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News dalle Città della BAT

lunedì 19 luglio 2010

ANDRIA : La cementeria di Barletta nel 2008 ha bruciato oltre 26000 tonnellate di plastiche e gomma triturate nel proprio impianto



la proprietà dell’impianto sta chiedendo l’autorizzazione per incrementare la quantità di tale combustibile da rifiuto, nonostante la presenza di civili abitazioni a ridosso della stessa.

Dalla combustione di questi materiali si producono sostanze cancerogene, diossine e policlorobifenili (Pcb), che emesse in atmosfera possono contaminare suolo, vegetali, uova, carne, pollame e pesci.

Da indagini scientifiche eseguite in altre parti sono risultati contaminati con diossine e Pcb anche alcuni campioni di latte materno in donne residenti nei pressi di impianti che, come accade nella cementeria di Barletta, usano la plastica e gomma come combustibile.
E’ quello che vogliamo verificare anche noi.
Perché? Perché, come detto, le sostanze emesse sono cancerogene e noi oncologi lottiamo in ogni modo contro il cancro e le cause che lo determinano.
E’ la nostra missione, è la nostra ragione di vita.
L’Italia registra un incremento del 2% all’anno per cancro in età infantile che è pressoché doppio di quello riscontrato in Europa (1.1% annuo).

Vogliamo escludere la relazione con l’esposizione già in utero e poi attraverso il latte a sostanze tossiche e pericolose derivanti da combustione industriale.
Il nostro coordinamento propone uno studio epidemiologico con modalità di indagine caso-controllo, ossia utilizzando campioni di latte materno di donne residenti a Barletta e quelli di donne non esposte ai fumi di una cementeria e neppure ad inceneritori residenti in altre città.
Lo scopo è quello di valutare quanto incida l’inquinamento atmosferico eventualmente correlato anche alla presenza della cementeria a Barletta sulla qualità del latte materno delle donne residenti in relazione alla cancerogenicità delle diossine e degli idrocarburi policiclici aromatici.
Poiché lo studio è molto costoso (circa seimila euro) ci rendiamo disponibili a finanziarlo con il nostro denaro e con l’eventuale contributo di associazioni che si occupano di ambiente, di salute, di prevenzione oppure di fondazioni benefiche o di semplici cittadini e benefattori.
Chiunque volesse collaborare può contattarci.

E’ il momento di agire o, meglio, di reagire!




Roberto Ria, oncologo e ricercatore Università di Bari

Antonio Caldarone, oncologo e medico ospedaliero
Dino Leonetti, oncologo e medico di famiglia

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