Deleonardis: “Serve una
strategia per lo sviluppo del territorio, altrimenti nella crescita sempre
ombre”
L’economia della Provincia di Barletta - Andria
- Trani si contraddistingue per un dinamismo che si va consolidando col passare
del tempo ed i dati diffusi nell’ultimo report dell’Istat, relativi all’export
nel quarto trimestre 2017, lasciano ben sperare: crescono i rapporti
commerciali tra questo territorio e l’estero anche più della media nazionale
che si attesta intorno al +7,4%; nella Bat si sfiora invece l’8,5%, più del
doppio dell’incremento che si registra in Puglia.
Il
commento sui dati dell’export. “Sono numeri che, seppur positivi, devono
essere analizzati ed interpretati”, spiega il segretario generale della Cgil
Bat, Giuseppe Deleonardis perché “sono il frutto di un mercato fatto di
prodotti a bassa competitività. Quasi il 70% dell’export è legato al TAC,
dunque siamo di fronte ad una crescita ‘monoculturale’ in un settore in cui
purtroppo manca l’innovazione. La maggior parte dei nostri prodotti finisce in
paesi ‘poveri’, come l’Albania. Se le esportazioni in sette anni sono
raddoppiate manca, infatti, la stessa crescita anche nel campo della ricerca e
dell’innovazione, quindi tutto ciò che vendiamo all’estero ha un basso
contenuto tecnologico, ed è questo un primo aspetto da prendere in
considerazione”.
Il tema
dell’occupazione. “Un secondo aspetto è quello dell’occupazione – prosegue
Deleonardis – in quanto anche da questo punto di vista i numeri sono positivi:
a livello nazionale il dato cresce dell’1,2%, in Puglia dello 0,3%, nella Bat
del 2,3%. Ma di che occupati parliamo? Di certo non di un’occupazione di qualità
perché il 2017 è stato l’anno in cui si è registrato il numero maggiore di
contratti a termine e, anche quando ci sono rapporti di lavoro a tempo
indeterminato sono quasi sempre legati agli incentivi, questo sia a livello
nazionale che a livello territoriale”.
Crescono
partite iva e collaborazioni. Nella Bat il numero dei disoccupati scende di
1458 unità, restando comunque oltre 57mila (una cifra sempre alta). Gli
inoccupati sono meno 2613 e superano i 15mila. “Dunque numeri che preoccupano
ancora, ecco perché l’ottimismo deve essere cauto. È vero l’occupazione è al
33% (in via di miglioramento) ma cresce esponenzialmente il numero dei
lavoratori atipici: 2mila le partite iva e 24.215 collaborazioni coordinate e
continuate. Ed in questo quadro poi non si può non affrontare tutto il tema
delle irregolarità che in Puglia nel 2017 sono in media del 63%, con picchi in
alcuni settori, come per esempio l’edilizia, dove si sfiora quota 75%.
Migliorano, invece, le condizioni in agricoltura dove le irregolarità scendono
al 56% e ciò evidentemente anche grazie a tutte le azioni di contrasto al
caporalato, oltre alla Legge 199, ed alle iniziative messe in campo contro le
diverse violazioni: dal lavoro nero alle nicchie di grigio come i falsi
part-time fino a tutte le irregolarità ed inadempienze contrattuali”.
I
protocolli proposti dalla Cgil. “C’è bisogno di costruire rapidamente sul
territorio una politica che rilanci lo sviluppo e che costruisca una nuova
strategia per inaugurare una stagione di confronto e di relazioni tra
istituzioni, sindacati e associazioni datoriali a partire dai protocolli che
abbiamo firmato con cinque Comuni della Provincia sulle relazioni sindacali
che, al momento, non hanno prodotto alcun risultato se non quello dei tavoli
sulla rigenerazioni urbana e sui piani sociali di zona in alcune realtà; oltre
alla partita ancora tutta da giocarsi del protocollo su appalti e legalità
ancora fermo al palo”.
I fondi
dell’Unione europea. “Dunque, è necessario ripartire dalla spesa delle risorse comunitarie
alla luce di dati che non sono affatto positivi. Siamo, infatti, al giro di boa
del ciclo di programmazione di due misure, i fondi Fesr e Fse, ed in Puglia, su
oltre 7miliardi, al 31 dicembre dello scorso anno le somme certificate erano
1,200 milioni di cui utilizzate 600 milioni. Serve, senza ombra di dubbio, dare
un’accelerata sul fronte della spesa partendo da progettualità per la
costruzione di un’idea di sviluppo ed evitando perdite di tempo e risorse. Non
possiamo ridurci all’ultimo secondo con un inutile ‘elenco della spesa’ stilato
giusto per accaparrarsi qualche risorsa senza che sia stata messa in piedi una
strategia per lo sviluppo che è poi – conclude Deleonardis - la logica alla
base dei nostri protocolli sottoscritti in alcuni comuni: ora è necessario che
quelle intese vivano davvero e non restino solo buone intenzioni sulla carta”.
Michela
Alicino
Ufficio
stampa Cgil Bat
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