' stato il marito di Clemente, Stefano Arcuri, ha sporgere denuncia e chiedere giustizia: da lì è partita l'indagine della procura di Trani.
Come Paola anche Arcangelo, che è suo concittadino: Arcangelo ha 42 anni ed è in coma, ricoverato in rianimazione all'ospedale di Potenza. Situazioni troppo simili, tanto che la Flai Cgil teme che in quei campi "si usino fitofarmaci pericolosi" alla salute dei braccianti. Sul caso è stata aperta una indagine conoscitiva, senza reati né indagati. Intanto emerge che l'uomo ha avvertito il malore mentre lavorava nelle campagne di Metaponto (Matera), e non ad Andria.
Sulla questione è intervenuto anche il ministro delle Politiche agricoleMaurizio Martina: "Il caporalato in agricoltura è un fenomeno da combattere come la mafia - ha dichiarato - e per batterlo occorre la massima mobilitazione di tutti: istituzioni, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali".
Fonte reppublica.it
Il pm inquirente di Trani, Alessandro Pesce, ha accertato che alla guida del bus che ha portato Paola dalla sua città, San Giorgio Ionico (Taranto), ad Andria non è stato l'indagato Ciro Grassi ma un suo dipendente, Salvatore Filippo Zurlo, il cui nome è stato iscritto nel registro degli indagati.
Nell'indagine è già convolto Luigi Terrone, uno dei responsabili della Ortofrutta Meridionale per conto della quale la donna stava lavorando dopo essere stata assunta da un'agenzia interinale. A seguito dei nuovi accertamenti, l'autopsia su Paola Clemente prevista per questa mattina, 25 agosto, potrebbe slittare di qualche ora.
Il caso di Paola Clemente è solo uno dei tre che hanno funestato l'estate pugliese. Il suo decesso, infatti, è stato seguito pochi giorni dopo (il 21 luglio) da quello di un bracciante a Nardò: Mohamed lavorava nei campi di pomodoro, per ore sotto il sole, e non aveva un contratto. Il terzo caso è quello di un tunisino a Polignano a Mare: sorte analoga, il 6 agosto. E' stato il marito di Clemente, Stefano Arcuri, ha sporgere denuncia e chiedere giustizia: da lì è partita l'indagine della procura di Trani.
Come Paola anche Arcangelo, che è suo concittadino: Arcangelo ha 42 anni ed è in coma, ricoverato in rianimazione all'ospedale di Potenza. Situazioni troppo simili, tanto che la Flai Cgil teme che in quei campi "si usino fitofarmaci pericolosi" alla salute dei braccianti. Sul caso è stata aperta una indagine conoscitiva, senza reati né indagati. Intanto emerge che l'uomo ha avvertito il malore mentre lavorava nelle campagne di Metaponto (Matera), e non ad Andria.
Sulla questione è intervenuto anche il ministro delle Politiche agricoleMaurizio Martina: "Il caporalato in agricoltura è un fenomeno da combattere come la mafia - ha dichiarato - e per batterlo occorre la massima mobilitazione di tutti: istituzioni, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali".
Fonte reppublica.it
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