Come ogni anno, all’entrata in vigore dell’orario invernale, Legambiente ha lanciato la campagna Pendolaria 2017 con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare in Italia. La nostra mobilitazione a fianco di chi ogni giorno prende il treno per andare a lavorare, a scuola o all’università ha l’obiettivo di far capire quanto sia importante e urgente migliorare il trasporto pubblico su ferro nel nostro Paese. Sono circa 3 i milioni di pendolari che ogni giorno si spostano in treno per raggiungere i posti di lavoro e di studio tra carrozze sovraffollate, degrado, ritardi. Anno per anno facciamo il punto sul trasporto pendolare nel nostro Paese denunciando l’inadeguatezza del servizio, proponendo soluzioni concrete per un trasporto ferroviario regionale e locale moderno, al passo con l’Europa.
Chiunque ha avuto la possibilità di viaggiare negli ultimi anni in una qualsiasi città europea ha avuto la possibilità di apprezzarne la qualità e l’efficienza del servizio ferroviario regionale, notando un costante miglioramento di questi servizi. Una ragione sta sicuramente nel vero ritardo infrastrutturale del nostro Paese che ha i suoi dati più rilevanti proprio nelle aree urbane. Si tratta di un’Italia a due velocità: il successo dei Frecciarossa da una parte e i tagli a Intercity e treni regionali dall’altra con una forte emergenza al sud. In Italia aumentano le persone che viaggiano in treno, ma con dinamiche molto differenti da Nord a Sud. Un Paese dunque con sempre più treni di serie A e B, dove si evidenzia in alcune città una vera e propria emergenza per i pendolari, mentre al sud come una grande questione nazionale. In Puglia la situazione più critica è quella presente sulle linee di Ferrovie del SudEst (con 27,5 anni di media dei convogli), ma in generale è necessaria una spinta maggiore nel rinnovo del parco rotabile vista l’età media di 19,2 anni. In particolare lungo i 473 chilometri del sud della regione viaggiano convogli datati e comunque con una presenza di viaggiatori al giorno che supera i 65.000 pendolari. E la differenza con i treni di altre compagnie come Ferrovie Appulo Lucane e Ferrotramviaria (5,5 e’ l’età media) e’ sempre più evidente.
La situazione in Puglia è la seguente: ha subito un taglio del -3,6% , un aumento tariffario dell +11,3%, con un numero giornaliero di corse pari a 897 (Ferrovie Appulo Lucane 124, Ferrotramviaria 185, Ferrovie del Gargano 156, Ferrovie del SudEst 205, Trenitalia 227).
Chiunque ha avuto la possibilità di viaggiare negli ultimi anni in una qualsiasi città europea ha avuto la possibilità di apprezzarne la qualità e l’efficienza del servizio ferroviario regionale, notando un costante miglioramento di questi servizi. Una ragione sta sicuramente nel vero ritardo infrastrutturale del nostro Paese che ha i suoi dati più rilevanti proprio nelle aree urbane. Si tratta di un’Italia a due velocità: il successo dei Frecciarossa da una parte e i tagli a Intercity e treni regionali dall’altra con una forte emergenza al sud. In Italia aumentano le persone che viaggiano in treno, ma con dinamiche molto differenti da Nord a Sud. Un Paese dunque con sempre più treni di serie A e B, dove si evidenzia in alcune città una vera e propria emergenza per i pendolari, mentre al sud come una grande questione nazionale. In Puglia la situazione più critica è quella presente sulle linee di Ferrovie del SudEst (con 27,5 anni di media dei convogli), ma in generale è necessaria una spinta maggiore nel rinnovo del parco rotabile vista l’età media di 19,2 anni. In particolare lungo i 473 chilometri del sud della regione viaggiano convogli datati e comunque con una presenza di viaggiatori al giorno che supera i 65.000 pendolari. E la differenza con i treni di altre compagnie come Ferrovie Appulo Lucane e Ferrotramviaria (5,5 e’ l’età media) e’ sempre più evidente.
La situazione in Puglia è la seguente: ha subito un taglio del -3,6% , un aumento tariffario dell +11,3%, con un numero giornaliero di corse pari a 897 (Ferrovie Appulo Lucane 124, Ferrotramviaria 185, Ferrovie del Gargano 156, Ferrovie del SudEst 205, Trenitalia 227).
Tra le dieci linee ferroviarie peggiori d’Italia risulta la Ferrotramviaria.
La situazione della Bari-Corato-Barletta.
La ferrovia Bari-Barletta è una linea ferroviaria di 70 km, gestita da Ferrotramviaria, che attraversa un bacino di utenza di circa 700.000 abitanti e che era fino a due anni fa un esempio di successo nel trasporto ferroviario pendolare. La linea è diventata purtroppo famosa il 12 luglio 2016 quando uno scontro frontale tra due treni, avvenuto nel tratto a binario unico tra Andria e Corato, ha causato la morte di 23 persone e oltre 50 feriti. A seguito dell’incidente la linea è stata chiusa tra Andria e Corato, e sono partiti i lavori per il raddoppio della tratta di 10 km. Su questa linea in precedenza viaggiavano 48 treni al giorno con un tempo di percorrenza di circa 50 minuti ed una velocità media di 60 km/h, mentre ora funziona un servizio sostitutivo di autobus. Nei mesi scorsi Ferrotramviaria aveva annunciato che i convogli avrebbero ripreso a viaggiare in direzione di Bari al massimo in concomitanza con la riapertura delle scuole, a settembre. Invece ad oggi continuano ad operare gli autobus sostitutivi con allungamenti dei tempi per la riapertura della tratta ferroviaria Corato-Ruvo e, con loro, anche i disagi di studenti e lavoratori che si vedono costretti ad utilizzare il treno tra Bari Centrale e Ruvo, cambiare con i pullman fino ad Andria e risalire su un altro treno per raggiungere Barletta. Inoltre le corse complete da Bari Centrale a Barletta, seppur con l’inevitabile doppio trasbordo, sono solamente 20, contro le 24 che in precedenza venivano effettuate con i treni.
La stazione cittadina di Corato rimane quindi isolata ed è tuttora inutilizzabile anche la tratta che da Corato conduce ad Andria, quella in cui si verificò il terribile incidente. I binari dovranno prima essere dissequestrati, poi inizieranno i lavori per il raddoppio. Nelle ore di punta il disagio si acuisce: il servizio sostitutivo su gomma risulta essere, talvolta, carente. Il Circolo di Legambiente Corato ha esposto la situazione negli uffici dell’assessorato regionale ai trasporti per evidenziare i vari disagi dei pendolari della tratta delle Ferrovie del Nordbarese, e chiedendo alla Regione di inviare degli ispettori per valutare la qualità dei servizi di mobilità, per registrare eventuali anomalie e disfunzioni, in un’ottica di controllo del servizio di mobilità, visto che è l’ente preposto che eroga i maggiori contributi per il funzionamento del sistema di trasporto. Nelle scorse settimane Ferrotramviaria aveva precisato che i lavori di raddoppio dei binari prevedono anche l’installazione della tecnologia per il blocco automatico (Mgrc) su entrambi i binari e del sistema di controllo marcia treno (Scmt).
Per la stazione di Corato il progetto include anche il nuovo apparato centrale computerizzato multistazione che sostituisce il capostazione. Ma le persistenti condizioni di disagio derivante dal servizio sostitutivo pullman, sono state ulteriormente accentuate con i nuovi orari che non tengono assolutamente e minimamente in considerazione i disagi provocati all’utenza più sensibile ed a quella più stressata da questi cambiamenti e dalle attuali condizioni di viaggio. Il riferimento in particolare è agli studenti e alle loro famiglie che vedono orari delle corse sostitutive completamente scollegati dalle reali esigenze dettate dagli orari di entrata e di uscita dalle scuole, senza considerare ritardi che pure sono frequenti proprio a causa del trasporto su gomma alternativo a quello su rotaia.
Su questo il nostro circolo come realtà del territorio che si occupa della situazione, continuerà anche nel nuovo anno cercando di promuovere la mobilità sostenibile e sensibilizzare verso una soluzione.
Fonte. Rapporto Pendolaria 2017.
Fonte. Rapporto Pendolaria 2017.
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