UNIONECOMMERCIO: A TRANI NON NE HANNO TENUTO CONTO. UN ERRORE PER L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE IL MANCATO CONFRONTO CON LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA INDIPENDENTI E CON I TECNICI PROFESSIONISTI.
E sempre attualissimo il dibattito, a Trani, sul nuovo Regolamento sui Dehors che, dopo le questioni sollevate da Unimpresa Bat con il suo Presidente Savino Montaruli e da numerosi Professionisti tecnici, sembra ora far acqua da più parti e perdere quellalone di genialità del quale era stato auto incensato. Uno dei punti che ora rimetterebbe in discussione anche unaltra parte sostanziale del provvedimento sarebbe relativo a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, III Sezione Penale, con la sentenza n. 21988 del 28 aprile 2016 cioè che occorre il permesso a costruire per la costruzione di dehors al servizio di un esercizio di somministrazione. La mancanza di tale permesso configura ipotesi di reato per violazione delle norme in materia edilizia, art. 44 del D.P.R. 380/2001 e art. 633 e 639-bis C. P.
Il recente intervento sia dei Liberi Professionisti che del Presidente UniBat Montaruli si incentra proprio sugli aspetti urbanistici e sui titoli autorizzatori previsti per tali installazioni. Siamo quindi in un contesto esterno alle disquisizioni con la Soprintendenza, che pure pretende un dettaglio dei beni e dei luoghi da sottoporre a tutela, cosa che a Trani non pare sia neppure stata definita con precisione come invece sta avvenendo ad Andria che alla fine approverà il Regolamento più aggiornato e più efficiente del territorio.
Così come è stato scritto ed acclarato ma evidentemente trascurato e non considerato nellelaborazione ed approvazione del Regolamento tranese: le strutture esterne ai locali, poste su suolo pubblico, per le loro peculiarità di occupazione di spazio esterno ad un pubblico esercizio, attrezzate con arredi, costituiscono una nuova volumetria suscettibile di autonoma utilizzazione. Inoltre, non può essere neanche definita struttura precaria atteso che la precarietà non può essere desunta dalla temporaneità della destinazione soggettivamente data allopera dallutilizzatore, sono irrilevanti le caratteristiche costruttive, i materiali impiegati e lagevole rimovibilità, lopera deve avere una intrinseca destinazione materiale ad un uso realmente precario per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo e deve, inoltre, essere destinata ad una sollecita eliminazione alla cessazione dell'uso (vedi, da ultimo, Sezione 3, Sentenza n. 966 del 26.11.2014).
Cosi come si legge sul sito web del SILB CONFCOMMERCIO, a firma dell'avv. Attilio Pecora:
I dehors vengono sempre più frequentemente utilizzati dai pubblici esercizi di ristorazione e, spesso, anche dalle discoteche per organizzare servizi pre-trattenimento o semplicemente per accogliere la clientela in attesa di accedere allinterno del locale. Si pone pertanto il problema della qualificazione giuridica di tali strutture, soprattutto sotto il profilo urbanistico-edilizio per individuarne correttamente il sistema autorizzatorio. Spesso si ritiene, erroneamente, che i dehors una volta ottenuta dall'Ente competente l'autorizzazione all'occupazione del suolo pubblico ove ubicarli siano liberamente installabili in quanto realizzati con materiali precari e destinati ad un uso transitorio o comunque periodico. La giurisprudenza amministrativa si è occupata di detta problematica ed è oramai consolidato l'indirizzo che afferma invece, per la installazione di tali manufatti, la necessità del permesso di costruire ex art. 10 del d.P.R. n. 380/2001. I dehors si presentano solitamente come l'insieme di elementi mobili smontabili e facilmente amovibili, normalmente ubicati su suolo pubblico, attrezzati con pedane, arredi di tavoli e sedie, chiusi perimetralmente con teli plastificati e posti al servizio di pubblici esercizi. Orbene, un'opera edilizia può dirsi precaria ed in quanto tale non bisognevole di permesso di costruire solo quando è caratterizzata appunto da una precarietà non solo strutturale ma soprattutto funzionale; ciò significa che lutilizzo di strutture agevolmente smontabili e amovibili non è da sola circostanza sufficiente ad escludere la necessità del suddetto titolo autorizzatorio. Occorre difatti, principalmente, che la funzione sia precaria, cioè che il manufatto sia effettivamente destinato a soddisfare esigenze temporanee. La giurisprudenza ha sul punto statuito, oramai pacificamente, che i dehors non rispondono ad esigenze temporanee in quanto sono stabilmente legati al perdurante esercizio dell'attività commerciale; il che determina lirrilevanza della loro agevole smontabilità. A ciò consegue pertanto la obbligatorietà del permesso di costruire, la cui eventuale carenza è sanzionata sotto il profilo penale in aggiunta alla misura amministrativa della riduzione in pristino. Occorre altresì ovviamente anche munirsi della autorizzazione all'occupazione del suolo pubblico da parte del Comune.
Da UnioneCommercio hanno dichiarato: "alla luce di questi altri elementi mai considerati o peggio trascurati fino all'approvazione del Regolamento sui Dehors a Trani, l'Amministrazione comunale si vuole decidere a cambiare strada e ad attivare i previsti processi partecipativi o intende ancora continuare ad andare avanti da sola con questi risultati? A questo punto crediamo sia diventato inevitabile".
UnioneCommercio - Imprese per le Città
PUGLIA
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