Nel 1915, appena
ventenne, col grado di sottotenente dei bersaglieri, parte per il fronte della
prima guerra mondiale. Non fu l’unica, durante la sua carriera militare,
nell'arco delle due guerre mondiali e coloniali, prede parte a quattordici
molteplici campagne di guerra. Rimase ferito ben quattro volte in battaglia,
due volte mutilato ad entrambe le gambe, dopo essere saltato su una mina
anti-uomo.
Dopo l'armistizio dell'8
settembre 1943, per combattere le truppe naziste presenti in Italia, fu
costituito il Corpo Italiano di Liberazione (CIL), organizzato in due brigate:
la prima brigata, comandata dal colonnello Fucci, era costituita da un
reggimento di bersaglieri, da un reggimento di alpini, con i battaglioni
"Piemonte" e Monte Granero. La responsabilità della condotta
dell'operazione "Chianti" sulla catena montuosa della Mainarde
molisane, venne affidata al colonnello Ettore Fucci, Vicecomandante del C.I.L.
e Comandante delle fanterie. Il colonnello Fucci poteva contare su diverse
unità di manovra: come il 68° reggimento di fanteria, il 4° reggimento
bersaglieri, il 184° reggimento battaglione paracadutisti, il battaglione
alpini «Piemonte». A tali unità di manovra si aggiungeva l'11° reggimento di
artiglieria.
Le unità del C.I.L.
erano costituite da reparti di fanteria supportati da artiglieria, genio e
servizi logistici, privi di mezzi corazzati. Queste unità erano idonee ad
operare su terreni montuosi. Dopo l'operazione "Chianti" nelle
Mainarde, a fine maggio 1944, l'opinione degli alleati di contenere la
consistenza delle Forze Armate italiane era destinata gradualmente a mutare.
Queste azioni ebbero il pregio di ridare dignità, fiducia e morale sia alla
componente militare che civile del popolo italiano. Le azioni dei nostri
militari avevano dimostrato che l'esperienza italiana nella guerra di montagna
era superiore a quella inglese ed americana.
Nel settore adriatico,
il C.I.L. ebbe una ininterrotta avanzata, che avrebbe contribuito alla
creazione dei gruppi di combattimento e alla liberazione dell'Italia dalle
truppe tedesche. Durante una delle ultime azioni belliche, il colonnello Fucci,
come già detto, rimane mutilato alle gambe, a causa dello scoppio di una mina.
Durante la sua carriera militare, Ettore Fucci fu insignito di quattro Medaglie
d'Argento, due Medaglie di Bronzo, due Croci di Guerra al valore militare e
cinque Croci Ordinarie di Guerra, oltre che a sei onorificenze estere.
Al termine della sua
carriera militare, fu congedato col grado di generale di Corpo d'Armata e il 2
giugno 1960 fu insignito della onorificenza di Grande Ufficiale Ordine al Merito
della Repubblica Italiana. Il comune di Barletta ha intitolato al colonnello
Ettore Fucci l'omonimo vialetto nei giardini del castello Svevo. (sbagliando la data di morte, erroneamente
riportata al 06. 08. 1916). Questo
possiamo anche eliminarlo!
Come avvenne e dove saltò sulla mina, che lo mutilò.
«Nel settembre 1944 sul versante adriatico,
durante una ricognizione in prima linea con una jeep, saltò su una mina
anticarro. Sulla jeep c'erano anche il suo attendente e l’autista, che non
ebbero gravi conseguenze. Fu operato all'ospedale da campo americano, subendo
l'amputazione della gamba all'altezza della coscia sinistra, riportò anche la
frattura del malleolo della gamba destra e la frattura di una vertebra
cervicale. In seguito, gli fu applicata una protesi e camminava aiutandosi con
dei bastoni. Per la convalescenza, si trasferì a Barletta, presso il palazzo
Cafiero (Corso Vittorio Emanuele). Restò a Barletta fino al 1948, per poi trasferirsi
definitivamente a Napoli, dove si è spento il 22 novembre 1980».
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