Se la criminalità può colpire quando e come vuole, quasi
indisturbata, in alcune particolari aree del territorio e comunque mostrandosi
sempre spavalda e spregiudicata in tutti i comuni della Bat ciò dovrebbe
indurre molti ad andare al di la, ben al di la, dei riunioni e comitati
verticistici dove non si sa ancora da chi, se e come le imprese siano
rappresentate.
Una delle “armi” più subdole utilizzate dalla strategia
criminale è proprio quella dell’indebolimento delle istituzioni. Questo diventa
terreno fertile per appropriarsi del territorio e deciderne di farne ciò che si
vuole, in qualsiasi momento. E’ successo di nuovo a Canosa di Puglia ma
sappiamo quali e quanti siano gli episodi iscritti nel libro nero dei nostri
comuni dunque nessuno si senta escluso. Il più grosso errore che si possa
commettere in questi momenti è far diventare un problema di tutti, come quello
della sicurezza, oggetto di schermaglie politiche e scaricabarile. Perciò il
Sindaco di Canosa di Puglia non deve essere lasciato solo, come non sono stati
lasciati soli i suoi predecessori, in analoghe drammatiche situazioni. Non
leggo però attestati di solidarietà pubblica dopo questo ulteriore gravissimo
episodio e questo mi preoccupa tantissimo. Non vedo la reazione “immediata”
delle Associazioni di Categoria, dei Sindacati, dei Partiti e Movimenti
politici e forse neppure dei Cittadini, moltissimi dei quali quasi rassegnati a
vivere in un contesto di precarie condizioni di sicurezza dove sempre più
frequentemente invece di dare risposte concrete e comprensibili ci si appella
alla scarsità di risorse ed altre motivazioni non sempre fondate. Eppure c’è
una Questura della Bat che tarda a vedere la sua realizzazione; eppure ci sono
presidi della sicurezza, come la Polizia Stradale, che sono stati dimessi da
questo territorio. Proprio la Questura, con le sue oltre duecento unità
previste in fase di piena attività, avrebbe dovuto sollevare una marea di
dissenso verso i ritardi accumulati. Invece il silenzio è quasi totale ed
assoluto. Come mai? L’argomento disturba qualcuno? Compromette i piani e i
programmi di qualcuno? Come si fa a restare inerti di fronte ad un presidio
fondamentale come questo, atteso da decenni?
Di domande come questa ce ne potremmo porre tantissime, sta
di fatto che la gente ha paura, gli imprenditori hanno appura e scappano;
chiudono le proprie attività e non esiste una generazione dispostile a prendere
il loro posto.
I giovani scappano via e la fiducia ha toccato i minimi
storici.
I morti, soli i morti pare abbiano un certo “effetto” sulle
coscienze pubbliche di amministratori e società civile. Ma bisogna veramente
attendere il dramma irreparabile? Ma quale forma di sottocultura è mai questa?
Tra percezione, senso di insicurezza e pericolo reale ce ne
corre, è vero, ma come scrissi in altre occasioni a volte la microcriminalità,
quella comune, disturba più della mafia, che pure ha etichettato questa terra.
Le ragioni sono comprensibili ed anche reali vista la ferocia che spesso questi
soggetti esercitano nei confronti delle loro vittime.
Il modo peggiore di affrontare questa problematica è
esercitare il malvezzo del silenzio; del tenere sottotono quanto accade. Eppure
i nostri pronto soccorso parlano di moltissime situazioni strettamente connesse
alla microcriminalità: abuso di stanze stupefacenti, abuso di alcol e droghe ed
altre forme di dipendenza che alimentano proprio quelle forme di criminalità
più temuta perché imprevedibile, poco “professionale”.
Al commerciante di corso San Sabino, oggetto dell’attentato
causato da un ordigno esploso che ha danneggiato la saracinesca del suo
negozio, va la nostra massima solidarietà ma questa non basta, e ce ne rendiamo
conto.
Al Sindaco di Canosa Roberto Morra la nostra totale
disponibilità a percorre insieme strade che portino al rafforzamento delle
condizioni di sicurezza anche nella città di Canosa. Quale Associazione vicina
alla Federazione Antiracket Antimafia, in primis con la vicinanza del nostro
presidente Renato De Scisciolo, non abbiamo mai fatto venire meno la nostra
voce, partecipando a tutte le iniziative, anche recenti, proprio a Canosa
quando la gente ha riempito la piazza per ribellarsi al crimine. Qualora fosse
necessario lo faremo ancora, ancora e di nuovo.
Alle Forze dell’Ordine rinnoviamo la nostra incondizionata
fiducia per il loro operato ed il ringraziamento per l’abnegazione,
riconoscendo i loro limiti imposti da un regime di restrizioni noto a tutti e
comunque esistente.
Di sicuro queste condizioni precarie non favoriscono né la
crescita, né lo sviluppo né il progresso di una società, di un territorio con
enormi potenzialità mai realmente messe a frutto, dove può realmente sorgere
una nuova stagione dell’impegno civico, dell’impegno sociale e di una
rappresentanza che non sia sovente concentrata solo su se stessa dimenticando
che i territori vanno governati e non solo amministrati, spesso pure malissimo.
*Presidente UNIBAT
Nessun commento:
Posta un commento