Completare la condotta sottomarina, definire lo stato dei luoghi e compiere una indagine scandagliometrica. È questo che l’Acquedotto pugliese, in una riunione congiunta con la Regione Puglia, ha chiesto al Comune di Trani per risolvere il problema del prolungamento della condotta, in un quadro completo del Servizio idrico integrato dell’agglomerato di Trani.
Il tavolo tecnico è stato da me indetto ad agosto 2017 ma ad oggi ben poco è stato fatto dall’amministrazione comunale, che pure formalmente si era resa disponibile.
Con riferimento alla condotta sottomarina esistente, infatti, i rappresentanti del Comune (l’assessore all’ambiente Michele Di Gregorio e l’allora dirigente ai lavori pubblici, Giovanni Didonna) avevano comunicato che era stato affidato l’incarico professionale a un collaudatore tecnico-amministrativo. Ma è stato firmato il contratto? Come procedono, se procedono, i lavori?
L’amministrazione disse anche che sarebbero state avviate a breve (lo disse sempre ad agosto 2017) le attività ispettive di verifica in loco dello stato conservativo della condotta esistente. Queste attività ispettive sono state avviate? Questo passaggio è necessario: solo successivamente a quelle attività ispettive, si sarebbero potute avviare presso la Regione Puglia le attività propedeutiche riguardanti l’eventuale finanziamento per la realizzazione del prolungamento della condotta sottomarina esistente.
L’Acquedotto pugliese finanzierebbe questo eventuale progetto e la Città di Trani ne trarrebbe giovamento dal punto di vista turistico e anche lavorativo. Un mare pulito aumenterebbe l’indice di attrazione del nostro territorio e mi sembra assolutamente sbagliato che una città a vocazione turistica come Trani debba rinunciare ancora a chilometri di costa balneabile, pur avendo a disposizione tutti gli strumenti per risolvere i problemi che da anni affliggono la nostra comunità.
Mimmo Santorsola – consigliere regionale
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