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News dalle Città della BAT

lunedì 4 aprile 2016

BAT : Con il referendum del 17 aprile si chiede agli elettori di fermare le trivellazioni in mare, per tutelare le acque territoriali italiane.

Nello specifico si chiede l'abrogazione della norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Nonostante, infatti, le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e le attività petrolifere già in corso non avrebbero più scadenza certa.
Se si vuole mettere definitivamente al riparo i nostri mari dalle attività petrolifere occorre votare “Sì” al referendum. In questo modo, le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento
del rilascio delle concessioni.

Secondo le ultime stime del Ministero dello Sviluppo Economico effettuate sulle riserve certe presenti nei nostri mari, le risorse rinvenute  in seguito ad attività estrattive sarebbero del tutto insufficienti a garantire autonomia energetica al territorio italiano. Considerando tutto il petrolio presente nel sottosuolo, questo sarebbe appena sufficiente a coprire il fabbisogno nazionale di greggio per 8 settimane.
Il mare ricopre il 71% della superficie del Pianeta e svolge un ruolo fondamentale per la vita dell’uomo sulla terra. Con la sua enorme moltitudine di esseri viventi vegetali e animali – dal fitoplancton alle grandi balene –
produce, se in buona salute, il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe fino ad 1/3 delle emissioni di anidride carbonica prodotta dalle attività antropiche.
La ricerca e l’estrazione di idrocarburi ha un notevole impatto sulla vita del mare: la ricerca del gas e del petrolio attraverso la tecnica dell’airgun incide, in particolar modo, sulla fauna marina: le emissioni acustiche dovute all’utilizzo di tale tecnica può elevare il livello di stress dei mammiferi marini, può modificare il loro comportamento e indebolire il loro sistema immunitario.
Ricerca e trivellazioni offshore costituiscono un rischio anche per la pesca. Le attività di prospezione sismica e le esplosioni provocate dall’uso dell’airgun possono provocare danni diretti a un’ampia gamma di organismi marini – cetacei, tartarughe, pesci, molluschi e crostacei – e alterare la catena trofica.
Senza considerare che i mari italiani sono mari “chiusi” e un incidente anche di piccole dimensioni potrebbe mettere a repentaglio tutto questo.
Un eventuale incidente – nei pozzi petroliferi offshore e/o durante il trasporto di petrolio – sarebbe fonte di danni incalcolabili con effetti immediati e a lungo termine sull’ambiente, la qualità della vita e con gravi ripercussioni gravissime sull’economia turistica e della pesca.
Per tali ragioni il movimento dei Verdi - Bat,  aderendo ampiamente alle politiche No - Triv, invita la cittadinanza non solo ad aderire alle numerose iniziative promosse nei singoli comuni della provincia, ma altresì ad esercitare il proprio diritto al voto, barrando il "SI" per dire NO alle trivellazioni nei nostri mari.


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